Terni, stop relazione su appalto teatro Verdi: caos in consiglio

La maggioranza non vuole arrivare al voto e chiede il rinvio nonostante l’approvazione della IV commissione a marzo. La minoranza contesta ed è bagarre

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di S.F.

La minoranza a palazzo Bazzani

La relazione della commissione controllo e garanzia con focus sulla corretta applicazione della procedura dell’appalto legato alla progettazione per la ristrutturazione del teatro Verdi. Un atto del 16 marzo 2022 che è stato ‘bloccato’ nonostante fosse inserito al settimo punto dell’ordine del giorno, motivo? Una pregiudiziale posta da Devid Maggiora (Lega), approvata dalla maggioranza con 17 favorevoli (10 i contrari) dopo una sospensiva richiesta da Lucia Dominici (FI).

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La maggioranza

Stop relazione dalla maggioranza: è bagarre

In sostanza Maggiora ha chiesto il rinvio per ulteriori approfondimenti post riunione di maggioranza sul tema. Dalla minoranza immediata reazione politica: «Abbiamo già votato all’unanimità questo atto in IV commissione, si può rinviare? Surreale perché è del giugno 2021 ed è stata votata da noi nel marzo 2022. Non modificherò nulla di ciò che è stato scritto», la perplessità del presidente Claudio Fiorelli (M5S). «Prendo atto del fatto che il consigliere Maggiora è contrario anche rispetto al voto della sua stessa maggioranza. Ritiene insufficiente il lavoro di approfondimento fatto dai suoi colleghi oppure nella relazione ci sono relazioni. Un atto di sfiducia?», l’attacco della collega pentastellata Valentina Pococacio. La replica è arrivata da Patrizia Braghiroli (FdI): «Non c’è nulla da nascondere, la relazione è vecchia e la procedura è andata avanti. Il terzo punto del dispositivo prevede un approfondimento e credo sia opportuno farlo per vedere se le eventuali criticità nelle conclusioni sono state sanate. O proprio mai esistite». In tackle anche Tiziana De Angelis del Pd: «Le conclusioni sono già state votate, per quale motivo oggi si chiedono ulteriori documentazioni?». «Ricordo che l’atto è già pubblico ed è a disposizione. In più darà modo a noi consiglieri di minoranza di approfondire perché con l’aumento dei costi ogni singolo posto del teatro andrà a costare tra i 25 ed i 30 mila euro», ha aggiunto Luca Simonetti del M5S.

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Leonardo Latini a palazzo Bazzani

‘Ammonimento’ e scontro

Finita così? Nemmeno per sogno. Il peggio arriva poco prima delle 19.20 dopo che il segretario comunale Matteo Sperandeo aveva specificato che «sulle relazioni della IV commissione la votazione avviene con modalità ordinarie». Emanuele Fiorini (Gruppo Misto) si scatena, si prende l’ammonimento formale del presidente del consiglio comunale Francesco Maria Ferranti ed in replica – con tanto di gesto – arriva un «me la sbatto sull’ano. Domani presento un altro esposto alla procura della Repubblica». Succede anche questo. A questo punto la maggioranza esce dall’aula, il numero legale non c’è (19.27) e tutti a casa.

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Benedetta Salvati a palazzo Bazzani

Le conclusioni della relazione: maggioranza in tilt

Ma cosa ha fatto fermare il voto in aula? Semplice, a quanto pare c’è qualcuno in maggioranza che ha scoperto della relazione votata in IV commissione a marzo solo oggi: «Rispetto a quanto ha audito nelle sessioni precedenti, mantiene dei dubbi relativi all’anonimato dei partecipanti al bando in oggetto, sulla base dell’attuale sistema di criptazione alfanumerico. Inoltre, sulla base dell’audizione dell’architetto Cinti (l’allora rup della procedura), ha appurato la mancanza di controllo, da parte del Comune di Terni, della veridicità delle autocertificazioni presentate dai concorrenti e delle dichiarazioni di assenza di cause di incompatibilità dei commissari nominati per il concorso. La stessa Commissione, comunque, si riserva di chiedere ulteriore documentazione nel caso in cui, tali controlli, siano stati eseguiti successivamente la data di scrittura della presente relazione», si legge nel documento. Evidentemente a qualcuno andava granché bene. A marzo il documento fu votato da Fiorelli (M5S), Presciuttini, Brugia, Brizi (Lega), Montagna (FdI), De Angelis (Pd), Angeletti (Terni Immagina) e Fiorini (Misto). Con loro anche due consiglieri senza diritto di voto, Gentiletti (Senso Civico) e Rossi (Terni Civica).

Francesco Filipponi a palazzo Bazzani

Minoranza attacca

«Perché i consiglieri di maggioranza – la nota di Pd, M5S, Terni Immagina e Senso Civico – fanno retromarcia sul teatro Verdi? La domanda è lecita visto che hanno chiesto nuovamente il ritorno in Commissione garanzia e controllo della relazione inerente al bando per la progettazione. E questo dopo il lavoro di approfondimento già avvenuto nella stessa commissione. Probabilmente i consiglieri della maggioranza vogliono fare come gli struzzi e mettere la testa sotto la sabbia. Ma soprattutto vogliono seppellire un tema che potrebbe creare imbarazzo alla giunta Latini. Peccato che la relazione sia già pubblica e a disposizione dei cittadini, degli organi di informazione e dagli organi inquirenti. Come consiglieri di opposizione li ringraziamo per aver finalmente dato visibilità a un tema che fino ad oggi è stato monopolizzato dalla versione del nuovo regimetto locale. Sono molte le criticità che accompagnano la realizzazione di questa opera e sono tante le voci critiche di esperti del settore che più volte hanno lanciato l’allarme per i costi faraonici. Oltre 20 milioni di euro, solo come costo di partenza, che rischiano di aumentare in modo sostanzioso, quando invece si poteva costruire un nuovo teatro altrove, contenendo i costi e non deturpando la nostra storia». Se ne parlerà ancora.

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