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Home » Omicidio Raggi, ansia in aula per la sentenza

Omicidio Raggi, ansia in aula per la sentenza

di Fabio Toni
30 Settembre 2015
in Cronaca, In evidenza, Omicidio Raggi
Tempo di lettura: 5 minuti di lettura
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di F.T.

Trenta anni di carcere. Questa è la richiesta che il pubblico ministero Raffele Pesiri ha fatto al termine della sua requisitoria al processo contro Amine Aassoul, l’assassino reo confesso di David Raggi e che in tribunale, martedì mattina ha detto: «Non mi ricordo se l’ho commesso. Mi scuso». Per la difesa, invece, si è trattato di un omicidio preterintenzionale e il vetro con cui ‘Aziz’ ha colpito David Raggi, poteva anche essere un frammento che teneva in mano accidentalmente, forse – è la teoria difensiva – voleva dare un pugno e non ucciderlo.

L’attesa Il giudice, Simona Tordelli, aveva lasciato intendere che avrebbe pronunciato la sentenza intorno alle 15 e l’ansia – tra i parenti e gli amici di David Raggi – cresce di minutyo in minuto.

L’omicidio Un giovedì sera come tanti, anzi forse meglio. Mite come la primavera che aspetta di esplodere con il suo carico di sogni e speranze. Un’altra serata e un’altra stagione da vivere al massimo, con gli amici di sempre, quelli che a volte fanno finire in soffitta anche la parole: tanto basta uno sguardo. E su quegli sguardi così pieni di vita, da quel giovedì sera – maledetto, in realtà – è sceso un velo che torna ogni volta che la memoria va dove non vorrebbe. Lì, di fronte a quell’amico strappato alla vita nel giro di pochi minuti, da un gesto folle e assurdo, come colui che lo ha compiuto.

L’OMICIDIO DI DAVID RAGGI

Gli amici di David
Gli amici di David

Tensione in tribunale Gli amici di David erano davanti al tribunale, quando Amine Aassoul è arrivato dal carcere. Il loro dolore e la loro rabbia sono esplosi: urla e invettive contro l’assassino. Il fratello di David – Diego – è andato  fermarli:  «Non è questo che la mia famiglia vuole».

LE TENSIONE DAVANTI AL TRIBUNALE – IL VIDEO

La mamma in lacrime In silenzio e in lacrime è arrivata la mamma di David, rimasta fuori dal tribunale e sostenuta dall’affetto e dal calore degli amici e dei familiari. In aula, ad assistere all’udienza, c’è il fratello Diego.

LE FOTO DELLA GIORNATA

Amine Aassoul durante il processo
Amine Aassoul durante il processo

Il legale Massimo Proietti, il legale dalla famiglia Raggi, non accetta l’idea di un possibile sconto di pena e annuncia che chiederà una condanna per omicidio volontario con dolo diretto per il marocchino.

PARLA L’AVVOCATO PROIETTI – IL VIDEO

La folla in tribunale
La folla in tribunale

Il fratello Diego Raggi, fedele alla linea sempre tenuta dalla famiglia del ragazzo ucciso, parla di giustizia e non di vendetta.

PARLA IL FRATELLO DI DAVID, DIEGO – IL VIDEO

Gli amici Loro, gli amici da David Raggi, sono in tribunale perche sperano che chi ha ucciso quello che per loro non era solo un amico, ma molto di più, riceva una condanna esemplare. E lo dicono con chiarezza.

PARLANO GLI AMICI DI DAVID – IL VIDEO

La polizia al lavoro sul luogo dell'omicidio
La polizia al lavoro sul luogo dell’omicidio

Comune parte civile Il Gup ha anche accolto la richiesta di costituzione di parte civile presentata dai legali del Comune di Terni. Un gesto simbolico, che vuole testimoniare la presenza dell’amministrazione e la sua vicinanza a tutti coloro che sono stati colpiti dalla tragedia.

Senza un perché Era la sera del 12 marzo del 2015 e David Raggi, in piazza dell’Olmo, stava facendo ciò che più amava: stare insieme agli amici, ridere, scherzare, bere un bicchiere in santa pace fuori dal locale preferito. Quel ‘matto’ che aveva già fatto un bel po’ di casino – e che all’inizio sembrava un ubriaco qualsiasi, forse solo più ‘manesco’ – a un certo punto si era rialzato da terra. «Meno male, forse se ne va». Il tipo sembra imboccare vico dell’Olmo e David è defilato proprio per evitare problemi. Lo sguardo dei due si incrocia, ma mentre David alza le mani come a dire ‘non voglio farti del male’, l’altro lo fissa e sibila: «Che mi guardi? Cosa vuoi?». In quel momento parte la pugnalata fulminea, sferrata da Amine Aassoul al collo del ragazzo con lo stelo ‘sbeccato’ di un bicchiere. Il colpo gli rompe la giugulare e solleva un piccolo lembo dell’arteria carotide. Quella in cui il sangue viene pompato a una pressione di 120 – 80. David, che di medicina e soccorso qualcosa ne sa, si rende conto prima di tutti che la situazione è difficile, disperata.

GLI AMICI: «NESSUNA ATTENUANTE»

David Raggi, la giovane vittima
David Raggi, la giovane vittima

Le ultime parole Riesce a raggiungere il cuore della piazza, dove viene soccorso. Un viaggio drammatico, e purtroppo inutile, verso l’ospedale. David Raggi muore così, dissanguato e senza poter abbracciare per l’ultima volta i suoi cari. A loro, nel momento più terribile, manda un messaggio commovente – «Non ce la faccio ad arrivare in ospedale. Dite a mamma, papà e Diego che gli voglio bene, voglio bene a tutti» – affidato al cuore di un’operatore del 118.

UNA MORTE CHE LASCIA SENZA PAROLE

Il ricordo
Il ricordo

La reazione La tragedia scuote tutti, indistintamente. Tanto è assurda e incomprensibile. Terni si mobilita, dà vita a decine di iniziative e scende in strada una, due volte per ricordare «un ragazzo d’oro, buono e intelligente come pochi». In mezzo, i funerali in cattedrale, quando l’intera città – colpita al cuore – si stringe attorno ai familiari, vero esempio di dignità. Una partecipazione emotiva senza precedenti e che mostra a tutti ciò di cui Terni è a volte capace.

L’ADDIO A DAVID RAGGI

Amine Assoul
Amine Assoul

Rabbia Il tutto mentre attorno all’omicida, Amine Aassoul, arrestato dalla polizia di Terni subito dopo il fatto, esplode la polemica sul suo ‘status’ di clandestino. Sul perché, già espulso per via dei suoi tanti precedenti, riesca a rimettere piede in Italia come ‘richiedente asilo’: sbarcato nel maggio del 2014 fra i profughi di Lampedusa. Alla fine è il tribunale di Caltanissetta a sancire il suo status di «irregolare». Troppo tardi, purtroppo.

Il dolore che nessuno può descrivere
Il dolore che nessuno può descrivere

Giustizia Da quel tragico 12 marzo i familiari e gli amici di David Raggi non hanno mai smesso di chiedere giustizia. Lo hanno fatto con la stessa forza con cui si sono sempre opposti a qualsiasi tentativo di strumentalizzazione, non solo per evitare altro dolore, ma perché il rispetto, l’amicizia e la tolleranza erano e restano i valori fondanti di David e dei suoi cari. Ora, la giustizia – con tanto di inevitabile burocrazia – i suoi passi li ha compiuti quasi tutti. Mancano i più importanti, quelli che sanciranno – il primo a Terni, martedì – la colpevolezza di Amine Aassoul. Colui che il gip Maurizio Santoloci, sul cui lavoro poggia l’impianto del processo, ha definito «macchina da guerra criminale». Parole nette, pesanti, che cedono ora il passo ai numeri: gli anni di carcere che ‘Aziz’ dovrà scontare.

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