di S.F.
L’approvazione del capitolato di gara c’era stata lo scorso 11 dicembre e ora il Comune di Terni è costretto a ritornarci, modificandolo. Motivo? La legge di bilancio 2020 che, in merito ai tributi locali, ha cambiato il quadro della situazione: novità per l’iter riguardante l’accertamento e la riscossioni delle entrate comunali, argomento di polemica politica a fine 2019.
Palazzo Spada
L’accertamento esecutivo
Si tratta dell’appalto – valore annuo stimato di poco inferiore a 90 mila euro – per l’affidamento di otto anni del servizio di accertamento e riscossione coattiva (entrate pregresse e future fino di Tari, Tasi, Imu, mense scolastiche, luci votive e terreni. La sostanza non cambia molto, fatto sta che la direzione finanziaria dovrà giocoforza intervenire sulla documentazione per un paio di fattori: le nuove disposizioni riguardante l’imposta municipale propria (previsto l’accorpamento con la Tasi) e l’introduzione dell’accertamento esecutivo – si aggiunge alla classica ingiunzione di pagamento – per semplificare la procedura. Tradotto: il nuovo avviso costituirà già titolo per la riscossione coattiva del tributo e per l’esecuzione forzata in assenza di incasso da parte dell’ente.
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L’insicurezza da eliminare
Un’altra modifica riguarda la percentuale del minimo riscosso. Non verrà richiesta come inizialmente previsto (20% per ciascuna entrata) per incentivare la partecipazione alla gara e non «creare incertezza» agli operatori economici; le riscossioni per le annualità pregresse riguarderanno tutte le tipologie di tributi. Tutto in mano alla responsabile del procedimento, Giulia Scosta.
