Terni: droga, debiti e disperazione: le ombre di ‘White bridge’

I nomi degli arrestati. L’operazione della Mobile ha confermato che in città la droga gira. Borgo Rivo ennesimo epicentro. Ma il lavoro degli inquirenti prosegue

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Una fittissima rete di spaccio incentrata sull’area nord di Terni, di cui il gruppo deteneva di fatto il controllo. Tanti scambi e quindi tanti consumatori – giovanissimi ma non solo – a caccia di hashish, marijuana, cocaina ed anche a volte droghe sintetiche. Come la temibile ‘Yaba’, sequestrata im polvere a fine 2019 dagli agenti della squadra Mobile di Terni in un garage della zona. A rompere ‘l’idillio’, una lite che aveva disarticolato il gruppo e dato una spinta decisiva alle indagini della polizia di Stato.

L’INCHIESTA: ARTICOLO E VIDEO

Le misure

Sono tredici le persone arrestate giovedì dalla polizia nell’ambito dell’operazione ‘White bridge’ coordinata dal pm Camilla Coraggio: dieci di loro sono finite in carcere ed altre tre ai domiciliari. Accanto a ciò il gip Barbara Di Giovannantonio ha disposto due divieti di dimora ed un obbligo di dimora a Terni – con permanenza notturna nella propria abitazione – e sottoposto una persona all’obbligo di firma. In totale il ‘cuore’ dell’inchiesta riguarda diciassette persone ma altre, precedentemente, erano state denunciate a piede libero perché coinvolte in alcuni dei tanti scambi droga/soldi scoperti dagli inquirenti.

LA SUPERDROGA ‘YABA’: DEVASTANTE

Gli arrestati

Alla guida del sodalizio di borgo Rivo, quel Selim Rozzanelli – 29enne di origini tunisine – più volte citato anche dal procuratore capo Alberto Liguori nel corso della conferenza stampa. Insieme a lui, almeno finché il sodalizio non si era diviso – forse anche per complicare il lavoro degli investigatori -, il 25enne Tony Legato, la 49enne Jamila Yahyaoui – madre del Rozzanelli -, il tunisino 32enne Mohamed Ben Abdrabbah, la 46enne ternana Tatiana Massarelli e il 24enne Valerio Ruffinelli. Per tutti loro – ad eccezione di Ben Abdrabbah, ai domiciliari – giovedì si sono aperte le porte del carcere. Gli altri arrestati sono il 33enne tunisino Said Aouled Mounir, il 27enne Hamza Jamghili, il 32enne Hassan Zahri, il 42enne Noureddine Lakraimi e il 43enne Mohamed Kriki, quest’ultimi tutti originari del Marocco. Altri due degli indagati sono finiti ai domiciliari.

GLI ARRESTI – FOTO MIRIMAO

Capitolo estorsioni

Come spiegato dagli inquirenti, non erano rare neppure le condotte estorsive da parte di alcuni membri del gruppo guidato da Rozzanelli. Come quando un acquirente indebitatosi per la droga, era stato costretto – con minacce dirette – a consegnare la propria Lancia Delta del valore di circa 6 mila euro. Nei vari episodi analoghi, fra le vittime, figurano una negoziante minacciata a più riprese – a cui era stata anche stretta una sciarpa al collo per ‘spiegarle bene’ che doveva saldare il dovuto -, ma anche giovani i cui debiti venivano pietosamente sistemati dai genitori, altri costretti a consegnare un televisore per allentare il pressing dei riscossori, minacce variegate. In un’occasione uno degli arrestati prendeva di mira la madre di un giovane indebitatosi fino a 1.500 euro per la cocaina, minacciandola, facendo esplodere un petardo di fronte alla porta di casa con tanto di danni, colpendo al volto con un pugno e con il guinzaglio del cane proprio il ragazzo ‘moroso’. Condotte che, se da un lato posso apparire rudimentali, diventano ancor più inquietanti a fronte di casellari pieni zeppi di precedenti.

Quadro a tinte fosche

Tornando alla frenetica attività di spaccio, c’era pure chi utilizzava il proprio figlio 12enne per consegnare eroina agli acquirenti. Un minore del tutto ignaro del fatto che il padre lo stesse usando per evitare particolari sospetti da parte degli investigatori. Un quadro avvilente che, unito alla ‘sete’ e talvolta alla disperazione dei clienti, offre – attraverso l’indagine della polizia – uno spaccato della vita cittadina terribilmente reale. Dove per una dose in più si arriva ad indebitarsi e dove la dipendenza dalle droghe è un fatto che riguarda tanti e su cui proliferano anche gruppi come quello smantellato da ‘White bridge’. I primi interrogatori di garanzia degli arrestati – in modalità remota – sono fissati per venerdì e proseguiranno sabato. Fra i legali difensori degli indagati figurano gli avvocati Francesco Mattiangeli, Francesca Abbati e Francesco Montalbano Caracci.

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