Terni, sciolta l’Aumat. Bonifazi: «Non c’erano alternative, ci scusiamo con i malati»

Bandiera bianca per l’Aumat, nata nel 2010. L’amarezza del presidente: «Ci auguriamo che la chiusura dell’associazione possa essere l’occasione per riflettere»

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L’associazione umbra malati tiroidei – Aumat – di Terni è stata sciolta nei giorni scorsi. L’attività andava avanti dal 2010 a supporto dei pazienti all’interno del reparto di endocrinologia del Santa Maria: «Quando un volontario non riesce a dare risposte a chi chiede aiuto rispetto alle attività che dovrebbe garantire non ha senso andare avanti», commenta con amarezza il presidente Alberto Bonifazi.

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Bandiera bianca. L’auspicio

Non c’erano le condizioni per proseguire l’attività: «Non avevamo alternative alla chiusura – le parole di Bonifazi – già nel 2019 ci sono stati cambiamenti in ospedale che hanno ridotto sotto il minimo il personale del reparto di endocrinologia. Poi l’arrivo del Covid, che di fatto ci ha impedito di rientrare nella nostra sede. Comprendiamo le problematiche ma parliamo a nome di pazienti che purtroppo hanno iniziato a vivere l’incubo delle liste d’attesa e quindi si sono dovuti rivolgere altrove, moltissimi fuori regione». Aumat è nata nel 2010 e contava 300 soci: «Per anni ha garantito la presenza dei volontari in ospedale, a fianco dei tanti pazienti, migliaia di screening, attività di prevenzione e informazione su una patologia che colpisce un numero sempre crescente di persone. Ci scusiamo con i tanti malati in difficoltà e in attesa di risposte ma ci auguriamo che la chiusura dell’associazione possa essere l’occasione per riflettere e trovare soluzioni adeguate».

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La donazione

L’associazione è stata sciolta in questi giorni e il patrimonio residuo donato a chi ha bisogno: il lettino nuovo, acquistato da Aumat e utilizzato per i mille e 500 screening tiroidei svolti in varie città umbre nel 2019, è stato consegnato alla croce verde di Ferentillo. I pochi fondi rimasti in cassa saranno destinati a Flavia, la 12enne ternana con una malattia genetica rara che ha bisogno di costose cure.

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