Riassetto urbanistico Prisciano a Terni: avviata procedura

Scatta l’iter per l’approvazione della variante al Prg: «Destinazione agricola non aderente all’attuale stato di fatto dei luoghi». Si punta su «valorizzazione imprenditoriale»

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di S.F.

«Revisione della pianificazione urbanistica vigente che, tenendo conto delle modificazioni del territorio occorse negli ultimi anni nella zona, ne ridefinisca in maniera più attuale e coerente le linee di futuro sviluppo, favorendo anche iniziative di valorizzazione imprenditoriale». E allora via con il procedimento per arrivare all’approvazione di una specifica variante al Prg per l’area di Prisciano: l’iter è collegato alla realizzazione della bretella tra la rotatoria di San Carlo/Prisciano e strada della Romita e coinvolge in prima battuta la direzione all’urbanistica del dirigente Claudio Bedini. Starà a loro impostare il lavoro in questione. Intanto la partita al Tar Umbria per la bretella non è ancora terminata. Si tratta. 

SI PASSA AL PROGETTO DEFINITIVO

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Prisciano

La motivazione

L’input per gli uffici tecnici arriva in contemporanea all’approvazione del progetto definitivo del nuovo collegamento viario da poco meno di 2,8 milioni di euro. Per quale motivo c’è bisogno di un ulteriore variante? Da palazzo Spada viene specificato che la realizzazione della bretella – bene che vada se ne parla per il 2023 – darà luogo ad un «riassetto complessivo della viabilità di accesso alla zona est della città. Tale fatto comporta anche la necessità/possibilità di risolvere problematiche urbanistiche della zona lasciate insolute dopo la costruzione della Terni-Rieti». Bene, in sostanza? L’obiettivo alla base del procedimento è quello di «definire una nuova e più efficiente viabilità di quartiere della zona».

L’area oggetto di contesa al Tar Umbria

Agricoltura e imprenditoria

Inoltre con la costruzione della Terni-Reti la zona di Prisciano – si legge nel documento istruttorio a firma del dirigente Piero Giorgini – ha subito «una sostanziale modifica della propria vocazione urbanistica, cui contribuirà ulteriormente anche la costruzione della nuova bretella di collegamento con strada della Romita», a poche centinaia di metri dall’Ast. Tutto ciò rende «obiettivamente non aderente all’attuale stato di fatto dei luoghi la destinazione eminentemente agricola delle aree quale quella prevista dal piano regolatore cittadino ormai risalente al 2008». Da qui l’indicazione per la direzione all’urbanistica di mettere mano alla variante. Passaggio che dovrà essere discusso – da prassi in questi casi – in commissione consiliare ed in consiglio.

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L’invito a vuoto della società per la bretella

Intanto tra la società proprietaria di un terreno interferente con la futura bretella ed il Comune la storia non è migliorata granché. D’altronde lo mette nero su bianco la stessa amministrazione. La storia è quella già nota: «Il nuovo tracciato stradale, conformemente a quanto previsto nel Prg, attraversa la particellae  per la sua realizzazione si rende necessario espropriare un’area di superficie di circa 2.000 metri quadrati della proprietà in questione e costituire una servitù di fognatura». Il Tar Umbria ha già sentenziato a favore della società nell’ambito del vincolo reiterato all’esproprio 2018 con l’approvazione del progetto di fattibilità tecnico-economico. Ora ci risiamo: «Considerato – ha ricordato Itagest a palazzo Spada il 16 dicembre scorso – che con sentenza 874/2021 il Tar Umbria ha accolto l’istanza di annullamento della deliberazione del commissario straordinario limitatamente alla parte in cui la stessa incideva negativamente sulla proprietà del ricorrente rilevando la non idoneità del procedimento adottato ma ritenendo necessaria l’approvazione di un nuovo piano urbanistico o di una sua variante per la reiterazione del vincolo espropriativo, la controparte richiede che il Comune di Terni archivi il procedimento prefigurando la possibilità che lo stesso Tribunale amministrativo regionale possa accogliere anche il ricorso di parte avversa contro la variante urbanistica approvata con dcc 178/2020». In sintesi è stato chiesta l’archiviazione dell’atto. No del Comune. Vedremo gli sviluppi.

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