di S.F.
Rendiconto di bilancio 2022, Pef aggiornato e tariffe Taric 2023, doppia approvazione venerdì mattina in III commissione consiliare. Con spunti interessanti – rispetto a temi già noti e trattati – in particolar modo sulla questione rifiuti alla cascata delle Marmore.
IL DISAVANZO DA OLTRE 25 MILIONI DI EURO PER IL FAL: I DETTAGLI
GENNAIO 2023, L’ALLARME SUL FAL DELLA DIRIGENTE
IL RENDICONTO DI BILANCIO 2022 – DOCUMENTO
Il bilancio 2022
Protagonista l’assessore al bilancio Orlando Masselli e quasi tutte le persone di vertice della direzione attività finanziarie (out solo Angelo Baroni): la dirigente Grazia Marcucci, le posizioni di elevata qualificazione Alessia Almadori, Nadia Navarra, Giulia Scosta, Sandro Mariani, la coordinatrice contabile Fiorenza Pagliari e la coordinatrice amministrativa Raffaella Rossi. Delibere complesse e tecniche, non una novità: Masselli ha ricordato l’avanzo di amministrazione da 1,5 milioni di euro e la «buona gestione certificata» dai numeri. Di mezzo tuttavia c’è la rata del Fal (Fondo di anticipazione di liquidità ) che, tecnicamente, fa scattare un disavanzo da quasi 26 milioni di euro. «C’è la tenuta delle entrate tributarie e la spesa corrente è di 73 milioni. In più c’è la riduzione del debito strutturale per investimento da 119 a 112,6 milioni». Tutto liscio dunque? Chiaro che no. Alessandro Gentiletti (Senso Civico) e Francesco Filipponi (Pd) hanno spinto sulla necessità di spiegazioni da parte del collegio dei revisori dei conti, rappresentato dal presidente Carlo Ulisse Rossi: «Hanno dato dei suggerimenti, mettendo in evidenza la necessità di migliorare la capacità di riscossione dell’Ente per le entrate, specie per le extratributarie. E ci lasciano con una massa debitoria concreta». Per Federico Pasculli (M5S) il riassunto è che «prima il motto era colpa di quelli di prima, adesso che quelli di ora non sono stati in grado di riequilibrare». Rossi dal canto suo, nel dare delucidazioni sul parere positivo del collegio, ha anche specificato che da normativa c’è la possibilità di un periodo di ‘proroga’ del dissesto con nomina di un nuovo Organismo straordinario di liquidazione. Per ora a palazzo Pierfelici sono ancora in attesa di una risposta del ministero sul piano di estinzione dei debiti firmato a dicembre. Masselli infine ha specificato che c’è volontà di potenziare la macchina amministrativa con nove amministrativi per il settore finanziario. Si vedrà. Il presidente della commissione Federico Brizi (Lega), post voto, ha dedicato un minuto ai tecnici della direzione per un ringraziamento generale. Si passa al Pef.
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Pef, cascata e produzione rifiuti
Anche in questo caso apertura del titolare al bilancio con una serie di dati e considerazioni: dai ristori che il Comune mette a disposizione (250 mila euro, l’81% nell’ambito dei redditi minimi, il resto tra famiglie numerose e persone con disabilità), alla produzione dei rifiuti indifferenziati 2022 nel territorio comunale passati da 12.020.330 chili nel 2021 a quota 10.849.370: «Ci fa ben sperare che si ‘riversi’ sulla tariffa futura», il discorso di Masselli per un’eventuale decremento. L’aspetto più interessante tuttavia lo ha trattato il dirigente all’ambiente Paolo Grigioni in riferimento alla cascata delle Marmore ed ai 200 mila euro messi a bilancio: «L’appostamento è legato alle entrate dei proventi del sito turistico, si tratta di una destinazione vincolata ed è la prima volta che si fa per un Pef». Bene, motivo? «Se c’è incremento di visite e di rifiuti, in particolar modo da non residenti nel Ternano, non sarebbe stato corretto caricare i maggiori costi su chi vive qui. In questo modo alleggeriamo», ha puntualizzato. Tutto ciò perché, giocoforza, nel corso degli ultimi anni è stato rafforzato il servizio per la gestione dei rifiuti nell’area della cascata. Sia per le frequenze di intervento che per i quantitativi prodotti.
LE PARTECIPATE: LE NON ASSEVERAZIONI PER CREDITI/DEBITI
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Il +8% per utenze non domestiche
Grigioni è stato sollecitato sul Pef da Pasculli: «Per le utenze domestiche c’è un ‘calmieramento’ e si azzera. Per quelle non domestiche no, c’è un +8%». Un tema che diventa anche scomodo per Masselli in chiave elettorale. Difficile dimenticare le costanti lamentele in città per gli incrementi degli ultimi anni. Dunque? «Il tetto di aumento massimo tariffario del 5.59% è un vincolo Arera, poi si costruisce il resto. La proposta viene fatta con logica. L’8%? Non comporta in automatico – ha spiegato il dirigente – l’innalzamento della tariffa perché riguarda la quota fissa. Va rapportato a tutto, anche alla quota variabile: il calcolo di quest’ultima è la più delicata». Di mezzo ci si mette anche il fatto che le tabelle per le ripartizioni sono più che datate (Grigioni ha parlato di 2009) e di conseguenze ci sono disallineamenti. «Inoltre le stime sono state fatte sui volumi storici, qualcuno ha chiesto la riduzione e altri volumi maggiori. Chi produce meno indifferenziato avrà la tariffa ridotta», ha ribadito in chiusura. «Si può ‘giocare’ sulla ripartizione tra quota fissa e variabile». Via libera con voto contrario delle minoranze e prossimo step in consiglio comunale a maggio. In ogni caso tutti con il cellulare in mano durante i lavori, la campagna elettorale ha la precedenza.
Fiorelli attacca
Come ovvio che sia la Taric è al centro del confronto in vista delle amministrative. Ad attaccare sul tema è il candidato a sindaco del Polo alternativo Claudio Fiorelli: «Dopo l’aumento record del 40% degli ultimi anni della tassa sui rifiuti, l’assessore Masselli prima di togliere il disturbo ci lascia con un ulteriore aumento dell’8% della quota fissa per le utenze non domestiche. Così è riportato in una nota Asm allegata al Piano economico finanziario del Comune di Terni. Non bastano le imprese e associazioni che in questi anni hanno dovuto abbassare la saracinesca per via degli aumenti stratosferici registrati sulla tassa dei rifiuti. Così la destra vuole radere al suolo il tessuto economico delle piccole e medie imprese cittadine nel silenzio di tutto l’arco politico. Con la giunta del Polo alternativo, se sarò eletto sindaco, aboliremo la Taric e introdurrermo una vera tariffa puntuale sul modello Treviso, dove una famiglia media paga 198 euro di tariffa contro le 326 euro del Comune di Terni. Cittadini e imprese paghino solo per i rifiuti che realmente producono e che hanno un costo sociale, secondo il principio del “chi inquina paga” non per sostenere i costi della privatizzazione. Mentre c’è chi chiacchiera – conclude – noi continuiamo a difendere in solitudine i diritti dei ternani in consiglio comunale e faremo le barricate votando fermamente contro questo scempio».