Terni: sicurezza post lockdown, crisi sociale, ultrà. Parla il questore

‘Tre domande a…’ – Roberto Massucci analizza l’andamento dei reati ma anche le tensioni per le vertenze in atto. Sulle curve: «Nessuno spazio per chi confonde tifo e delinquenza»

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‘Tre domande a…’: questa volta ospite della nostra rubrica è il questore della provincia di Terni, Roberto Massucci, con cui abbiamo analizzato tematiche di stretta attualità: sicurezza post-lockdown; vertenze e crisi sociale del territorio; rapporto con il mondo del tifo organizzato alla luce di alcune recenti operazioni di polizia.

Questore Massucci, lei ha sempre detto che la criminalità è come un’impresa che dopo il lockdown sarebbe ripartita al pari delle altre. Come sono andate le cose a Terni? Ha riscontrato, in particolare, il ritorno di alcuni reati?

«L’azienda criminale si conferma in ripresa ma incontra l’ostacolo della risposta dello Stato. I reati si ripropongono, ma i dati che giudico più rilevanti sono quelli dell’azione di polizia: oltre 3 mila persone e quasi 900 veicoli controllati; 95 gli stranieri espulsi, due rapine (al supermercato EMI di via Di Vittorio e alla farmacia comunale di corso Tacito, ndR) entrambe scoperte con l’arresto degli autori, 82 tra arrestati e denunciati, una persona sottoposta a sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, 233 persone colpite da foglio di via obbligatorio perché ritenute pericolosi, sette avvisi orali, quattro esercizi pubblici temporaneamente chiusi a scopo preventivo. Preoccupa il consumo ed il conseguente spaccio di stupefacenti. Giudico soddisfacente l’azione repressiva delle forze dell’ordine e della magistratura ternana, ein tal senso l’intesa e la collaborazione con il procuratore Liguori è straordinaria, ma occorre una risposta socio educativa che intervenga su chi fa uso di sostanze. L’andamento dei reati è molto confortante, tutti in calo di oltre il 30%. Considero però questo dato solo un misuratore del metodo e non un risultato. Sul metodo la questura di Terni continuerà a lavorare includendo nei progetti di sicurezza istituzioni della provincia e gli stessi cittadini».

Ast, Treofan, Sangemini, vertenze a raffica che portano con sé anche implicazioni per l’ordine pubblico. Teme che fra l’estate e il prossimo autunno la situazione possa presentare criticità legate anche alle condizioni sociali del territorio?

«La nostra attenzione su queste vertenze è quotidiana e scrupolosa. I rapporti che ogni giorno ricevo dalla Digos mi danno l’esatta dimensione del fenomeno. Sono convinto che una buona gestione dell’ordine pubblico non si fa il giorno dell’evento ma va costruita ogni giorno con la mediazione, il dialogo ed il rigore quando vengono infrante le regole. La questura è sempre e comunque a fianco delle persone in difficoltà, in primis quando in discussione c’è il posto di lavoro. Siamo pronti a gestire ogni criticità ma soprattutto ad aiutare le categorie che ne avessero bisogno ad esprimere correttamente i propri disagi, esattamente come chiede, a noi cittadini, la Carta costituzionale».

Diverse ultime operazioni della polizia di Stato e dell’autorità giudiziaria, a Terni, hanno riguardato più e meno direttamente il mondo del tifo organizzato. Che situazione ha trovato in città? Questo interesse, se possiamo definirlo così, dipende anche dalla sua esperienza in fatto di sicurezza negli stadi?

«Le operazioni di polizia non hanno colpito il mondo del tifo organizzato ma le frange violente del mondo ultrà. Ho sempre sostenuto che esiste un modo corretto di essere ultrà. Ultrà non è sinonimo di illegalità. Per coloro invece che ‘usano’ il tifo sportivo per le loro attività delinquenziali, non c’è nessuno spazio. C’è lo ricordano l’operazione ‘White bridge’, con quattro tifosi coinvolti, e l’arresto per la rapina alla farmacia di corso Tacito ad opera di una persona in evidenza per violenze allo stadio. Per loro il dialogo, la mediazione, la tolleranza non esistono. La mia esperienza, in tutto il mondo, in fatto di sicurezza negli stadi, mi insegna semplicemente che il grande valore che può rappresentare per una comunità un risultato sportivo, una curva capace di trascinare, una collettività sportiva solidale e socialmente attiva, possono essere vanificati in un attimo da pochi ma pericolosissimi delinquenti capaci di attrarre soprattutto i più giovani. Anche in questo campo sono però fiducioso per la grande disponibilità alla collaborazione che ho trovato nella Ternana Calcio, alla quale auguro presto grandi risultati sportivi».

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