Asm Terni tra ricerca partner e Css. «Stato crisi? Borderline»

Le minoranze in Regione attaccano: «Vogliono bruciare Css nell’inceneritore». Menecali spiazzato in commissione. Poi focus su bando e conti: «107 milioni di debiti nel 2020»

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di S.F.

Particolare ‘cross-over’ quello avvenuto mercoledì pomeriggio tra la II° commissione regionale e la III° consiliare a Terni con mirino su Asm in entrambi i casi. Al centro del confronto in quest’ultimo caso c’era il bando per la ricerca – tra il 35 e il 49% di azioni in gioco – di un partner industriale nella logica di un rilancio, ma in avvio di seduta il tema si è spostato su altro: rifiuti, Css e inceneritore. Con lo stesso presidente del CdA Asm, Mirko Menecali, rimasto perplesso. Nel contempo c’è la stima per il monte debitorio del 2020, ovvero 107 milioni di euro.

IL BANDO ASM: IN BALLO AZIONI TRA IL 35 E IL 49%

Menecali in commissione mercoledì pomeriggio

Simonetti spiazza Menecali

A ‘rompere’ la calma ci ha pensato l’esponente M5S. Menecali è apparso in difficoltà: «Asm Terni si è appena resa disponibile a bruciare Css presso inceneritore di Terni e Acea ha aperto a questa possibilità». Il numero uno della società partecipata del Comune è rimasto quasi senza parole: «Non mi risulta – la replica a caldo – ci siano legali rappresentanti di Asm al momento in commissione regionale». Simonetti a questo punto ha tirato fuori il cognome «Carloni». Lo scambio è proseguito: «Rimango un po’ sorpreso anche io, mi lascia perplessa la cosa. Noi non abbiamo – la ‘difesa’ di Menecali – impianti di termovalorizzazione e nelle nostre strategie non c’è l’idea di farli. Anzi. Abbiamo accolto indicazioni dal socio che vanno nella direzione opposta». A questo punto interviene l’assessore al bilancio Orlando Masselli.

IL MAXI ACCORDO TRANSATTIVO COMUNE-ASM NEL 2019

I debiti di Asm nel corso del tempo

Linee strategiche politiche

Masselli ci ha subito tenuto a specificare un aspetto: «L’ingegnere Carloni è un dirigente di Asm e non un legale rappresentante. Non so cosa abbia detto. Posso dire che il Comune ha votato le linee strategiche della società: non prevedono, ma anzi rifiutano, politiche di riduzione del rifiuto finale tramite incenerimento. Sia tramite Asm che con qualsiasi altra società ad essa assimilbile o collegata. Ha fatto bene Simonetti a sollevare questa tematica. Asm non può fare queste dichiarazioni perché non è autorizzata ad avere nel suo core-business industriale un’attività del genere». Stop. Si riprenderà con il discorso legato al bando.

13 OTTOBRE 2020, LA CESSIONE DELLE QUOTE DELL’IDRICO IN CONSIGLIO

Le linee strategiche di Asm mostrate

Le minoranze in Regione attaccano

Quasi in contemporanea arriva la nota delle minoranze in Regione: «Nella seduta odierna – scrivono Thomas De Luca, Fabio Paparelli, Michele Bettarelli e Vincenzo Bianconi per M5S, Pd e Misto – della II commissione che aveva come oggetto l’audizione dei gestori degli impianti di trattamento dei rifiuti in merito al Pnrr dell’Umbria, la società Asm Terni SpA ha avanzato la proposta di tornare a bruciare nell’inceneritore di Terni il Css, combustibile prodotto dalla selezione della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. Nell’intervento immediatamente successivo i rappresentanti di Acea hanno affermato la loro disponibilità ad accogliere i rifiuti prodotti nell’inceneritore Acea Ambiente di Terni, anche in considerazione della richiesta di modifica dell’Aia, pendente dal 2014, per nuovo combustibile. Esce finalmente allo scoperto l’indicazione politica della Lega nel Comune di Terni e in Regione Umbria. Ecco a cosa serve la privatizzazione – attaccano – e la cessione del 49% di quote di Asm. Terni deve ritornare ad essere il camino unico dell’Umbria. Un salto indietro di 25 anni, quando la destra aprì la stagione dei tre inceneritori. La Lega mostra per l’ennesima volta di non avere il minimo imbarazzo nel prendere per i fondelli i cittadini, dimostrando che l’unica strumentalizzazione è la loro. Quella che stanno perpetrando nei confronti della città di Terni utilizzando i cittadini come marionette, con commissioni d’inchiesta fasulle e armi di distrazione di massa. Mentre la presidente Tesei ci prende per il naso su stadio e clinica, se il piano di privatizzazione dovesse passare ecco che a Terni si continuerebbe a bruciare rifiuti per i prossimi 30 anni».

COMUNE-ASM, OPERAZIONI CONTINUE: 307 MILA EURO PER L’IVA

Le fasi di gara

Il bando ed i debiti: la previsione per il 2020

Alle spalle lo scambio sull’incenerimento dei rifiuti, Menecali – intervento da oltre 25 minuti – ha dato delucidazioni su alcuni aspetti che hanno portato alla pubblicazione dell’avviso pubblico: «Nasce da una situazione abbastanza complessa, ricordo che nel 2016 c’è stato il picco a livello debitario con 136 milioni. Quest’anno contiamo di arrivare sotto ai livelli espressi nel 2012, intorno ai 100 milioni (da schema risultano 107, ndR). Tra il 2019 ed il 2020 abbiamo fatto delle azioni per disinnescarlo – ricordate la maxi transazione con il Comune e la cessione delle quote dell’idrico – e poi ci siamo interrogati su come rilanciarci con diverse opzioni: da soli non possiamo rimanere perché altrimenti la mole debitoria resta. Vogliamo nuove energie per far sì che l’azienda sia profittevole e possa ripagare il debito. E l’operazione di aumento di capitale può essere fatta con apporto di asset coerenti con il piano industriale o di denaro». Più volte citate le situazioni tutt’altro che rosee con Gse e Csea, seppur al momento i due enti non abbiamo chiesto dei piani di rientri per il loro credito. «Facile risolvere i problemi vendendo. Non è mia intenzione difendere le amministrazioni politiche del passato ma se avessero fatto come voi avrebbero risolto subito. Dove sta il coraggio nel vendere quando ci sono problemi?», ha evidenziato Alessandro Gentiletti di Senso Civico.

Il bando: chi è coinvolto nell’iter

«Stato di crisi? Borderline»

Sponda minoranza si sono esposti lo stesso Simonetti, il capogruppo M5S – nei giorni scorsi sono state chieste le dimissioni di Menecali per la vicenda – Federico Pasculli e Gentiletti, tutti contrari all’operazione: «Lo stato di crisi? Siamo borderline. Alcuni indicatori, come il quick ratio, potrebbero quasi giustificarlo. Ma in questo momento non ci sono debitori che vogliono piani di rientri per noi inesigibili. Dal punto di vista finanziario la situazione non è priva di pensieri. Il percorso strutturato con questi ‘signori’ di Gse e Csea sembra in via di condivisione con i creditori per non imporre azioni particolari ed è per questo che non abbiamo emesso lo stato di crisi. Da amministratore sto controllando la situazione». Valdimiro Orsini (Uniti per Terni) ha invece chiesto lumi sui pagamenti con i due enti: «Se ci sono ritardi? Siamo in pari al momento ed il debito dal 2019 è diminuito». Infine Simonetti ha lanciato un ultimo input: «Farete azioni di responsabilità o ci dobbiamo ancora ‘ingozzare’ questi debiti?». Non è finita qui. Per i passaggi in consiglio – necessari – Menecali ha parlato di ottobre.

La posizione di Asm

Giovedì mattina la società si espone – al netto della commissione – con una nota ufficiale sul tema: «In riferimento alle notizie apparse di recente in merito al bando per la ricerca di un partner strategico di Asm Terni Spa, si intende sottolineare che le linee guida strategihe redatte dal CdA dell’azienda ed approvate dal Comune di Terni in sede assembleare prevedono i seguenti punti in merito all’area ambiente: non sono previste politiche di investimenti impiantistici legate alla valorizzazione energetica del rifiuto urbano residuale, in tutto il territorio oggetto di procedura di infrazione europea, attivata in ragione dei superamenti dei limiti di legge previsti per la qualità dell’aria; attuazione della fase di sperimentazione e nel 2021 attivazione del servizio di tariffa puntuale finalizzato alla revisione dell’intero processo di tariffazione del servizio verso i cittadini; revamping della piattaforma (selezione e trasferenza) di Maratta-Polo impiantistico per massimizzare i quantitativi riciclabili, ridurre le quantità destinate allo smaltimento e minimizzare i costi di gestione; realizzazione di un nuovo polo impiantistico per potenziare la fase del riciclo dei materiali della selezione degli imballaggi multimateriale, (plastica e carta) al fine di abbattere le impurità e massimizzare i ricavi da vendita; riassetto gestione e proprietà di GreenAsm; valutazione di eventuali collaborazioni e sinergie tecniche e commerciali con operatori del settore, anche in eventuale logica di co-investimento per lo sviluppo degli impianti. In nessun caso – viene sottolineato – è prevista quindi la termovalorizzazione quale elemento di chiusura del ciclo dei rifiuti. Da tale documento risultano altresì chiare a tutti quali sono le scelte aziendali e soprattutto quale è la volontà di investire in impianti che possano valorizzare la fase del riciclo dei materiali raccolti in maniera differenziata nonché la diminuzione di tutto quello che deve andare a smaltimento. Tale volontà è talmente ferrea che le indicate linee figurano come allegato al bando di selezione sopra citato e costituiscono una discriminante non derogabile nella scelta: chi vuole quindi diventare partner di Asm Terni deve accettare queste linee strategiche. Si auspica che, in un momento così delicato ed importante, con una selezione pubblica in corso volta a gettare le basi per il rilancio, per lo sviluppo, per la possibilità di nuovi investimenti nella Green Economy, nonché per creare nuova occupazione, non si vogliano generare – conclude Asm – polemiche pretestuose che gettando discredito sull’azienda produrrebbero solo danni ad un bene di tutta la comunità».

L’interrogazione

Sempre giovedì è Gentiletti ad aver depositato un’interrogazione urgente rivolta al sindaco Latini – in apertura di consiglio –  per chiedere «di fare piena luce e chiarezza sulla situazione in cui versa la nostra azienda, ed in particolare se ricorrano o meno i requisiti dello stato di crisi e debbano quindi essere attivate le procedure previste dalla legge in materia con eventuale sospensione del bando; fondamentale, al di là degli orientamenti ideologici e i soliti scontri, capire pienamente la situazione per tutelare un patrimonio importante dei ternani». L’atto è stato sottoscritto anche dagli altri gruppi consiliari di minoranza.

Il sindaco Latini: «Strumentalizzazione su Asm»

Un argomento che smuove anche il primo cittadino di Terni: «Come avranno capito i miei concittadini, non mi piace la polemica politica fine a se stessa. Ma di fronte a reiterate inesattezze cavalcate senza alcun senso di responsabilità dalle opposizioni, per un sindaco non è solo opportuno, ma doveroso precisare per evitare che queste dichiarazioni false possano arrecare ulteriori danni alla città. È incredibile come possa proseguire la strumentalizzazione sulle questioni riguardanti l’Asm, nonostante l’azienda si sia chiaramente espressa con una nota dettagliata e precisa nel pomeriggio di oggi. L’Asm ha ribadito che in nessun caso è prevista la termovalorizzazione quale elemento di chiusura del ciclo dei rifiuti e ha dichiarato inoltre che non sono previste politiche di investimenti impiantistici legate alla valorizzazione energetica del rifiuto urbano residuale in tutto il territorio oggetto di procedura di infrazione europea, attivata in ragione dei superamenti dei limiti di legge previsti per la qualità dell’aria, ovvero – per essere più chiari – in tutta la conca ternana. Confermo questa presa di posizione che mi pare dovrebbe essere assolutamente chiara, almeno a chi conosce la lingua italiana. I gruppi di opposizione invece di chiedere – come sarebbe lecito – ulteriori informazioni e approfondimenti – continua il sindaco Latini – emettono sentenze di condanna e usano irriguardose espressioni di disprezzo nei miei confronti e nei confronti del presidente di Asm, cavalcando loro sì concetti menzogneri. Per chiarezza vorrei allora sottolineare che i manager nominati da alcune delle forze politiche che oggi ci attaccano insieme ai loro nuovi alleati, sono stati quelli che hanno portato l’Asm ad una perdita di oltre 132 milioni di euro. Per l’esattezza il primo bilancio approvato nel 2018 relativo al 2017 conteneva un totale di debiti pari a 132 milioni e 404mila euro. Il presidente nominato da questa amministrazione insieme agli altri membri del CdA – prosegue Latini – ha portato l’Asm ad una previsione attuale di bilancio 2020 sotto i 100 milioni di debito, senza fare mai perdite da quando è avvenuto il suo insediamento. Tutto questo è frutto non solo di operazioni straordinarie, ma anche di attente scelte organizzative interne. Per il futuro la strada individuata è quella non di una vendita, ma di un potenziamento dell’azienda che dovrà sempre rimanere a maggioranza pubblica. Le scelte strategiche di Asm sono state chiaramente indicate e concordate e riguardano investimenti importanti nell’ambito della transizione ecologica e della Green economy, con l’obiettivo non solo di rendere servizi migliori ai cittadini ma soprattutto di creare condizioni di sviluppo e nuovi posti di lavoro. A incenerire le speranze dei ternani sono stati altri, non certo noi che stiamo cercando di salvare il salvabile, lavorando con umiltà e in silenzio e senza polemiche distruttive, finché è possibile. Oltre una certa misura non è però tollerabile».

La minoranza chiede le dimissioni di Menecali

«Siamo rimasti scioccati dall’audizione – attaccano M5, Pd e Terni Immagina – del presidente di Asm e  dalle notizie provenienti da Perugia dove un rappresentante di Asm ha dichiarato in commissione regionale di essere aziendalmente pronti all’ incenerimento dei rifiuti nell’impianto di Acea. Così come  desta sconcerto la nota di risposta inviata oggi alla stampa da parte di Asm. Se consideriamo che a breve Asm sarà molto probabilmente a controllo  Acea il quadro e la catena che si andrà a delineare  è chiara e penalizzante per Tern. È scioccante – proseguono i tre gruppi di minoranza –  che il presidente  di Asm ieri abbia detto che lui non ne sa niente di quanto asserito da un rappresentante dell’azienda.  L’audizione del presidente di Asm in commissione è il sigillo della fine del progetto politico – dichiarato da questa amministrazione – di rilanciare l’azienda pubblica Asm e di trasformarla in una macchina efficiente di servizi e di una occasione di utili per il comune.  Ormai è chiaro che siamo alla vendita di Asm e alla sua vocazione all’incenerimento. Che la situazione contabile della partecipata del comune di Terni fosse difficile era risaputo, ciò nonostante si è preferito mettere alla guida di Asm una persona che si è dimostrata non all’altezza. Già al tempo della nomina, avvenuta scartando profili di assoluto rilievo nazionale eravamo intervenuti lanciando l’allarme, oggi purtroppo rimangono sul piatto le nostre profezie e le menzogne del sindaco e dell’intera maggioranza di centrodestra. Far passare questo disastro per un’azione di alto profilo menageriale è surreale ed imbarazzante. È  chiaro ormai che il presidente non ha risanato l’azienda ma la sta solo portando alla vendita e al ritorno dell’incenerimento: è una esecuzione fallimentare del progetto politico. Avevano detto che SII sarebbe rimasta pubblica, poi l’hanno svenduta per salvare Asm e non far aumentare le bollette. Oggi vendono quote di Asm ai privati, rinunciando a una azienda strategica che gestisce servizi strategici come rifiuti ed energia. Una situazione che – concludono – rappresenta la manifestazione plastica del fallimento di questa amministrazione, incapace di mantenere la parola e di mettere in campo nomine e idee all’altezza della situazione drammatica in cui versavano le casse della partecipata del Comune di Terni. Prima di parlare di ogni cambiamento societario ci aspettiamo le dimissioni del presidente di Asm. Il sindaco Latini ormai si comporta come esecutore testamentario di una città che non è riuscito a rilanciare. Forse anche lui dovrebbe pensare ad un dignitoso ritiro».

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