È stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto, per l’ipotesi di tentato omicidio e possesso di armi, Osiel Mancha Pereira, 47enne di origini cubane con cittadinanza italiana, che nella prima serata di venerdì avrebbe aggredito con un’arma da taglio – un lungo coltello, simile ad un machete – l’imprenditore spoletino Luca Bruschini, 40 anni, ferendolo gravemente. Sabato mattina l’uomo è stato condotto in carcere dai carabinieri del comando provinciale di Terni dopo che nella notte è stato sottoposto ad interrogatorio.
La ricostruzione
Secondo quanto appreso, il 47enne si sarebbe appostato nella penombra, all’esterno della ditta – sul lato dell’edificio che si affaccia verso via Narni – di cui Luca Bruschini è titolare insieme al padre, la Ternicolor di via Natta, in zona Polymer. Quando l’imprenditore è uscito dal lavoro insieme ad un dipendente, intorno alle ore 19.30, ci sarebbe stato un breve scambio di battute e Osiel Mancha Pereira, dopo aver spinto via il collega del Bruschini, avrebbe colpito quest’ultimo alla testa con l’arma per tre volte, causandogli profonde ferite e fratture craniche. Il 40enne avrebbe anche cercato di parare i fendenti, riportando ferite alle mani e alle braccia, salvo poi perdere i sensi. A quel punto l’aggressore è fuggito dalla scena a bordo della sua auto, abbandonando il giubbotto l’arma usata che, alla mattinata di sabato, non era stata ancora ritrovata. Trovata invece, a casa del Pereira, la fondina in cui il coltello era custodito. Immediati i soccorsi da parte degli operatori del 118 che hanno trasportato d’urgenza l’imprenditore in ospedale dove è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Gravissime le lesioni riportate: la speranza è che possa farcela.
L’aggressore si è costituito
Il 47enne di origini cubane – in fase di divorzio dalla coniuge, senza figli e domiciliato nella zona della stazione ferroviaria di Terni – inizialmente ha fatto perdere le proprie tracce, salvo poi – ma era stato già identificato dai carabinieri attraverso gli elementi raccolti in prima battuta – raggiungere il comando provinciale dell’Arma in via Radice, dove si è costituito circa un’ora dopo il fatto di sangue, intorno alle ore 20.30. «Ho accoltellato un uomo», queste le sue prime parole. Dopo le quali è stato preso in consegna dai militari e interrogato per circa un’ora e mezza dal pubblico ministero alla presenza del suo legale difensore, l’avvocato Andrea Petrucci. Poi il fermo, all’alba di sabato, con successiva traduzione nel carcere di vocabolo Sabbione.
Perché
Ignote, allo stato, le ragioni precise di un’aggressione così brutale. Escluse la rapina e ragioni economiche, il lavoro degli inquirenti si concentra più su dissapori personali e lavorativi. Il Pereira, incensurato, era legato alla Ternicolor da una collaborazione a partita Iva, fatta di lavori – come verniciature, con la ditta ternana che commercializza vernici e materiali per carrozzerie – affidatigli saltuariamente. Da alcuni giorni non si era fatto più vedere presso l’azienda di via Natta e sembra che nel tempo avesse esternato, in maniera apparsa poco credibile e farneticante, la convinzione di essere seguito, pedinato dallo stesso personale perché ritenuto responsabile di alcuni furti. Elementi che fanno anche presupporre un contesto segnato da chiare difficoltà psicologiche per le quali era stato anche in cura e che, come ogni dettaglio della vicenda, dovranno essere vagliate dagli inquirenti nel contesto di un’indagine – quella condotta dal pm Barbara Mazzullo – che ha già alcuni punti fermi, a partire da quanto reso dai testimoni e dall’autore del fatto.
La speranza
Luca Bruschini, residente a Spoleto con i genitori – il padre è lo storico titolare dell’impresa di via Natta, fondata nel 1981 – è un imprenditore conosciuto e stimato. In tanti sono rimasti profondamente colpiti dall’accaduto. In pochi istanti la brutalità ha sconvolto le vite del 40enne, dei suoi cari e di chi lavora a stretto contatto con lui. Ora la sua vita è in bilico e tutti sperano che dall’ospedale possa presto arrivare qualche notizia più confortante rispetto ad un quadro iniziale di estrema gravità.
L’avvocato: «Un dramma per tutti. Osiel, una storia di solitudine»
Ad umbriaOn, il difensore del 47enne finito in carcere – l’avvocato Andrea Petrucci – spiega che «Osiel si è costituito presso i carabinieri di Terni poco dopo il fatto, presentandosi da solo. Interrogato, ha ammesso tutto pur apparendo molto confuso, scosso. Qual è stata la motivazione resa al pubblico ministero? Lui ha affermato che veniva diffamato dai datori di lavoro della Ternicolor (era convinto che lo avessero accusato di aver compiuto dei furti, ndR) ma, chiaramente, si tratta di elementi e di una ricostruzione tutta da valutare». L’avvocato Petrucci aggiunge poi che il suo assistito «ha spiegato di essere stato in cura presso uno psichiatra di Viterbo fino alla metà del 2023. Ho avuto modo di occuparmi di sue vicende legali, in ambito civile – aggiunge – e l’impressione è sempre stata di una persona pacata, rispettosa. Anche per questo quando ho appreso il fatto, sono rimasto sinceramente molto colpito. Credo che questa storia rappresenti un dramma per tutti e che la storia di Osiel sia una storia di solitudine e sofferenza psicologica». L’udienza di convalida del fermo è stata fissata per lunedì 19 febbraio, alle ore 9 di fronte al giudice Chiara Mastracchio.
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