Villalago: riapertura con luci e ombre

Terni – Nella giornata di Ferragosto i primi ingressi: visitatori anche da Trevi, Roma e Rieti

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Ferragosto a Villalago? C’è chi ha approfittato della riapertura – parziale, solo la prima area camini – nella giornata di sabato per rientrare nell’area del parco ad anni di distanza dall’ultima volta. Non solo ternani: c’è chi è arrivato da Trevi scoprendo casualmente l’ingresso libero oppure da Roma per rivivere una zona già frequentata in tempi migliori, quando si svolgevano eventi e concerti. In chiaroscuro i giudizi. Non sono mancati scatti ricordo di fronte a villa Franchetti.

VIDEO – RIAPERTURA E FERRAGOSTO A VILLALAGO, LE OPINIONI DEI VISITATORI

‘Tour’ completo per diverse persone

Luci e ombre

Tra i presenti nel pomeriggio anche un gruppo proveniente da Rieti: «Le condizioni – spiega una donna che già conosceva il parco – sono peggiorate da quel che ricordavamo. Non ci è piaciuto il fatto di trovare dei tavoli rovinati e anche villa Franchetti non è migliorata». Meno negativo l’impatto per una mamma romana, in questo periodo in vacanza a Labro: «Qui ci abbiamo cresciuto i nostri figli e venivamo per tutte le ricorrenze. Un grande evento ritrovarlo aperto, abbiamo passato un ottimo Ferragosto in un’area pulita e organizzata. Speriamo che a breve lo riaprano tutto il parco».

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Le auto nel pomeriggio

Le sensazioni

Aspetti positivi e negativi, come nel 2016: «Sicuramento è pulito, ma mi aspetto – fa notare una giovane – che si possa accedere al bagno. E magari anche qualche tavolino/camino in più. Per il resto l’erba è stata tagliata, i caminetti non sono più abbandonati come in precedenza e a livello igienico le persone si comportano bene, cartacce non se ne trovano». Visitatori anche da Trevi: «Mio padre – il commento di un uomo in compagnia della moglie e delle due figlie – faceva il cuoco per il barone Paolo Franchetti e passandoci mi è tornato in mente tutto. Il parco è bello, ma sembra un po’ lasciato a sé stesso».

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La richiesta all’ingresso

Ricordi

A curiosare tra villa Franchetti e lo spazio del teatro all’aperto anche una coppia del comprensorio: «Abbiamo passato i primi anni del nostro fidanzamento qui, oltre vent’anni fa. La riapertura parziale così è un peccato: la prima cosa che no notato è la richiesta di donazione – volontaria, ingresso gratuito – per la legna. Chiedono soldi in sostanza. Il servizio offerto non è il massimo. La villa andrebbe risistemata e anche a livello di sicurezza ci sarebbe da lavorare», aggiunge guardando verso i tavoli danneggiati e le panche spezzate. Chi sorride nel parlare – molto conciso – delle nuove visite è il custode indiano, Singh Parmjit: «Circa venticinque macchine, la prima giornata è andata bene». Resta molto lavoro da fare.

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