Osiel Mancha Pereira è affetto da un vizio parziale di mente per «disturbo delirante cronico» che, tuttavia, non condiziona del tutto la sua capacità di intendere e di volere, e quindi di stare in giudizio. Contestualmente, sarebbe socialmente pericoloso, tanto che il perito ha proposto il suo inserimento in una Rems – residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza – dove possa essere seguito e curato, pur nel contesto della misura cautelare applicata a suo tempo.
Queste, in sintesi, le conclusioni a cui è giunto il professor Stefano Ferracuti, perito incaricato dal gip di Terni Chiara Mastracchio nell’ambito dell’incidente probatorio relativo al procedimento penale che vede il 47enne di origini cubane, arrestato dai carabinieri, indagato per l’omicidio dell’imprenditore 40enne spoletino Luca Bruschini.
Quest’ultimo, la sera del 16 febbraio 2024 era stato brutalmente aggredito con un’arma da taglio all’esterno dell’azienda di cui era titolare, la Ternicolor di via Natta, e per quattro mesi era rimasto in coma, fino al decesso avvenuto lo scorso giugno a seguito delle gravissime lesioni riportate.
Mercoledì pomeriggio in aula i contenuti della perizia sono stati illustrati di fronte allo stesso gip, al pm Marco Stramaglia, ai legali difensori del 47enne, presente in aula e ristretto nel carcere di Terni – gli avvocati Luca Ragonesi e Marco Valerio Mazzatosta – e al legale delle persone offese, i genitori della vittima, l’avvocato Attilio Biancifiori.
Al termine, gli atti sono stati restituiti al pubblico ministero per la prosecuzione delle indagini preliminari che giungeranno ad una formulazione circostanziata delle contestazioni. Durante l’aggressione Osiel Mancha Pereira, è stato inoltre detto, non avrebbe agito sotto l’effetto si sostanze alcoliche o droghe.
Fra i temi discussi mercoledì in aula, su cui lo stesso perito è stato sollecitato, proprio l’eventuale necessità del trasferimento del 47enne in una Rems o la possibilità che trattamenti di carattere sanitario possano essere eseguiti anche nell’ordinario circuito detentivo. Una questione su cui procura e difesa torneranno a confrontarsi nella misura in cui dovesse essere avanzata un’istanza per la modifica della misura cautelare – il carcere – in essere.