Terni, ‘No acquedotto’: «Fermiamo il mostro»

Il comitato: «I pozzi scavati a Terria che dovrebbero alimentare l’acquedotto Scheggino-Pentima, garantiscono una portata idrica ridotta. Blocchiamo i lavori»

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del Coordinamento No acquedotto per la difesa del Nera

Sono bastati pochi giorni a smentire quanto affermato dal signor Rueca, infatti oggi sappiamo che i pozzi scavati a Terria che dovrebbero alimentare l’acquedotto Scheggino-Pentima, garantiscono una portata idrica ridotta rispetto alle previsioni per cui il Sii ha presentato una variante al progetto in cui chiede una ‘rilocalizzazione delle perforazioni’ cioè una nuova autorizzazione a perforare la zona alla ricerca dell’acqua.

Sembra la scena di un tossicodipendente che non trovando la vena comincia a bucarsi il braccio… Ma facciamo parlare i documenti del Sii: «Il pozzo P2 (…) ha registrato una produttività inferiore alla previsione (…) e il pozzo P3 in base ai logs geofisici sembra presentare una situazione analoga. Pertanto – continua il Sii – la modifica che si intende apportare al progetto comporta una rilocalizzaione delle perforazioni per intercettare settori dell’acquifero basale a maggiore fratturazioni».

In pratica, dopo che sono stati scavati vari pozzi – tra l’altro sopra il sito di una vecchia discarica, come dimostrano documenti venuti finalmente in possesso del Coordinamento – il Sii chiede di scavare altri pozzi. Ma non era tutto garantito e monitorato? Non è che la variante al progetto nasconde qualcos’altro? Magari la possibilità di continuare a scavare in maniera più libera dai vincoli ambientali per aumentare, in un futuro prossimo la captazione in un ambiente da tutelare? Ancora la parola ai documenti: «Con eventuale rimodulazione delle portate estratte da ogni singola captazione che potranno essere anche in numero diverso da quello del progetto approvato».

Il coordinamento chiede che la variante necessiti una nuova Via, valutazione di impatto ambientale, che tenga conto degli scavi e dei lavori già eseguiti che incidono pesantemente sul sito. Parafrasando il direttore del Sii Paolo Rueca che ha definito l’acquedotto come opera magna, al momento, ci sono soltanto i contributi pubblici e quelli delle bollette fatte pagare agli utenti per quest’opera nefasta ed inutile.

Siamo di fronte al paradosso, all’assurdo: stanno costruendo 34 km di acquedotto che attraversa la Valnerina, i parchi naturali, la cascata delle Marmore e nei pozzi l’acqua non c’è, i fatti smentiscono le dichiarazioni: non hanno trovato l’acqua prevista nonostante le perforazioni e la colata di cemento riversata a Terria.

Il coordinamento ha chiesto al Sii i dati del monitoraggio del Cnr, ma il 2 febbraio il Sii ha risposto che non è nelle sue disponibilità (chissà perché?); abbiamo fatto richiesta direttamente al Cnr e appena avremo i dati li renderemo pubblici, ma ad oggi sappiamo che nei pozzi scavati e previsti l’acqua non c’è, che siamo di fronte a un acquedotto senza acqua, che i fatti starebbero dimostrando quello che abbiamo sempre denunciato.

Tutto questo oltre al fatto che i lavori sono stati concessi in house , per più di 17 milioni di euro, senza gara di appalto al socio privato del Sii e siamo in attesa dei risultati delle indagini della Procura, nel cui operato continuiamo a confidare.

Oltre al fatto che il fabbisogno di acqua a Terni è gia completo e non è necessario alcun ulteriore apporto idrico e considerando che quasi il 50 per cento dell’acqua distribuita dal Sii si perde prima di arrivare ai rubinetti. Oltre al fatto che abbiamo le bollette più salate dell’Umbria e tra le più care d’Italia. Oltre al fatto che i costi dell’inutile opera sono a carico degli utenti, mentre i profitti se li spartiscono i gestori.

Per questo è necessaria una risposta popolare di massa per bloccare i lavori. Fermiamo il ‘mostro’, il serpente velenoso di cemento e ghisa che morde in profondità e che si srotola lungo la Valnerina. Difendiamo il territorio, la nostra storia e il nostro futuro, non ci arrenderemo !

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