Terni, svolta ex Dicat: «Prima idea albergo»

Dopo tante aste deserte c’è chi si è fatto avanti: 1.060.000 euro di offerta dalla Centro Plast. Parla il dg Centinari: «Tempi? Obiettivo restare sotto i 7 anni»

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di S.F.

Numerose aste deserte a partire dal 2011, poi tra il 2017 e il 2018 la variante parziale al Prg per nuove destinazioni d’uso nel tentativo di dargli maggior valore e attrattività. A quanto pare la tattica ha funzionato, al netto dei controlli che saranno portati avanti nei prossimi giorni: venerdì mattina a palazzo Spada c’è stata l’aggiudicazione provvisoria per l’ex Dicat di via Vittime delle Foibe. La base d’asta era fissata a 1.058.000 euro e l’unica concorrente ha offerto 2 mila euro in più: si tratta della Centro Plast srl con sede in strada delle Campore che, già tre anni fa, si era interessata.

L’ENNESIMO TENTATIVO PER L’EX DICAT

Il bliz della polizia a settembre 2019

L’area

La superficie complessiva da alienare è di 2.450 metri quadrati e il comparto è suddiviso in tre zone dopo la variante parziale approvata nel marzo 2018 dall’ex commissario straordinario del Comune Antonino Cufalo: la prima destinata ad attrezzatture di interesse comunque con quota residenziale, una seconda a verde privato con intervento di edilizio diretto e, a chiudere, l’ultima per la viabilità. La Centro Plast ha nelle scorse settimane ha effettuato il sopralluogo e quindi ha spedito l’offerta a firma Pierina Ceccarelli: a seguire la procedura – oltre al funzionario Luca Tabarrini – il dirigente alle attività finanziarie Claudio Carbone.

LA VARIANTE PARZIALE AL PRG: DOCUMENTO
LA VARIANTE PER IL CAMBIO DI DESTINAZIONE D’USO: CUFALO FIRMA

L’ingresso

Le destinazioni d’uso

Tra le possibilità risultano «attrezzature d’interesse comune ed ulteriori destinazioni per attività direzionali, per esercizi pubblici e servizi di quartiere: sedi di imprese finanziarie (banche ed assicurazioni); uffici e studi professionali, servizi alla persona, servizi culturali, servizi alle attività produttive, sportelli bancari, altri servizi privati; ristoro; attività ricettive alberghiere; attività ricettive extralberghiere; servizi socio-sanitari come case di cura, rsa, case protette; poliambulatori; consultori, asili nido, centri comunicati per anziani, centri per famiglia, uffici di cittadinanza, residenze collettive, centri di promozione sociale, centri diurni con servizi di residenzialità temporanea (oltre 10 posti)». Specificato inoltre che «l’area oggetto di vendita sarà in parte gravata da servitù di uso pubblico per la parte interessata dall’immissione stradale su via Vittime delle Foibe e dell’esistente rampa di accesso ai parcheggi interrati di corso del Popolo». La volumetria massima consentita è di 6.481 metri cubi, il 50% dei quali con destinazione residenziale.

EX DICAT, COSTANTI PROBLEMI DI DEGRADO

Stefano Centinari

La struttura ricettiva

A dare delucidazioni sul possibile – puzzle complesso da mettere insieme a stretto giro – sviluppo è Stefano Centinari, direttore generale della società: «Posso dire che la nostra famiglia è legata al territorio ternano, stiamo continuando ad investire e abbiamo intenzione di proseguire nonostante alcune condizioni economiche porterebbero a spostare i nostri interessi fuori dall’Italia: ci sono vantaggi notevoli e tangibili, talvolta in maniera evidente. Detto ciò, siamo residenti – spiega – nella zona limitrofa all’ex Dicat e vedere quell’area abbandonata ci piange il cuore, è così da anni. C’è stato un cambio di possibile destinazione d’uso ed è nostra intenzione creare una struttura ricettiva: ci sono alcuni vincoli legati al piano regolatore e, in via informale, abbiamo già fatto le nostre richieste al Comune. Si tratta di una zona di transito e di arrivo in città d’impatto, a pochi passi dalla ‘Lancia di Luce’: il riferimento cittadino si è spostato più in questo lato considerando che piazza Tacito è ancora in ‘sofferenza’».

COMUNE-CENTRO PLAST, SCHEMA CONVENZIONE PER MANUTENZIONE

Parte dell’archivio all’ex Dicat

«Prima idea albergo». I tempi e l’ostacolo archivio

Le idee ci sono. Il difficile è metterle in pratica: «Vorremmo sfruttare la nuova condizione che si è venuta a creare, anche tenendo in mente i percorsi ciclabili e la vicinanza del Nera. Certo, non è una cosa né di facilissima realizzazione né a breve termine: abbiamo iniziato a vedere progetti per quel che concerne la riqualificazione sfruttando il percorso del fiume. Una sala congressi e un albergo in quella zona sarebbe ideale: c’è un panorama bello e intorno non c’è nulla in altezza che impedisca la visuale. Speriamo di riuscirci, gli esponenti della giunta per ora ci hanno dato ascolto e non abbiamo avuto ostacoli». Tra i guai da risolvere ce n’è uno ben noto: « Il grande problema è l’archivio stoccato all’interno. Spetterebbe a noi occuparcene, ma ovviamente serve il supporto del Comune. Per ora si parla di un sogno, la cubatura e la superficie sono importanti: sicuramente la prima idea è l’albergo perché speriamo ci sia un po’ di ritorno in particolar modo per il turismo sportivo. C’è necessità di fare alloggi per chi viene temporaneamente in città. L’obiettivo è di stare – conclude Centinari – sotto i 7 anni, è la condizione che ci siamo posti. Un po’ di lungaggini arriveranno dall’archivio perché serve trovare un compromesso, qualcuno dovrà prendere una decisione in merito e ci sono delle questioni che non dipendono da noi». Tentativo avviato.

Michele Rossi

Michele Rossi (TC): «Un bel segnale di speranza nel futuro»

Esulta il consigliere comunale Michele Rossi (Terni Civica), da tempo attento alle vicissitudini dell’ex Dicat: «Con questo acquisto – afferma – finalmente si risolve un degrado di cui mi occupo da anni. La palazzina dell’ex Dicat è da un decennio simbolo storico di degrado e incuria. Una situazione insostenibile che ho denunciato più volte prima come associazione e poi da consigliere comunale. L’incomprensibile scelta di lasciare quell’immobile fuori dall intervento di corso del Popolo ha aumentato progressivamente il suo abbandono e da conservatoria di alcuni archivi comunali, è diventato negli anni, fin troppo velocemente, luogo di fortuna per bivacchi e sbandati che trascorrendo la notte all’interno mettevano a repentaglio la loro stessa sicurezza (più volte ci sono stati principi di incendio). Una situazione inaccettabile, anche perché in pieno centro città, in un punto nevralgico con l’eccezionale vicinanza al monumento moderno più importante di Terni, mi ha portato più volte anche a richiedere l’interessamento del prefetto (diverse le incursioni delle forze di polizia per sgomberarlo dai frequentatori) e a pretendere qualche mese fa in consiglio comunale almeno la muratura delle finestre, facili accessi per chiunque lo volesse. Ho cercato negli anni – prosegue Michele Rossi – di mantenere un’attenzione sempre alta e costante su questa situazione e credo che questo abbia contribuito alla soluzione di oggi. Non a caso si è arrivati ad una variante urbanistica capace di dare a quel luogo giusto valore e che ha portato prima alla messa in vendita e poi all’acquisto di oggi. Finalmente per quello spazio un futuro all’altezza di una città che nonostante le tante difficoltà, e sempre più grazie ai suoi imprenditori, dimostra capacità e voglia di rigenerare i suoi spazi degradati ed abbandonati e quindi di continuare voler crescere. È particolarmente significativo che questo avvenga oggi – conclude il consigliere di Terni Civica – che usciamo da un pesante lockdown con i suoi tanti danni economici. Un bel segnale di speranza nel futuro».

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