Terni, smottamento a colle Obito: le decisioni

L’azienda ospedaliera: «Riguarda una minima parte dei lavori conclusi nei mesi scorsi». Stop al transito su via Giandimartalo di Vitalone almeno fino a domenica. Prime ipotesi sulle cause

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Ancora uno smottamento per colle Obito, lato via Giandimartalo di Vitalone, a Terni. Complice il maltempo e le continue piogge cadute in quest’ultimi giorni anche sul territorio ternano. All’alba di mercoledì – il fatto sarebbe accaduto poco dopo le ore 4 – una parte consistente di terreno è infatti crollata dall’area dell’ospedale sulla strada sottostante, abbattendo anche un palo della luce. Sul posto, successivamente al fatto, si sono portati i vigili del fuoco, gli agenti della polizia Locale di Terni, personale della protezione civile comunale e tecnici del comparto elettrico. Il primo provvedimento è stata la chiusura della strada per diverse decine di metri, con conseguenti limitazioni per residenti, comuni cittadini e mezzi di soccorso. La viabilità dovrà essere per forza di cose rivista con provvedimenti temporanei che già in passato avevano portato a fisiologici disagi. Ora è tempo di sopralluoghi per tutte le valutazioni del caso.

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La situazione dal lato superiore

Le conseguenze: stop transito almeno fino al 10 gennaio

Nel tardo pomeriggio l’azienda ospedaliera comunica che «dopo il sopralluogo» c’è il «blocco del transito in via Giandimartalo di Vitalone per garantire un lavoro in sicurezza. Si presume di terminare tale fase entro domenica 10 gennaio». Lavori al via giovedì: «La zona interessata allo scivolamento della terra è risultata di poco più di 15 metri. Dalle verifiche immediate fatte anche nel fronte soprastante lo smottamento, si è deciso di procedere già da domani mattina alla rimozione del materiale che ha invaso la carreggiata e la messa in sicurezza della zona interessata allo smottamento e anche alle zone adiacenti per controllare che l’incidenza non si propaghi alle zone limitrofe, verificando anche l’incidenza di questo smottamento sui lavori effettuati nel tempo». Dopo la prima fase si «procederà immediatamente a effettuare tutte le analisi geologiche opportune nella parte rimanente della zona per definire le cause di tale smottamento e procedere, con i lavori per il ripristino della stabilità della porzione di terra soprastante e della zona limitrofa interessata ed eventualmente di quelle adiacenti. In questa seconda fase, sempre per garantire la sicurezza dei cittadini, sarà istituito un senso unico alternato nella stessa strada». Hanno partecipato al controllo Roberto Celin (Rup della gara 2019), Federico Nannurelli per il Comune, Alessandro Passetti (direttore dei lavori), la Tecnoservice di Gubbio e la Forti Costruzioni di Terni. Con loro anche il responsabile dell’ufficio tecnico del ‘Santa Maria’ Gianluca Bandini.

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Vicenda annosa

I problemi connessi a colle Obito non sono nuovi – si ricorderà la caduta di massi sulla stessa zona nel giugno del 2016 – e, nel tempo, sono stati oggetto di interventi, appalti e dettagliate relazioni. Come quella dell’ingegner Passetti che nel marzo del 2018 scriveva: «In generale in tutto il fronte la vegetazione arbustiva presente tiene in buona stabilità la scarpata, anche se il muro di controripa posto alla base non ha più capacità di contenere il materiale dilavato dagli eventi atmosferici che deborda oltre il colmo ed inoltre, vista l’assenza di canaletta di raccolta delle acque, le acque ed il terreno dilavato raggiungono il marciapiede. La problematica principale risulta dunque l’assenza di regimentazione delle acque meteoriche che determina negli eventi piovosi un afflusso incontrollato di acqua e terreno dilavato direttamente sul marciapiede. Tutto quanto sopra potrebbe determinare criticità statiche anche al parcheggio dell’azienda ospedaliera».

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La spaccatura

I disagi dei residenti

Inevitabili problemi in particolar modo per le famiglie che vivono nella zona interessata. A lato delle abitazioni c’è chi possiede un terreno privato con diversi animali da curare: «Ho cani, galline e polli, più un giardino. Non posso utilizzare né l’auto né l’ape per il trasporto del materiale, abbiamo già chiesto ai vigili perché non avevo modo di entrare: quantomeno mi è stato permesso di tirar fuori il veicolo, era parcheggiato in zona». Non è l’unico guaio che si crea: viene fatto notare che, inevitabilmente, il traffico – il discorso riguarda anche i mezzi di soccorso chiaramente – in direzione ‘Santa Maria’ sarà deviato tutto dall’altro lato con possibili congestioni. La speranza è che per la messa in sicurezza ci si muova in tempi rapidi. «Come inizio d’anno è buono», l’amara osservazione.

I PROBLEMI NEL 2016

L’appalto 2019 con lavori ultimati nel 2020

Proprio per sistemare le criticità di Colle Obito era stata bandita la gara – valore base, soggetto a ribasso, di oltre 207.000 euro con responsabile unico del procedimento l’ingegnere Roberto Celin – nell’estate 2019, poi aggiudicata in via efficace in autunno all’impresa eugubina Tecnoservice Costruzioni Generali srl (mandataria). Curiosità: proprio lo scorso mese, il 4 dicembre, l’azienda ospedaliera di Terni aveva chiuso l’iter approvando la relazione acclarante per i lavori di consolidamento della scarpata. Le opere avevano riguardato il taglio delle vegetazione infestante, arborea secca e degli alberi, la regolarizzazione del pendio, la riduzione della pendenza, la pulizia dei muretti, la riprofilatura, l’installazione della recinzione metallica di protezione e la creazione di trincee drenanti per la regimazione delle acque meteoriche. Qualcosa non è andato come doveva, forse.

Il Comune: «Chiederemo relazione»

Sponda palazzo Spada – da parte loro c’era stato il via libera per la conformità urbanistica e, in generale, l’approvazione del progetto di consolidamento nell’ottobre 2019 – è l’assessore Benedetta Salvati ad esporsi: «I lavori sono stati fatti dall’azienda ospedaliera. Evidentemente – replica via social a chi la sollecita sul tema – le terre armate realizzate hanno evidenziato problematiche evidenti. Provvederemo, come da nostra competenza, a richiedere all’azienda una relazione sull’accaduto, la documentazione di collaudo dell’opera e una verifica dell’intero lavoro effettuato su aree di loro proprietà».

Il ‘Santa Maria’: «Fenomeno molto circoscritto»

E l’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’, nel pomeriggio di mercoledì, ha fatto il primo punto della situazione: «Nella primissima mattina di oggi (mercoledì, ndR), probabilmente a causa delle notevoli piogge dei giorni scorsi, è avvenuto uno smottamento di terreno nel pendio immediatamente sottostante l’ospedale.  Tale smottamento – spiega l’azienda – ha interessato un tratto di pendio molto limitato (circa 7/8 metri) rispetto all’intervento di consolidamento che l’azienda ospedaliera aveva già effettuato (circa 200 metri). Si tratta di un fenomeno molto circoscritto, ma che ha coinvolto anche un palo dell’illuminazione pubblica che ha bloccato la strada. Alle 14.30 di oggi (mercoledì, ndR) è stato effettuato un sopralluogo congiunto con il Comune, con il Rup, il direttore dei lavori e la ditta che ha effettuato i lavori di consolidamento nella zona adiacente per verificare la situazione nell’intera zona. Nella mattinata di domani (giovedì, ndR) inizieranno i lavori per lo sgombero della carreggiata, il rimontaggio dell’illuminazione e la messa in sicurezza della parte soprastante lo smottamento di terra che ha coinvolto la strada. A seguire – conclude il ‘Santa Maria’ – saranno fatti tutti i rilievi per capire le cause di tale smottamento e definire gli interventi immediatamente necessari per il consolidamento».

Le ipotesi

Circa proprio le cause dello smottamento, iniziano a circolare le prime ipotesi. La pioggia caduta in questi giorni rappresenta l’elemento scatenante della situazione ma l’attenzione dei tecnici è posta sulla fase di realizzazione dei recenti lavori, affidati dall’azienda ospedaliera, ed in particolare sul drenaggio nella parte superiore del terreno che ha ceduto. Di fatto l’acqua piovana sarebbe filtrata nel terreno, passando al di sotto della geostuoia. Lo stesso terreno, così imbevuto, sarebbe aumentato di peso e diventato meno ‘solido’, fino a cedere: la stessa geostuoia avrebbe ‘contenuto’ lo smottamento evitando problemi peggiori. Problemi che, forse, l’eventuale presenza di alberi o piante non è detto – anzi – che avrebbe limitato, appesantendo ancora di più un terreno che, nel caso di assenza di lavori di sistemazione, sarebbe poi stato totalmente privo di drenaggio. Ma il fatto che l’acqua potrebbe non essere stata ben regimentata a monte, appare allo stato un’ipotesi che verrà vagliata quantomeno con attenzione.

Minoranze all’attacco

Sul piano politico, chi va all’attacco sono i gruppi consiliari di M5s, Pd e Senso Civico che, in una nota, scrivono: «La città cade a pezzi mentre la giunta si fa i complimenti da sola. Con la delibera 311 del 9 ottobre 2019, la giunta Latini dava il nullaosta per i lavori di consolidamento della scarpata di colle Obito. Dopo circa un anno dal taglio indiscriminato delle essenze arboree – affermano i tre gruppi consiliari di opposizione -, quella stessa scarpata e franata occupando interamente la carreggiata della strada che porta all’ospedale. Per l’ennesima volta ci troviamo a costare come la gestione del verde a Terni sia stata condotta completamente a casaccio, conducendo imponenti campagne di taglio di varie essenze arboree e lasciando in piedi spesso alberi che sono crollati alle prime intemperie. Questo a testimonianza del fatto che manca un piano della gestione del verde. Capiamo la necessità di mettere in sicurezza i cittadini, ma senza la lucidità necessaria si corre il rischio di sortire l’effetto opposto con le proprie azioni».

La replica dell’assessore Salvati

In serata è sempre la ‘titolare’ all’ambiente a tornare sull’argomento, questa volta per rispondere alle accuse – politiche e non – per l’episodio: «La propaganda è l’attività di disseminazione di idee e informazioni con lo scopo di indurre a specifici atteggiamenti e azioni, ovvero il conscio, metodico e pianificato utilizzo di tecniche di persuasione per raggiungere specifici obiettivi atti a beneficiare coloro che organizzano il processo. Per trovare questa definizione basta aprire Wikipedia. Per verificarne un esempio basta leggere gli interventi del consigliere Filipponi, ormai specializzato in questa attività. Oggi Filipponi guida parte dell’opposizione nel quotidiano attacco alla giunta Latini, in merito allo smottamento di via Giandimartalo di Vitalone, confondendo, come spesso gli capita, fischi per fiaschi. Non si capisce infatti cosa c’entri la strategia seguita dall’attuale amministrazione per la messa in sicurezza del patrimonio arboreo della città (abbattimento degli alberi che creano pericoli ai cittadini e alla circolazione e immediata ripiantumazione di nuovi alberi) con lo smottamento di via Vitalone. Innanzitutto si tratta, come è noto, di un intervento richiesto e realizzato a cura dell’azienda ospedaliera su area di sua proprietà: è intervenuta – giustamente – a causa di un precedente smottamento del 2016 che provocò la caduta di un masso sulla strada nel medesimo punto. L’azienda Santa Maria ha redatto un progetto corredato dai pareri tecnici di un geologo e di un ingegnere per la messa in sicurezza del costone e la Giunta comunale, come prevede la legge, ne ha preso atto e ha dato il nulla osta, verificando la correttezza della procedura. Rispetto a quel che è accaduto oggi, ora gli organismi – prosegue – competenti a livello tecnico accerteranno di chi siano le responsabilità in merito all’intervento fatto eseguire dall’Aosp. Ma tutto questo non c’entra proprio un bel nulla con la gestione del verde da parte della nostra amministrazione».

CROLLO A COLLE OBITO – LE FOTO DI UMBRIAON

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