Terni, la ‘Bretella’ Ast si allunga ancora

Un’infrastruttura importante – annunciata 17 anni fa a ‘costo zero’ per la collettività – non è nemmeno mai stata iniziata

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di M.T.

Decisamente, a Terni, le ‘bretelle’ non vanno di moda: se quella Gabelletta-Maratta è incompiuta per le ben note problematiche progettuali ed economiche, quella di collegamento tra il parcheggio della ThyssenKrupp Ast e la superstrada Terni-Rieti – diciassette anni dopo l’annuncio della sua possibile realizzazione – non hanno nemmeno iniziato a farla. E, stando alle spiegazioni che il Comune di Terni ha dato ad umbriaOn, che aveva chiesto lumi, prima di dare il primo colpo di piccone dovrà passare ancora un bel po’ di tempo. Ammesso che quel piccone cali mai.

L’assessorato Dagli uffici comunali, infatti, ricordano che «Con la delibera di giunta comunale numero 10 del 2015 è stato approvato il documento preliminare alla progettazione e dato avvio alla progettazione preliminare dell’opera. Il progetto preliminare del tracciato è stato redatto secondo il disposto del previgente Codice appalti nel corso del 2015. Coerentemente con tali elaborati progettuali a marzo 2016 è stato inviato, ai proprietari destinatari degli espropri, l’avvio del procedimento per comunicare eventuali osservazioni sul progetto, che dovrà essere approvato con procedure analoghe a quelle delle varianti al Prg in quanto sono ormai scaduti i vincoli preordinati agli espropri, previsti dal Piano regolatore approvato nel 2008».

La ‘bretella’ passerebbe da qui

Indagini e verifiche Per completare «i documenti progettuali previsti dal Codice degli appalti (che nel frattempo è stato sostituito dal nuovo Decreto legislativo numero 50 del 2016; ndr) – prosegue la nota dell’assessorato ai Lavori pubblici – occorre effettuare sin dallo stadio iniziale della progettazione, indagini e verifiche volte ad accertare la compatibilità ambientale ed archeologica dell’opera. Al fine di compiere tali accertamenti, è stato richiesto alla Regione dell’Umbria di erogare un anticipo a valere sul finanziamento previsto di 2,8 milioni di euro per consentire l’esecuzione delle indagini previste dal Codice.
Nel gennaio 2017, è stata materialmente erogata a favore del Comune di Terni un’anticipazione di 150 mila euro per l’esecuzione delle previste indagini».

Il bando Per fare tutto secondo le regole, però, si dovrà fare un bando: «Lunedì 20 marzo – spiega l’assessorato – si è svolta la prima seduta della Conferenza di servizi preliminare fra Comune di Terni, Regione Umbria, Provincia di Terni, Arpa Umbria finalizzata alla definizione del piano di indagini necessarie a garantire la compatibilità ambientale dell’opera. Si confida di pubblicare il bando per l’esecuzione delle indagini ambientali nel prossimo mese di aprile. Terminata questa fase si procederà alla predisposizione della proposta di deliberazione del consiglio comunale che dovrà esprimersi sulla progettazione preliminare e sulle osservazioni delle ditte da espropriare, che tuttavia per poter essere adottata dovrà essere corredata degli esiti dei sopra citati studi archeologici ed ambientali».

La rotonda di collegamento alla Terni-Rieti

Una strana storia La promessa di farla, la ‘bretella’, era stata ribadita da Stefano Bucari, l’assessore ai lavori pubblici del Comune, a novembre del 2014, in concomitanza con la conclusione della lunga vertenza relativa alla ThyssenKrupp Ast e la firma dell’accordo al Mise: «Si tratta di 500 metri di strada, del costo di 2 milioni e 800 mila euro – aveva spiegato – nei quali sono compresi anche gli oneri degli espropri. Una cifra che la Regione dell’Umbria si è impegnata a mettere a disposizione, proprio nell’ottica di migliorare l’infrastrutturazione a servizio della fabbrica». Ma fin da subito si era fatto presente che quell’infrastruttura avrebbe già dovuto esistere ed essere funzionante.

Il riassunto Stando almeno, aveva fatto notare Andrea Liberati, attuale consigliere regionale del M5S e allora rappresentante di Italia Nostra, «agli atti della conferenza dei servizi del 2000 e delle giunte comunali di Terni degli anni dal 2007 al 2009. Solo che all’epoca, avrebbe dovuto essere integralmente finanziata dalle acciaierie, al cui servizio era diretta, e dall’Anas, nel corso dell’esecuzione della Terni-Rieti, con materiali di risulta che, una volta verificata la salubrità, avrebbero costituito il fondo stradale, evitando costosi conferimenti in discarica». 

Il Comune Per sette anni, però, non era successo nulla e «il 18 gennaio del 2007 la giunta comunale (delibera 19) aveva approvato lo studio di fattibilità – sempre della bretella – e che ne calcolava il costo in un milione e mezzo di euro, da dividere con l’Anas. Dieci mesi dopo, il 29 novembre, la stessa giunta comunale aveva votato (delibera 538) per l’attivazione di un mutuo di 300 mila euro per provvedere ai primi espropri dei terreni sui quali la bretella doveva passare. Due mesi e mezzo dopo, però, visto che il mutuo presso la casa depositi e prestiti non era stato attivato, la giunta aveva stabilito (delibera 53) che quei 300 mila euro dovevano essere reperiti nelle casse comunali. Altri nove mesi e, il 17 luglio del 2008, una nuova delibera di giunta (la numero 371) stabilisce l’attivazione di un secondo mutuo, di 350 mila euro, per altri espropri. Tanto che il 7 maggio del 2009 (delibera 237) la giunta comunale approva «la bozza di accordo con l’Anas inerente i lavori di realizzazione della bretella di collegamento fra il tratto stradale Terni-Rieti all’altezza della rotatoria Tescino e la strada comunale della Romita». Tutto a posto? Sì, a postissimo: visto che la bretella è rimasta sulla carta.

Convenzione scaduta Anche perché nel protocollo c’era scritto che «trascorso il 31 dicembre 2009 senza che le aree occorrenti siano poste nella piena disponibilità dell’Anas, la presente convenzione si intende decaduta». Cosa che, questa sì, è puntualmente avvenuta. Con il risultato che è sotto gli occhi di tutti: niente strada e costi raddoppiati per un’opera che, in origine, non doveva costare nemmeno un euro di solidi pubblici. E che invece, ammesso che veda mai la luce, costerà ben più dei due milioni e 800 mila euro di cui si parla.

 

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