di F.T.
Un documento politico a sostegno delle guardie giurate della Cesar Group – circa trenta – che rischiano di perdere il posto di lavoro in seguito al cambio di appalto per la vigilanza nelle dodici portinerie Ast. Una presa di posizione da far valere, questo l’obiettivo, nel contesto del tavolo aperto in prefettura e che martedì pomeriggio vivrà una tappa decisiva.
VIGILANTES A RISCHIO: PARLA IL SINDACO
Presa di posizione L’atto verrà votato dall’assemblea comunale durante la seduta di lunedì pomeriggio. In mattinata i sindacati sono stati ricevuti dalla terza commissione consiliare, presieduta da Sandro Piermatti, a cui hanno illustrato la situazione, sottolineando come il mancato rispetto del contratto nazionale di settore da parte dell’azienda incaricata di assumere l’appalto – la comasca Sicuritalia – «rischia di rappresentare un precedente gravissimo che può fare saltare l’intero sistema degli appalti di Ast e le norme che lo governano».
Sindacati Matteo Lattanzi (Filcams Cgil), Massimiliano Ferrante (UilTucs Uil), Angelo Manzotti e Francesco Di Antonio (Fisascat Cisl) hanno ripercorso le tappe principali della vicenda: «Ast ha affidato l’appalto per la sicurezza delle portinerie, in capo alla Cesar Group per circa 20 anni, ad un’altra società, la Sicuritalia. Quest’ultima, prima con una lettera e poi attraverso il proprio ufficio legale, ha ribadito, con motivazioni pretestuose e provocatorie, la volontà di non riassumere tutti i lavoratori ternani della Cesar impiegati nell’appalto»
Addio regole «Tutto ciò – hanno spiegato i sindacati ai consiglieri della terza commissione – in palese violazione del contratto nazionale di settore, che disciplina le riassunzioni in maniera stringente, e del decreto ministeriale 269 del 2010 che prevede pesanti sanzioni, fino alla sospensione della licenza, per le società di vigilanza privata che violano la normativa».
Senza una ragione «Le regole sono chiare – hanno detto D’Antonio, Lattanzi, Ferrante e Manzotti – e il loro mancato rispetto, rischia di far finire in mezzo alla strada trenta guardie giurate in possesso di regolare porto d’armi. Se in passato ci sono stati problemi fra Ast e la Cesar Group, questi non devono essere scaricati sulle spalle di chi ha sempre svolto il proprio dovere con professionalità e sulle loro famiglie. La prima continua ad ‘armare’ il braccio della seconda, senza spiegare perché vuole sostituire queste persone, in barba alle regole, e senza assumersi responsabilità sociali verso un territorio a cui sono stati già chiesti troppi sacrifici». I sindacati bocciano poi l’ipotesi che gli stessi lavoratori vengano riassunti da Sicuritalia e poi allocati altrove, così come la volontà dell’azienda di utilizzare a Terni una parte dei 75 ‘esuberi’ che l’azienda ha sull’area di Roma, dove in realtà vige il contratto di solidarietà che esclude appunto gli esuberi.
L’appalto Un monte annuo pari a 28 mila ore (contro le 62 mila della Cesar) per un appalto ‘aperto’ che prevede la copertura di quattro portinerie su dodici e che, proprio in virtù della sua ‘apertura’, potrebbe essere ampliato a strettissimo giro. Fino a coprire le reali necessità di Ast in merito alla sicurezza delle portinerie. Con una spesa più alta – che Ast è pronta a sostenere per ‘garantire il massimo del servizio’ – e probabilmente anche qualche unità lavorativa in più. Questo, in sintesi, il capitolato definito con Sicuritalia e che verrà nuovamente messo sotto la lente in occasione del tavolo di martedì pomeriggio in prefettura. Quello da cui i lavoratori si attendono novità, possibilmente positive, sul proprio futuro. Il precedente incontro, venerdì, era servito ad ottenere – grazie all’opera del prefetto – una proroga di cinque giorni dell’appalto. Il tutto per guadagnare tempo prezioso, un po’ di ossigeno e scongiurare -almeno per il momento – il ‘cambio della guardia’ fra nuovi lavoratori ed ‘ex’, previsto per le ore 24 di venerdì scorso, che rischiava di creare più di una tensione alle portinerie del gruppo.