‘Trattore’ Bandecchi su rifiuti, Ater e dissesto. «L’esperimento sociale sui ternani è finito»

Terni – «I nostri ‘no’ bloccano aumenti e l’impianto di essiccamento fanghi». Tensione con l’Agenzia sul verde. Debiti: «65% ai creditori, prendere o lasciare»

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«I ternani finora sono stati gestiti in maniera discutibile tanto dalla destra quanto dalla sinistra. Sembra che questa città sia oggetto di una sperimentazione sociale su quanto possa resistere un italiano. Ecco, la sperimentazione è finita: adesso vediamo quanto possono resistere gli altri». La ‘ruspa’ del neo sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, passa sopra tutto e tutti: oggi è toccato ad Ater, Auri e alle procedure legate al dissesto dell’ente. Domani chissà. Nel tardo pomeriggio di martedì il primo cittadino e il suo vice Riccardo Corridore hanno convocato la stampa per annunciare decisioni tecniche e politiche assunte in giornata. «Oggi i ternani – ha detto Bandecchi – saranno forse meno benvoluti in Umbria, ma sicuramente respireranno meglio e avranno più dignità». Andiamo per ordine.

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«Siccome stiamo intervenendo a tappeto sulla manutenzione del verde – ha detto Corridore -, perchè il territorio è in condizioni vergognose, oggi abbiamo appreso dalla cooperativa che se ne occupa che tutta una serie di aree e spazi, spesso prossimi a case popolari e mai curati, sono di competenza dell’Ater. Che quindi deve procedere al taglio e alla gestione. Intanto abbiamo inviato la polizia Locale per sanzionare eventuali inadempimenti, non sopportabili perché spesso riguardano persone in difficoltà. E poi abbiamo scritto all’Agenzia per sapere quali siano gli spazi di loro competenza e di procedere, in ogni caso, alle manutenzioni previste». Bandecchi ha puntato il dito sulla dirigenza di Ater: «Ognuno ha il dovere di tenere in ordine ciò che gli compete. Sulle partecipate, voglio amministratori in grado di dare risposte, altrimenti si dimettano che, come nel caso di Ater, abbiamo già figure pronte e più che adatte. Non accetto che mi si dica ‘non lo so’, nelle mie aziende non succede: manager e amministratori devono saper rispondere subito».

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Auri: un’assemblea ‘scoppiettante’

La giornata di martedì è poi stata quella di due ‘no’, da parte del Comune di Terni, nell’assemblea Auri a cui ha preso parte il vice sindaco Corridore. «Il primo – ha detto – è stato per l’adeguamento contrattuale unilaterale, un aumento del 15%, chiesto dalla Orvieto Ambiente Srl, partecipata Acea. Avrebbe avuto ricadute sulla cittadinanza e noi non siamo come il centrodestra che ha amministrato fino a pochi giorni fa, che avrebbe approvato questa delibera piegandosi a Perugia. Il voto contrario è stato verbalizzato e l’assemblea ha inteso rinviare la discussione del punto. Fra l’altro – ha aggiunto – anche nel contratto in essere con Asm ci sono aspetti che non ci tornano e con gli assessori Bordoni e Aniello li stiamo analizzando». Poi il secondo ‘no’, «quello più importante, relativo all’impianto di essiccamento fanghi previsto a Maratta con fondi Pnrr. L’aumento tariffario per consentirne la realizzazione sarebbe stato del 25% e noi ci siamo opposti, dando tutte le motivazioni del caso. Terni – ha detto Corridore – ha criticità ambientali in serie, residui delle acciaierie che non interessano alla Regione e un traffico veicolare che strozza la Conca. Con l’impianto di Maratta avremmo centinaia di mezzi pesanti in più, oltre ad un’infrastruttura inquinante. Mentre in provincia di Perugia i fondi Pnrr vanno a finanziare progetti culturali, urbanistici, sociali, qui si usano per creare un impianto di essiccamento fanghi. Con il nostro ‘no’ abbiamo chiarito a tutti e al governo di destra-centro che guida la Regione, che Terni non è più disposta ad essere trattata come la fogna dell’Umbria. Non solo la delibera non è stata approvata, ma è stata rinviata all’unanimità all’assemblea perché venga nuovamente discussa. Ad oggi il progetto è stato bloccato e rimesso in discussione». Bandecchi ha detto di non escludere «che in futuro l’impianto, messo in condizioni di massima sicurezza, venga realizzato. Ma in cambio di milioni, perché i danni vanno bilanciati e soprattutto d’ora in poi Terni dà solo se riceve. Altrimenti queste schifezze le facciano altrove. L’Umbria inizia a capire che Terni non è passiva e non accetta ogni cosa: vogliamo avere un trattamento più rispettoso e vogliamo che la Regione si interfacci meglio con noi. Anche le Province – ha aggiunto – oggi sono squilibrate e da cambiare: quella di Terni deve contare almeno 350 mila abitanti. D’ora in poi manderemo per traverso tutto ciò che non dà prestigio o denaro ai ternani».

Dissesto: «65%, prendere o lasciare»

Il finale è tutto per il dissesto: «Qualche polpetta avvelenata – ha detto il sindaco – il centrodestra ce l’ha lasciata. E l’incapacità di chi ci ha preceduto inizia ad apparire sempre più ampia. Sul dissesto, restano da pagare 34 milioni: 20 sono ‘fuffa’, ovvero al tempo stesso debiti e crediti per il Comune di Terni. Quindi tecnicamente sanabili rapidamente. Sui restanti 14, i soldi presenti in cassa ci consentono di dire ai nostri creditori: accettate il 65%, altrimenti rischiate di restare a bocca asciutta o con percentuali ancora più ridotte. Io sono convinto che siano ragionevoli e che accettino, se sono bravi accettano anche il 50%. Il dissesto non possiamo trascinarcelo dietro per troppo tempo, dobbiamo darci una mossa. Qui non ci sono più ‘amici’, ma persone ragionevoli». Poi una battuta sulla trasmissione ‘Report’ che lunedì sera si è occupata di Bandecchi e Unicusano: «Noi sappiamo giocare agli indiani, se poi i nostri nemici sono scarsi… come Report che non ha saputo dire neppure le cose giuste. Sappiate che fra ieri e oggi abbiamo avuto contatti per iscriversi ad ingegneria come neppure negli ultimi dieci anni».


Il plauso del M5s

Il Movimento 5 stelle, attraverso il gruppo territoriale di Terni con i consiglieri Thomas De Luca (regionale) e Claudio Fiorelli (comunale), apprezza il passo compiuto dall’esecutivo Bandecchi in merito all’impianto di essiccamento fanghi: «Se alle parole seguiranno i fatti – scrivono in una nota -, se verrà confermato l’approccio e le posizioni così come sono state descritte nella conferenza stampa del sindaco Bandecchi e del vicesindaco Corridore contro Auri e Sii, la nuova maggioranza troverà nel M5s una sicura sponda. Su questo punto annunciamo che nelle prossime ore depositeremo i relativi atti di sindacato ispettivo presso l’assemblea legislativa dell’Umbria con richiesta di ravvedimento per quanto riguarda il progetto dei fanghi reflui di Maratta e chiarimenti immediati sul nuovo adeguamento tariffario richiesto da Acea e relativa richiesta di sospensione. Se alle parole seguiranno i fatti – aggiungono i pentastellati – verrebbe ad oggi a cadere la retorica sull’ineluttabilità dell’autorizzazione di questo tipo di impianti, di fronte ad amministrazioni impotenti costrette al ruolo di passacarte: basta la volontà politica. Al sindaco Bandecchi, viste le dichiarazioni su eventuali compensi che potrebbero fargli cambiare opinione circa le autorizzazioni sull’impianto di fanghi reflui, vogliamo ribadire che non esiste cifra che possa essere barattata con la salute dei ternani. Va interrotta la stagione di sudditanza, non solo verso Perugia ma anche verso Acea, e consigliamo alla nuova amministrazione di rivedere assolutamente anche il percorso intrapreso tra Asm e Acea, perché senza controllo pubblico delle partecipate sarà sempre più difficile fare gli interessi dei cittadini».

Ferranti (Forza Italia) soddisfatto

«In merito alla scelta dell’assemblea di Auri di rinviare la discussione sull’impianto di essiccamento fanghi – afferma il consigliere comunale di Forza Italia, Francesco Maria Ferranti – esprimo come capogruppo la mia condivisione, sottolineando come fin dal principio sono stato non favorevole a questa progettualità della quale sono poco chiari i ritorni utili e gli eventuali impatti sul territorio, oltre a considerare anche un’opinione pubblica decisamente non in sintonia con quella progettualità. Invece sono a sollecitare affinché la stessa utile celerità sia messa in campo per gli interventi di manutenzione sul castello metallico della fontana di piazza Tacito dove la ruggine va fermata immediatamente, così come lo sfaldamento della vernice bianca. Lì sono stati investiti due milioni di euro, soldi dei cittadini ternani e della Fondazione Carit ed è interesse di tutti che al di là di chi sia al governo si intervenga immediatamente. Proprio il degrado che durante i governi della sinistra portò alla chiusura della fontana, del teatro Verdi e di Cardeto – conclude Ferranti – ci insegna che intervenendo tempestivamente, si evitano chiusure per anni e si risparmiano soldi per i recuperi».

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