Tra Nestlé e sindacati è guerra aperta

La multinazionale: «Incomprensibile il rinvio dell’incontro odierno», ma la replica è dura: «Tentativo goffo di spostare l’attenzione dal vero problema»

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Se, per caso, qualcuno non avesse capito bene quali siano le intenzioni della Nestlé, sulla trattativa in corso – sabato è in programma una manifestazione a Perugia e per mercoledì la Rsu della Perugina ha convocato una conferenza stampa, per fare il punto sulla vertenza – la multinazionale le chiarisce in una nota: «Il 27 settembre il vice Ministro Bellanova aveva richiesto alle parti una ripresa immediata del dialogo, senza tensioni e senza gesti unilaterali. Nestlé ha quindi convocato immediatamente il tavolo di confronto per il 3 ottobre per ripartire dagli accordi e dagli impegni sottoscritti per lo sviluppo di Perugina. Le organizzazioni sindacali hanno preferito rinviare il confronto, ritenendo prioritario protrarre le agitazioni, creando problemi di continuità produttiva che mettono a rischio la piena disponibilità dei prodotti Perugina nel maggior momento di consumo del cioccolato e a repentaglio il ruolo stesso dello stabilimento come centro produttivo europeo del Gruppo: già oggi il 40% delle produzioni derivano da commesse delle consociate Nestlé in Europa».

La manifestazione a Roma lo scorso luglio

Il piano Nestlé dice che «tornerà al tavolo il 13 ottobre pronta a confrontarsi su tutte le tematiche relative al processo di riorganizzazione in corso ed auspica che questo, per il bene della Perugina, possa avvenire in una situazione di normalità che garantisca la continuità produttiva. Il piano sociale proposto da Nestlé per garantire la sostenibilità dello stabilimento di San Sisto punta a dare a tutti i lavoratori un’alternativa lavorativa alla cassa integrazione, attraverso diversi strumenti e incentivi, per accompagnare la ricollocazione di tutte le persone interessate, con soluzioni individuate all’interno o all’esterno del Gruppo. Un piano in grado di incontrare in pieno le esortazioni del Cardinale Bassetti, giustamente preoccupato di difendere il lavoro, e con esso la dignità di lavoratori e famiglie».

UN PACCO DI BACI PER IL PRESIDENTE MATTARELLA AD ASSISI

I dettagli Secondo la multinazionale, si tratta di «un piano concreto, incentivato economicamente, ad adesione volontaria, che mette a disposizione: risorse economiche e professionali per la riqualificazione e la riconversione professionale, per sostenere il lavoratore nel ricollocamento in una nuova occupazione; incentivi economici significativi per l’esodo volontario e per incentivare le aziende ad assumere: 60 mila euro per il lavoratore e ‘dote assunzione’ fino 30 mila euro per l’azienda che assume a tempo indeterminato»

I dipendenti al Mise

I ricollocati Nestlé, poi, dice che «nonostante le perplessità e le resistenze sindacali, il piano ha già permesso la ricollocazione di 45 persone in pochi mesi. Ci auguriamo che queste perplessità possano essere quanto prima chiarite e superate perché la situazione di stallo che ne consegue rischia di far perdere le concrete occasioni di ricollocazione attualmente disponibili sul territorio presso aziende che hanno espresso interesse ad assumere lavoratori con determinati profili professionali. Lo stabilimento di San Sisto deve proseguire nel programma concordato con l’obiettivo di essere sempre più performante in termini di sicurezza, qualità e competitività, per confermarsi hub internazionale di Nestlé e continuare ad essere una realtà di riferimento nel panorama nazionale per numero e qualità dell’occupazione, grazie agli investimenti tecnologici e al piano per portare il Bacio a diventare un’icona del Made in Italy nel mondo».

Sindacati agguerriti Ma Cgil, Cisl e Uil non ci stanno: «Nestlé non sta con la Perugina. Nestlé possiede la Perugina e, come sempre, fa i suoi interessi di multinazionale, che purtroppo in questo momento divergono da quelli della fabbrica e dell’intero territorio. L’accusa di aver disertato l’incontro di oggi, 3 ottobre, la respingiamo al mittente. I manager dell’azienda sapevano benissimo che la data fissata originariamente era quella del 13 ottobre e che l’ipotesi di anticipare ad oggi l’incontro non era percorribile, anche per la grave situazione che la stessa Nestlé ha creato nello stabilimento Froneri di Parma, oggi in sciopero, con altri 160 esuberi e la volontà di chiudere la fabbrica che produce i gelati Motta, Alemagna e Antica Gelateria del Corso. Si tratta dunque di un tentativo piuttosto goffo (assurdo provare a piegare le parole del cardinale Bassetti ai loro interessi) di spostare l’attenzione dal vero problema: i licenziamenti, che i manager anche nella nota odierna confermano, continuando a parlare esclusivamente di ‘ricollocamenti’ ed ‘esodi volontari’. Noi invece vogliamo parlare di investimenti, di sviluppo, di crescita, di prodotti, di futuro per Perugina e per le centinaia di famiglie che oggi vivono grazie a questa fondamentale realtà produttiva del nostro territorio. Ma forse l’azienda è anche nervosa perché vede crescere la solidarietà di un’intera regione che sabato 7 ottobre si stringerà attorno ai lavoratori di San Sisto nella manifestazione in programma a Perugia. Ebbene, noi saremo in piazza con loro per riportare il lavoro e non gli esuberi al centro della discussione».

Sabato sindacati uniti Le Segreterie di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil di Perugia esprimono tutta la propria solidarietà, il proprio sostegno ed il proprio supporto a sostegno della vertenza Perugina: «La lotta delle lavoratrici e dei lavoratori della più importante azienda della città è una battaglia comune, che riguarda tutti i lavoratori umbri e che deve necessariamente includere tutte le Vertenze delle aziende di ogni settore e di ogni rilevanza. I lavoratori metalmeccanici dell’Umbria sono alle prese con problemi importanti del proprio settore, che stenta a riprendere quota nonostante i tanti positivi proclami, purtroppo non sostenuti da concreti riscontri. Per questo motivo, per riportare il tema del Lavoro al centro degli interessi prioritari nella nostra regione, i lavoratori Metalmeccanici sosterranno tutte le iniziative e le mobilitazione necessarie». Così in una nota.

Lavoratori a Perugia

Solidarietà trasversale Dopo la Rsu di Ast e quella di Colussi, sono moltissime le fabbriche e i luoghi di lavoro pubblici e privati, così come le associazioni e i sindacati, dai quali giungono comunicati, video, foto che testimoniano la partecipazione a questa vertenza comune: da Coop Centro Italia alla Saci, dalla Polplastic a Umbria Salute Scarl, e ancora i Comuni di Umbertide, Foligno e San Giustino, la cooperativa Ducops, Ama Spa, MetalMaiora srl, Mauro Benedetti, Poste Italiane, Gesenu, gli studenti di Udu e Rete, il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale dell’Umbria, l’associazione Libera Umbria, l’Arci, le categorie sindacali dei metalmeccanici, delle telecomunicazioni, dei grafici e cartotecnici e molti altri ancora. L’elenco – fa sapere l’ufficio stampa Cgil – è in costante aggiornamento.

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