Conti Comune Terni: «Ricetta cdx fallita». La replica di Latini e Masselli: «No lezioni»

Riprende vigore lo scontro sull’anticipazione di tesoreria: «Rischio concreto dissesto-bis, Masselli principale responsabile». Il sindaco e l’assessore: «Conferenza mistificatoria»

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Un consiglio comunale straordinario affinché «si discuta su come affrontare quest’anno per evitare una situazione peggiore della precedente» e avere «un’azione coordinata da parte di tutti». La proposta è dei consiglieri delle minoranze del Comune di Terni e fa riferimento al possibile, nuovo dissesto dell’ente in seguito alla sentenza della Corte dei conti – sezione giurisdizionale – regionale per l’Umbria che, in estrema sintesi, ha visto uscire palazzo Spada con un ko tecnico da oltre 12 milioni di euro. Ci sarà il ricorso alla sezione centrale d’appello, nel contempo si scatena la gazzarra politica. D’altronde era già successo nell’autunno del 2020 e ora, con un nuovo documento ufficiale in mano, la partita riprende vigore. Nel mirino in particolar modo c’è l’assessore al bilancio, Orlando Masselli. Che replicherà nel primo pomeriggio.

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La conferenza

Il rischio, l’attacco e le mancate accettazioni

La storia va avanti da anni. Come noto il Comune aveva chiesto ad Unicredit – il tesoriere attuale, è in corso la quarta gara consecutiva per tentare di affidare l’appalto quinquennale – 12 milioni 521 mila euro per l’esercizio 2017 e ulteriori 1,1 milioni di interessi. Cifra complessiva di poco inferiore ai 14 milioni di euro: non è andata un granché bene, tutt’altro. «Fin dall’inizio – ha esordito il capogruppo del Pd, Francesco Filipponi – avevamo acceso un campanello d’allarme rispetto all’esito del contenzioso, convocando anche conferenza stampa con in mano le sentenze regionali di Sicilia, Lazio e Puglia (più quella legata al Comune di Bacoli). Avevamo ragione e la giurisprudenza è consolidata anche in Umbria ora con la decisione della sezione giurisdizionale». C’è anche altro cui far fronte, elemento citato di recente dallo stesso Masselli: «Ci sono le mancate accettazioni dei creditori per la procedura semplificata Osl. Chiediamo un confronto alla maggioranza per evitare conseguenze drammatiche per la città». Tirato in ballo anche un post social mattutino del sindaco Leonardo Latini (è in fondo all’articolo) su questo argomento: «La paura fa 90», la battuta di Filipponi.

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La conferenza

Simonetti, la spada di Damocle e il dissesto bis

Più sintetico Luca Simonetti del M5S: «I risultati ottenuti dal centrodestra sul tema sono molto deludenti, hanno sbagliato l’unica cosa che andava fatta. La scelta di appoggiarsi al parere del ministero ha prodotto questo: nel bilancio ordinario sono state liberate delle risorse, più ci sono stati alcuni mutui presi. Siamo ad un anno dal voto – ha sottolineato – e se il ‘giochetto’ della maggioranza è fare ricorso per poter arrivare a fine legislatura lasciando questa spada di Damocle sulla città non va bene. Non sappiamo come verrebbe affrontato il dissesto bis in questa situazione e noi ad oggi abbiamo ricevuto solo insulti alle richieste di confronto. Non ci sono soltanto i 13 milioni dell’anticipo di tesoreria ma anche i 10 milioni riguardanti la cifra dei creditori che non hanno accettato la transazione con Osl. Se oggi le ricette del centrodestra non hanno funzionato ne prendano atto».

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Orlando Masselli

Gentiletti vs Masselli

Alessandro Gentiletti (Senso Civico) ha invece puntato più sul singolo: «La questione è tecnica e politica. L’assessore Masselli è il principale responsabile dell’eventuale secondo dissesto, lui e il suo partito (FdI). Ha promesso miracoli e invece la situazione è preoccupante. La maggioranza attuale ha vinto sulle disgrazie della città, noi siamo diversi e vogliamo evitare il dissesto bis. Terni non può pagare una situazione evidente da tempo. Masselli dice che è la senatrice Valeria Alessandrini (Lega) che deve risolvere il problema con una norma ad hoc, si rimpallano. Noi proponiamo un consiglio comunale straordinario per parlarne e avere un’azione coordinata da parte di tutti. Sono stati tagliati servizi sociali ed i bandi per le persone con disabilità. Il sindaco è sempre più ostaggio delle sue paure di perdere la posizione ed il ricorso ha il solo scopo di non far vedere la situazione ai ternani». Per Paolo Angeletti (Terni Immagina) l’amministrazione «non deve fare tutto da sola e non si deve trincerare dietro un muro. Non vogliamo infierire, ma tentare di risolvere il problema».

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L’organo straordinario di liquidazione del Comune di Terni

L’accantonamento

C’è scontro anche su un ulteriore aspetto tecnico: «Masselli dice – a riprendere la parola è stato Filipponi – che ha accantonato prudenzialmente otto milioni di euro, in realtà la cifra è complessiva per tutte le partite ed i contenziosi. Il vero accantonamento per questo problema è di cinque milioni di euro». Cosa significa? «Gli altri venti milioni dovranno andare nei prossimi bilanci». Sì, perché si parla di anticipazione di tesoreria (i famosi 12 e passa milioni) ed i 10 per le mancate accettazioni della procedura semplificata Osl. «Facendo ricorso proveranno a far fronte a questa cosa», il giudizio delle minoranze. «L’area di infallibilità che cerca di avere Masselli gli si è ritorta contro, ma lui è consapevole. La situazione è drammatica e serve un atto di responsabilità per evitare di ‘regalare’ ai cittadini l’ennesimo dissesto». In aula consiliare sono poi arrivati anche Federico Pasculli e Claudio Fiorelli, entrambi M5S.

PARLANO I CONSIGLIERI DI OPPOSIZIONE – VIDEO

 

Il sindaco Latini e l’assessore Masselli

La replica di Masselli

Poche ore e sull’argomento interviene Masselli, tirato in ballo in particolar modo da Gentiletti: «Furono proprio loro – ricorda il titolare al bilancio di palazzo Spada – a dire che il parere del ministero non andava bene. Chiedemmo un parere alla sezione di controllo della Corte dei conti e ci fu detto che avevamo fatto bene. Oggi invece la sezione giurisdizionale dice che abbiamo sbagliato: faremo ricorso, noi riteniamo che il bilancio sia stato costruito sul criterio della competenza di gestione». Sguardo al passato: «Il debito lo ha fatto l’amministrazione Di Girolamo nel 2017. Vero che è poi intervenuta una norma che dice che le anticipazioni di tesoreria non fanno più debito dell’Osl, ma è intervenuta nel 2018. Ulteriore disavanzo? Sarà tecnico nel caso perché Unicredit i soldi li ha già in mano e per noi questa è un’altra ingiustizia perché è stata ‘violata’ la par condicio dei creditori. Gli altri li hanno presi al 60% quando glieli abbiamo dati, la banca se li è presi subito», la contestazione. «La De Angelis non sa di cosa parla, sono state dette bugie. Gli accantonamenti? 50% per quel che concerne la partita della tesoreria. Si poteva fare di più, con maggiori sacrifici del Comune. Continueremo ad accantonare in attesa della sentenza definitiva. Se ci sarà disavanzato tecnico sarà colmato con gli accantonamenti, altrimenti avremmo messo da parte i soldi per il bilancio dell’ente». Infine un cenno numerico sull’anticipazione di tesoreria: «Nel 2017 è stata di 12 milioni. Nel 2019, con noi, abbiamo usato 600 mila euro su 46 milioni; poi nel 2020 e 2021 zero perché abbiamo fatto politica di cassa e oggi ci sono 29,7 milioni di euro. L’anticipazione in questione l’hanno fatta loro e noi la paghiamo. Per quel che ci riguarda è stato ridotto l’indebitamento strutturale e per gli investimenti, i creditori sono stati pagati entro i termini». Masselli si è esposto anche sulla propria pagina Facebook: «Noi lavoriamo per venire a capo di 109 milioni di buffi! Le sinistre invece fanno domande surreali, chiedono le sorti dei 12 milioni di anticipo di tesoreria, dovrebbero essere loro a dirci dove siano, perché si tratta di una somma utilizzata al 31 dicembre 2017. Sento parlare della politica del gambero, che noi avremmo fatto passi indietro su questa vicenda dell’anticipo e più complessivamente sul risanamento del Comune di Terni: chi ha visto il gambero si è semplicemente specchiato, vedendo il rosso che è il segno distruttivo di questo comune, in particolare dei suoi conti. E sempre sul rosso: a volte un po’ di vergogna non guasterebbe». La sfida politica prosegue.

Valdimiro Orsini

Orsini (Misto): «Rimpallo che non serve»

Il consigliere del Gruppo Misto Valdimiro Orsini la vede diversamente. O meglio, dà un consiglio: «Un rimpallo di responsabilità che non serve alla città. A Terni occorre un bilancio che non sia gravato da partite contabili non chiuse, non servono spade di Damocle sulla testa dei contribuent ternani ma certezze e risanamento effettivo per poter poi realmente abbassare le aliquote delle addizionali e le tariffe dei servizi. Sono stato tra i primissimi – ricorda – a porre il tema dell’avanzo di tesoreria come questione non di lotta politica ma di sostanza  per avere certezze di bilancio. Una situazione conosciuta da questa amministrazione fin dal momento del suo insediamento peraltro in un quadro nominativo chiaro. Oggi ripongo anche il tema della quantificazione delle economie dei mutui disponibili al momento della dichiarazione di dissesto e se queste siano state utilizzate nell’ambito Osl o piuttosto per altre partite: sono sicuro che l’amministrazione e tutto il consiglio comunale, nell’interesse di Terni, depongano la mera contrapposizione e guardino agli interessi presenti e futuri dei cittadini e delle imprese ternane». 

La nota congiunta

A chiudere la giornata è la nota congiunta del duo Latini-Masselli: «In questa lunga vicenda dell’anticipazione di tesoreria del 2017 agitata, malamente, come una clava da un’opposizione sempre più approssimativa e rancorosa, al di là delle complesse questioni tecniche, ci sono alcune certezze. La prima certezza è che il Comune di Terni, rispetto all’ultima deliberazione della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti dell’Umbria presenterà ricorso alle sezioni unite, forte del fatto che sia il ministero dell’Interno che la sezione di controllo della Corte dei Conti avevano espresso pareri favorevoli sull’interpretazione seguita dall’amministrazione comunale. La seconda certezza – proseguono – è che stiamo parlando di questioni relative all’anticipazione di tesoreria del 2017, utilizzata per la gestione ordinaria di cassa del Comune e non restituita al tesoriere prima della dichiarazione di dissesto, spesa cioè dalle amministrazioni sostenute dal governo cittadino del Pd, all’interno delle quali ricoprivano la carica di assessori anche alcuni di coloro che nella conferenza stampa di oggi non hanno trovato di meglio che definire genericamente ‘quella roba lì’ la vicenda finanziaria in questione. La terza certezza è che la nostra amministrazione, da quando si è insediata non ha fatto altro che lavorare con coscienza, con professionalità e con senso civico per ripianare gli oltre cento milioni di debiti lasciati dalle amministrazioni di coloro che oggi hanno organizzato l’ennesima conferenza stampa mistificatoria e per far sì che i cittadini ternani subissero le conseguenze del disastro amministrativo precedente nella maniera più leggera possibile. Continueremo a lavorare e a impegnarci, senza accettare lezioni – concludono – da chi è stato già bocciato dalla storia, dagli elettori e dai numeri».

Latini e Brizi

La Lega: «Paradossale»

Tra le reazioni c’è anche quella del gruppo consigliare della Lega: «L’amministrazione Latini ha sempre agito nel rispetto delle norme e sulla base delle indicazioni fornite dalla Corte dei Conti e dal ministero dell’Interno con l’unico obiettivo di alleviare il pesante macigno del dissesto economico finanziario. È paradossale e privo di ogni logica che la sinistra cerchi di addossare delle colpe alla giunta Latini, quando sono note le responsabilità di chi in passato ha amministrato la città nella totale incapacità di far quadrare i conti e gestire la cosa pubblica. Ci stupisce – proseguono – vedere gli esponenti del Partito Democratico pontificare su criticità che loro stessi hanno creato, iniziando dal buco di bilancio, dai debiti per un ammontare di circa 100 milioni di euro che ricadranno sui ternani per i prossimi 20 anni, dall’aumento al massimo delle aliquote di Irpef e Imu, fino al noto anticipo di tesoreria, che tra l’altro risale al 2017, anno in cui a governare la città era proprio il Pd, nella cui squadra risultavano un assessore e un consigliere comunale che ancora oggi siedono tra i banchi dell’aula. In merito all’anticipo di tesoreria la giunta Latini ha già annunciato che presenterà ricorso alle sezioni unite della Corte dei Conti e che continuerà a lavorare nell’esclusivo interesse della città, consapevole di aver fatto quanto legittimamente possibile per salvare l’Ente dal baratro in cui è stata condotta dalla sinistra. Questa la strada che intendiamo percorrere. Non accettiamo lezioni da chi per anni ha rappresentato il problema e adesso finge di essere la soluzione. I cittadini non potranno mai dimenticare quello che il Partito Democratico ha fatto a Terni».

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