Comune vs tesoriere, partita ancora aperta

Terni – Giovedì il confronto in commissione sul rendiconto 2020: al centro dell’attenzione i problemi con Unicredit e la mancata parificazione contabile. Corte dei conti sempre coinvolta

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di S.F.

La mancata – seconda consecutiva dopo il 2019 – parificazione delle risultanze contabili tra il Comune di Terni ed il tesoriere, Unicredit, a causa della lunga storia legata all’anticipazione di tesoreria 2017 e gli interessi passivi maturati. Forte attenzione giovedì mattina in occasione dell III° commissione consiliare sul rendiconto di gestione 2020 approvato in giunta ad inizio mese: la partita è ancora aperta come ha specificato la dirigente alle attività finanziarie di palazzo Spada, Grazia Marcucci.

RENDICONTO DI GESTIONE 2020, DISAVANZO DI 2 MILIONI
RENDICONTO 2020, ANCORA UNA MANCATA PARIFICAZIONE CON LA TESORERIA

Palazzo Pierfelici

Riduzione entrate e numeri

In apertura ci ha pensato l’assessore al bilancio Orlando Masselli – in venti minuti – a sintetizzare la corposa documentazione: «Nonostante la significativa riduzione delle entrate – tributi e violazioni al codice della strada in particolar modo – è un conto positivo. In merito al disavanzo (resta di 2 milioni al momento) avevamo previsto di recuperare circa 623 mila euro quest’anno ed invece è andato oltre il milione. Inoltre c’è la diminuzione dell’indebitamento strutturale per circa 2 milioni. Una menzione particolare per la cassa attiva di 11 milioni senza utilizzo dell’anticipazione di tesoreria al 31 dicembre 2020. Stiamo recuperando la cassa vincolata che il Comune non aveva più a causa del dissesto finanziario». Ad ascoltare anche il Collegio dei revisori dei conti: parere positivo ed intervento in tal senso del presidente Carlo Ulisse Rocchi, con raccomandazione per redigere una determina utile alla conformità con i vincoli pre e post dissesto. «Quando abbiamo redatto il parere non era stata fatta. Deve indicare le somme vincolate e va notificata al tesoriere», la risposta al consigliere Paola Pincardini di Uniti per Terni. Tiziana De Angelis (Pd) ha chiesto delucidazioni deliberazioni per le variazioni di previsione, mentre Valdimiro Orsini (UpT) sulla spesa per il personale: «C’è un risparmio di circa 1 milione rispetto a ciò che si pensava, è dovuto alle mancate assunzioni?». Chiedere alla polizia Locale. Michele Rossi (Terni Civica) è invece intervenuto su una variazione di bilancio di previsione (la numero 34 sui fitti scolastici) non ratificata: «Perché? Cosa è successo?». In sostanza il ministero aveva messo a disposizione 60 mila euro per le scuole che a fronte della pandemia avevano chiesto ulteriori spazi. Dopodiché – a spiegarlo la dirigente Marcucci prima e l’assessore Salvati poi – c’è stata la rinuncia».

LA PROPOSTA DI RENDICONTO 2020: DOCUMENTO
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IL PARERE SUI 12 MILIONI: «NESSUN ‘BUCO’»

La commissione di giovedì mattina

Personale, Osl e tesoreria

Risponderà Masselli a questo input: «Il risparmio è dovuto in parte al mancato perfezionamento delle procedure assunzionali. Sul perché la direzione personale non abbia provveduto non so». Poi è stato Luca Simonetti (M5S) a tirare in ballo la questione più spinosa, vale a dire la mancata parificazione con Unicredit: «Cosa può comportare e quando sarà appianata la divergenza?». Storia tecnica e già dibattuta ampiamente, ma tutt’altro che conclusa: «Con Osl la partita dei fondi vincolati è aperta. Tesoriere? Ci sono di mezzo anche gli interessi e la questione è da definire nelle sedi opportune». Nel dettaglio ci entra la Marcucci: «La determina – la replica all’esponente pentastellato – prende atto della mancata conciliazione tra i conti del Comune e della tesoreria. Ricordo che siamo nell’ambito dell’anticipazione 2017, il Comune ha aperto un precontenzioso che ha visto il beneficio del parere richiesto e ottenuto dalla Corte dei conti. È statasposata la tesi ministeriale, a nostro favore». Alla base del problema i due provvisori di uscita non regolarizzati  – da oltre 1 milione – in merito agli interessi debitori dell’anticipazione: il conteggio finale non torna con Unicredit e la faccenda «sarà nuovamente rimessa all’organo competente di controllo». Palla in mano alla Corte dei conti. Per ora non se ne esce e niente previsione sulle date. La Marcucci ha inoltre riconosciuto la difformità di pareri tra le diversi giurisdizioni delle Cdc. Quesito finale: cosa accadrebbe se la giustizia ordinaria desse ragione ad Unicredit? Tirato in ballo in tal senso l’articolo 193 del Tuel, quello sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio.

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