di S.F.
L’istanza di revisione partita dal Raggruppamento temporaneo di imprese composta da Asm e Cns è di inizio gennaio. A distanza di tre mesi l’Auri ha chiuso sul cerchio su una delle tematiche più attenzionate – molto tecnica, ma il nocciolo per i cittadini sono eventuali aumenti e spese – dell’ultimo periodo, vale a dire il Piano economico-finanziario per il servizio di gestione dei rifiuti urbani. Andando al sodo, si parla di un limite alla crescita annuale delle tariffe rispetto al Pef 2022 del 5,59% ed entrate totali per oltre 23 milioni di euro (alleghiamo lo schema completo con tutti i Comuni coinvolti ed i numeri).
PEF 2022-2025, REVISIONE E CIFRE – DOCUMENTO
GENNAIO 2023, ASM CHIEDE LA REVISIONE DEL PEF 2022-2025
Cosa è successo
Asm si era attiva per un’istanza di revisione infraperiodo legato al piano tariffario 2022/2025, validato da Auri nel maggio 2022. Motivo? «Si rende necessario aggiornare alla luce della rideterminazione fatturato Taric 2021 a seguito del censimento volumetrie utenze non domestiche». Di mezzo c’è anche l’inflazione causata dal periodo Covid. Quasi tutti i trentadue Comuni del sub-ambito 4 si sono mossi per il lavoro impostato da Auri e fornire i dati necessari: Ficulle, Orvieto e Polino non hanno trasmesso la documentazione. Questione complessa: c’è stato anche un «confronto con gli uffici comunali interessati che in alcuni casi hanno avanzato richieste di chiarimenti in ordine ai documenti trasmessi», spiega l’Autorità umbra per rifiuti e idrico nella deliberazione del consiglio direttivo cui ha partecipato il sindaco Leonardo Latini. A doverlo spiegare sarà tuttavia l’assessore a bilancio e partecipate Orlando Masselli.
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Auri approva. I dati
Auri ha approvato per ogni ambito tariffario dei Comuni il limite alla crescita annuale delle entrate tariffarie: per Terni risulta essere del 5,59% con un aumento del valore Pef dai 21,9 milioni del 2022 ai 23,1 del 2023. Semaforo verde anche per i coefficienti ed i parametri utili alla predisposizione tariffaria dell’istanza di revisione infraperiodo. Sarà giocoforza coinvolta Arera, cui sarà trasmessa tutta la documentazione. I costi variabili del Piano 2023 sono quantificati in 13,5 milioni di euro, i fissi in poco meno di 9,7 milioni. Il quadro completo c’è e ora spetterà ai consigli comunali – si preannuncia bagarre, d’altronde siamo in campagna elettorale ed è difficile attendersi qualcosa di diverso – approvare il tutto. Nella tariffa, come di consueto, c’è anche il calcolo delle riduzioni. L’aumento più sostanzioso per il gestore è per i costi dell’attività di raccolta e trasporto delle frazioni differenziate: da 7 milioni a quota 7,6. Scende invece la cifra per le azioni di trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani, da 3,8 milioni a 2,8. Se ne parlerà in maniera approfondita a stretto giro.
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