Terni, Ztl e medici: «Andiamo al Tar, tassate un obbligo contrattuale»

Venerdì mattina l’audizione dei rappresentanti Fimmg e Snami: non c’è aria di pace al momento. Fuoco su più fronti

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di S.F.

Lo scontro è pressoché totale. D’altronde la frase di chiusura è indicativa: «Faremo ricorso al Tar, il sindacato ha avvocati e risorse per poterlo fare. Non potete tassare un obbligo contrattuale». Ad esporsi così è stata Simonetta Centurione, medico e segretario regionale della Federazione italiana medici di famiglia: lei ed Eugenio Mancuso di Snami – Sindacato nazionale autonomo medici italiani – sono stati auditi venerdì mattina in I commissione in merito al nuovo regolamento Ztl, entrato in vigore proprio in giornata. Di mezzo ci sono finiti anche il centro e le uova di Pasqua.

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Mancuso e Centurione

Attacco frontale su più versanti

Il tema è sempre il rilascio del permesso per i medici che, da ora, sarà annuale e con costo di 60 euro. Che poi sale con tutto il resto. La Centurione non ci è andata leggera nel dire la sua: «Fimmg e Snami rappresentano i 3/4 dei medici di medicina generale di Terni. Noi abbiamo sempre pagato i permessi, faccio il medico dal 1997, ma ora questa storia del pagamento da 112 euro è molto inappropriato. E se non avremo risposte adeguate faremo ricorso al Tar. Ricordo che le visite domiciliari sono su richiesta degli assistiti e non ci sono solo quelle in urgenza, ma anche quelle programmate». Tirato in ballo anche l’articolo 32 della Costituzione sulla salute. «In centro ci sono gli ambulatori ed i medici di gruppo. Ogni professionista serve circa 1.500 pazienti, poi c’è chi ha ambulatori secondari. Dobbiamo pagare per un obbligo contrattuale? Non ci sono stati concessi gli abbonamenti. Vi abbiamo chiesto parcheggi riservati per le visite domiciliari in tempi brevi e non ci è stato concesso. Perfetto. Fate. Sposteremo gli ambulatori in periferia andando contro i principi del Pnrr sull’assistenza al cittadino. Su ciò si baserà il ricorso al Tar». Poi la Centurione si è scatenata su altro: «Una piccola città che ha un centro storico ridicolo. Finora cosa avete fatto? Quattro fioriere, l’orripilante uovo di Pasqua al centro della città. Ciò è quello che avete fatto per i cittadini? Dimenticavo. Quando c’è stato l’incontro con Donzelli e Giovannelli, avete detto che eravate tutti d’accordo. Non è vero niente, vi sconfesserò». Non solo. La dottoressa non si è dimenticata delle parole del consigliere Agnese Passoni (AP) in uno dei recenti appuntamenti a palazzo Spada: «Non vogliamo mai più sentire sui social o altrove che i medici non fanno più visite, la discrezionalità spetta al medico. E nessuno di noi viene a sindacare sui vostri guadagni. Non pagherò i 112 euro e inviterò gli iscritti a fare lo stesso. Se ritarderò nel fare le visite, denuncerò il Comune per intralcio a servizio di pubblico interesse», in riferimento al fatto di dover posizionare l’auto fuori dalla Ztl e poi proseguire a piedi.

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A destra la Passoni

Le reazioni di Sterlini e Passoni. Arriva Corridore

Più pacato ma comunque deciso il giovane collega Mancuso: «Concordo con ciò che ha detto la Centurione. Il balzello annuale è un intralcio al pubblico servizio che offriamo, la visita medica è un dovere del medico. E la nostra assistenza verso anziani e persone con disabilità in questa maniera viene ostacolata. Molti colleghi – la sua versione – hanno studi in centro e andare in piedi sottrae tempo. Siamo rimasti sorpresi di non essere stati interpellati e troviamo ingiusto prendere tali decisioni senza sentire una categoria professionale. Così è un ostacolo». In casa AP si intuisce che sarà una mattinata un po’ particolare e sul posto arriva a stretto il vicesindaco Riccardo Corridore (che non parlerà, ascolterà per circa dieci minuti dopo aver raccolto gli input dell’assessore Marco Iapadre e del presidente della commissione Andrea Sterlini). Quest’ultimo si è esposto per un concetto: «Mi sento offeso quando ha detto che il centro città è ridicolo». Breve battibecco e storia chiusa. Poi ecco la Passoni: «Ho solo riportato la mia esperienza perché il pediatra non è mai venuto a casa. Le chiedo scusa, vedere un bambino che sta male è brutto. E mi spiace che ci abbia riso», la replica all’attacco della Centurione. Josè Kenny (Innovare per Terni) ha invece ricordato che «Bandecchi ha già detto che Terni fa schifo e non mi scandalizzo se lo dice», il messaggio alla dottoressa. «Sono d’accordo con i medici. Una soluzione potrebbe essere non far pagare tutti gli anni». Poteva rimanere in silenzio Francesco Maria Ferranti (FI)? Negativo: «La mission per ridurre i permessi è positiva ma avevo invitato Iapadre più volte a fare le interlocuzioni. Evidentemente non ci sono state, oppure non hanno funzionato. Ieri sera l’amministratore unico di Terni Reti era in un locale e stava spiegando il funzionamento della Ztl. I cittadini sono un po’ confusi», l’aneddoto. «Il servizio pubblico non può essere tassato»Il servizio pubblico non può essere tassato».

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Centurione e Iapadre

La difesa di Iapadre

Iapadre – in questo caso non c’era il dirigente alla mobilità Claudio Bedini con lui – a questo punto ha preso la parola: «Il regolamento non vieta e limita la possibilità dei medici di svolgere il lavoro in alcun modo. Nulla è cambiato. Mi sembra irreale che si stia qui a parlare del pagamento dei medici, lo hanno sempre fatto. Lo ha detto la Centurione. E non si limita la chance di avere un laboratorio in centro. Parcheggiando fuori forse si fa anche prima per raggiungerlo considerando la scarsità di parcheggi in centro. Inoltre la Ztl a Terni è molto piccola, si attraversa in dieci minuti. L’incontro con Donzelli? Mi fido del mio sindaco e del consigliere Francucci, erano presenti. Tutti mi hanno riportato la stessa cosa, se poi l’altra parte esce con una dichiarazione opposta non posso prendermi io la responsabilità. I confronti ci sono stati ma non si è entrati nel merito del pagamento del permesso, ma della filosofia del nuovo regolamento. E sì, è un servizio pubblico, ma in questa circostanza il permesso è per un’auto privata che può essere utilizzata in modo promiscuo. Non giocoforza un uso legato alla professione. E la durata è stata ridotta a tutti per la verifica dei requisiti. Anche il fisco ragiona in questo modo». Pace fatta? Nemmeno per idea. «Le esigenze le ascoltiamo sempre, di tutti. Ma non credo che a breve possiamo ragionarci, è stata istituita la commissione per le deroghe al permesso. Nessuno pretende di essere perfetto». Si va verso il ricorso al Tar. Di questo periodo non mancano.

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