Terni, teatro Verdi: «Regione ci dia di più»

L’assessore Corradi nella ‘stretta’ della I° commissione consiliare: «Percorso lineare, arenato per problema tecnico. Demolizione, nessun nostro ‘paletto’». ‘Giallo’ Teknos

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di S.F.

Passi indietro, revoche e percorso tutto da ricostruire dopo anni di polemiche e tentativi di trovare la volta giusta per risolvere l’annosa questione. Le nuove idee per la rinascita del teatro Verdi, ‘off-limits’ dal 2011, sono state al centro della seduta della I° commissione consiliare venerdì mattina: l’assessore ai lavori pubblici, Sandro Corradi, facendo il punto della situazione dopo il ‘taglio’ della Giovannini Costruzioni – leggasi Krea e Officine Leoncini e c. – ha annunciato un paio di questioni interessanti: la volontà di chiedere ulteriori fondi alla Regione e la possibilità che a ‘patrocinare’ la gara sia il consiglio nazionale degli architetti.

L’assessore Sandro Corradi

TEATRO VERDI, SI RIPARTE DA ZERO: ‘TAGLIATA’ LA GIOVANNINI COSTRUZIONI

Si inizia con gli affondi: «Soldi e anni buttati» Nella commissione del presidente Faliero Chiappini, l’assessore si ritrova a dover fronteggiare attacchi e richiesta di spiegazioni da tutti i fronti. Il primo a lanciarsi è Enrico Melasecche (IlT): «Ricordo che lo studio di progettazione è stato pagato dal Comune e l’ex assessore Silvano Ricci lo dichiarò confacente all’epoca, ci sono gli atti a dimostrarlo. Magari lo ha fatto in buona fede: la delibera di consiglio dal quale è partito tutto il ‘giro’ è reale ed esistente, per non parlare di Renato Pierdonati e Stefano Bucari: il primo ha gestito la situazione per oltre due anni – poi sostituito da Mauro Cinti in qualità di Responsabile unico del procedimento – e il secondo ha detto che era tutto ok in merito all’iter. Ora ci viene detto che era tutto sbagliato e si deve rifare tutto. Otto anni di lavoro e centinaia di migliaia d’euro gettati, una presa una giro per la città». Melasecche ne ha anche per Tiziana De Angelis: «Dove sta l’assessore alla cultura? Armillei avrebbe detto qualcosa, lei niente. Ora siamo pronti ad ascoltare il nuovo ‘Messia’». Pronta replica di Ricci: «Nel 2011 andammo a Modena a vedere il progetto Poletti e capimmo che non era possibile. E l’architetto Mario Botta disse che era rilevante lavorare sulla torre scenica». In generale c’è una certa confusione sulla materia e a Corradi viene fatto notare.

Ricci e Bencivenga

LA GIOVANNINI RESTA IN SILENZIO

Corradi e le giunte precedenti L’ingegnere si prende la responsabilità di dire ‘no, così non va bene, si riparte’ e per farlo parte da lontano: «Il percorso tracciato dalle giunte precedenti è lineare e legittimo, si parlava di un restauro conservativo perché non c’era alcuna intenzione di stravolgimento. Purtroppo alla fine del processo è saltato fuori un problema molto tecnico, vale a dire che con quel tipo di lavoro non c’era abbastanza sicurezza sismica. Come mai? L’ufficio sismico diede parere positivo al progetto perché la legge prevede che si debba garantire il miglioramento sismico della struttura, ma non si specifica di quanto. Non voglio spendere otto milioni di euro su una struttura che ha ‘comportamento’ sismico quasi a zero: in linea generale ritengo che quel progetto sia da accantonare perché non c’è giusto rapporto tra il costo e ciò che ottengo. Siamo costretti a voltare pagina ed entro fine ottobre avremo le idee chiarissime».

Letizia Pellegrini

Il concorso e le convocazioni La strada – Corradi parla di quattro possibilità in merito alla gara – è delineata: «Si fa un bellissimo concorso di progettazione, inserendo nella commissione persone valide da ogni punto di vista: ci dovrà essere anche chi, magari, quel teatro lo ha calcato». L’assessore ha dichiarato di aver convocato per la settimana prossima la presidente dell’istituto Briccialdi, Letizia Pellegrini, e il numero uno del teatro stabile dell’Umbria, Brunello Cucinelli (presidente CdA) per parlare della questione e raccogliere magari delle idee da mettere sul campo. «A livello di sostenibilità – ha aggiunto Corradi – c’è già grande differenza tra 800 e 1000 posti, per non parlare dell’aspetto urbanistico: dovremo dare un volume massimo per la costruzione e servirà portare la variazione in I° commissione, molto velocemente. Sto facendo valutare ai tecnici quella che presentò l’ex assessore Andreani, vediamo. I ‘paletti’ importanti sono legati a costo e volume innanzitutto, credo sia necessario imporre un tetto a livello economico per non rischiare di dover ‘tagliare’. C’è qualcuno che ci potrebbe presentare un lavoro da venti milioni, ecco». E sopra gli otto non si va.

Marco Cecconi

L’appuntamento del 14 settembre In conclusione – ma è il primo intervento, le spiegazioni non sono terminate – Corradi fa presente che a Roma, giovedì prossimo, «ho un appuntamento con il presidente del consiglio (Corradi parla di Ordine, ndr) nazionale degli architetti, perché sarebbero disposti a patrocinare economicamente la gara. Certo, bisogna vedere cosa chiedono in cambio». Il tête-à-tête dunque, salvo sorprese, sarà con il veneto Giuseppe Cappochin.

«Conosce la Teknos? Non ho idea» Nella discussione a questo punto irrompe Marco Cecconi (FdI-An): «Assessore, lei conosce la Teknos s.r.l.? Perché il 5 settembre una determina comunale assegna un incarico professionale per il collaudo in corso d’opera per l’appalto dei lavori di restauro, adeguamento funzionale e impiantistico del teatro per 17 mila e 60. Ma non era tutto fermo?». Giusta osservazione, seppur l’atto in questione – apparso sull’albo pretorio un anno e mezzo dopo – sia datato 28 gennaio 2016. Corradi cade dalle nuvole: «Non so nulla di questa cosa e mi pare assurdo. Verificherò». Parola a Patrizia Braghiroli del M5S: «Il dato reale è che Terni non ha il teatro dal 2011. Percorso legittimo? Opinabile visti i risultati. E poi ci deve dare delucidazioni sulla demolizione».

Il problema del finanziamento Il cash latita, da tempo. Ed è un discreto fardello per il percorso teatro Verdi, considerando che palazzo Spada ha a disposizione poco meno di 3 milioni di euro (meno del 50% di ciò che servirebbe) per il nuovo processo: «Dispiace – tocca a Renato Bartolini del Pd – che si debba ripartire da zero. L’assessore ci ha comunicato che il precedente percorso è sbagliato in termini di sicurezza, prendiamo atto. Vorrei però capire che tipo di conseguenze – contenzioso con Giovannini? – avrà questa decisione e soprattutto ci sono notizie ondivaghe sul fatto che quel milione e mezzo della Regione sia ancora utilizzabile. Magari si può organizzare un nuovo consiglio comunale ‘aperto’ sul tema». Quindi la seconda tornata di Corradi.

Sandro Corradi sotto ‘attacco’ della Braghiroli

«Di Girolamo non sapeva» A Corradi è stato chiesto come sia stato possibile che nessuno sapesse in precedenza del problema di natura sismico: « Mi prendo la colpa – ha iniziato a rispondere – se c’è confusione sul teatro Verdi, non riesco a trasmettere bene le informazioni. Ripeto, il restauro conservativo non può garantire né un determinato consolidamento sismico né tantomeno il miglioramento sismico. Dalla Regione, la prima risposta sul problema tecnico legato al percorso scelto, è datata 23 maggio: nè l’ex assessore Bucari né il sindaco Di Girolamo sapevano, quest’ultimo è caduto dal pero quando gli ho dato la comunicazione».

La demolizione, i soldi e la richiesta «Tolto il prònao – sottolinea in merito alla domanda della Braghiroli – tutto il resto farà parte della gara. Sulla demolizione non ci sarà nessun nostro ‘paletto’, nel senso che sarà chi vince a doversi esprimere in merito: la mia idea è che gran parte del lavoro sarà proprio per la demolizione». Senza finanziamento non si va da nessuna parte e Corradi conclude su questo tema: «Il milione e mezzo della Regione? Sulla carta – ammette dopo il pressing di Bartolini – non c’è nulla, ma la presidente si è verbalmente impegnata sul fatto che non saranno toccati. E gli voglio chiedere – specifica quattro milioni – ulteriori fondi. Ci devo parlare». In bocca al lupo.

Melasecche e l’ex assessore Bucari

Il ‘riepilogo’ di Melasecche Uno scenario che lascia quantomeno perplesso Melasecche: «Gli stessi consiglieri di maggioranza sono rimasti perplessi rispetto ad un percorso che vede, dopo otto anni dall’insediamento della prima giunta Di Girolamo, con centinaia di ore di incontri, dopo aver speso somme importanti per una progettazione di consolidamento, “ricominciare da zero” il percorso; dietro front dell’assessore Corradi rispetto alla demolizione certa annunciata in conferenza stampa, la cui scelta verrà rimessa allo studio di progettazione che dovrà essere bandito, non si sa ancora con quali paletti ed obiettivi; la delibera di giunta sulla variante urbanistica che prevedeva nuovi volumi nella parte retrostante in Largo S. Agape che Andreani portò ripetutamente in commissione, con alterne vicende, e che Bucari aveva giudicato inutile partendo viceversa lancia in resta per l’assegnazione dell’appalto, verrà ripresa e riproposta al consiglio, vedremo in quali termini; Corradi giudica lineari otto anni di decisioni e controdecisioni, come giudica normale la spesa per una progettazione giudicata dalla Regione inadeguata dal punto di vista sismico rispetto alla spesa; forti contestazioni da parte di quasi tutti i consiglieri presenti; alle richieste di chiarire quali saranno i danni che l’impresa giudicata vincitrice dell’appalto potrebbe chiedere al Comune e che Bucari ed il secondo Rup dichiararono perfettamente in regola (salvo poi non procedere alla firma del contratto, smentendo per l’ennesima volta le dichiarazioni ufficiali) non è stata data risposta; quanto al finanziamento regionale che si sarebbe perso se entro novembre 2017 non si fosse concluso l’intervento di consolidamento, Corradi ha precisato che, come era peraltro facile immaginare, la Marini in un momento drammatico come questo per la traballante giunta di Terni non toglierà mai quel contributo; confermato che mancano comunque almeno 4 milioni rispetto al costo minimo della realizzazione complessiva con criteri strutturalmente modernissimi, tipo prefabbricato, salvo tutta una serie di possibili varianti di cui non si ha ad oggi la minima idea; Corradi si è preso la responsabilità di interrompere questo il processo amministrativo- progettuale che dura da anni (giudicandolo evidentemente anche se implicitamente sbagliato) riaprendo un processo che vedrà l’inizio dei lavori (probabilmente con la prima fase della  demolizione che continua implicitamente a sostenere) oltre la conclusione di questo mandato elettorale, ammesso e non concesso che questa consiliatura duri ancora; ciliegia sulla torta – si accoda a Cecconi – è rappresentata dalla determina dirigenziale n. 170 del 28 gennaio 2016, firma dell’ingegnere Pierdonati, che assegna l’incarico professionale esterno per il collaudo del teatro che verrebbe demolito, determina che è stata pubblicata due giorni fa all’albo pretorio del Comune. L’assessore Corradi non ne sa nulla e rimane di stucco. Ennesimo caso in cui la mano sinistra non sa cosa fa la mano destra. L’unica cosa certa è che la rappresentazione comico-teatrale di come funziona questa amministrazione aggiunge un nuovo atto ad una commedia che, come noto, è abbastanza tragica  ma ad oggi appare ben poco seria».

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