Comune Terni, emergenza abitativa: 7 domande ammesse su 42, c’è la graduatoria

La dirigente al welfare Accardo firma e chiude la procedura dopo le recenti polemiche

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di S.F.

Bando per l’emergenza abitativa a Terni, chiusa la partita. La dirigente al welfare Donatella Accardo ha firmato il provvedimento per la graduatoria delle domande ammesse e quelle escluse: c’è il sì per appena 7 domande sulle 42 presentate, vale a dire poco più del 16%. Nel documento c’è il curioso riferimento al fatto che «ancor prima che fosse formulata e pubblicata la graduatoria degli ammessi, venivano pubblicati numerosi articoli di giornale e venivano organizzate manifestazioni di protesta da parte dei richiedenti le cui domande erano state dichiarate non ammissibili per assenza dei requisiti».

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Le domande ammesse

La vicenda

La procedura era formalmente scattata il 16 agosto scorso con l’approvazione in giunta dell’atto di indirizzo per l’assegnazione degli alloggi per l’emergenza abitativa (da non confondere con il bando per le case popolari, sono iter diversi). Il resto è storia nota ed il caso è esploso in particolar modo dopo che alcuni cittadini hanno lamentato l’esclusione per vie dei precedenti di natura penali: nelle ultime settimane ci sono stati confronti con il sindaco Stefano Bandecchi, l’assessore regionale Enrico Melasecche, il collega comunale Giovanni Maggi e anche la ‘titolare’ al welfare Viviana Altamura. La prima riunione della commissione per l’assegnazioni c’è stata il 24 ottobre, poi il caos. Con tanto di interrogazioni consiliari sia in Regione che in Comune in merito «alla possibilità di poter accogliere, ai sensi dell’art. 34, comma 5, le istanze presentate anche nel caso in cui i beneficiari non fossero in possesso dei requisiti di cui all’articolo 29 della legge regionale 23/2003». Ed ecco l’aggiornamento.

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La dirigente Accardo

Altra riunione. L’esito

Lo scorso martedì, 14 novembre, la commissione si è di nuovo riunita «per una più approfondita disamina di tutte le domande di emergenza abitativa complete, sia di quelle con la presenza dei requisiti soggettivi sia di quelle senza i citati requisiti soggettivi». Si tratta di 17 domande e la commissione ha deciso, post valutazione dei requisiti, di dare punteggio a 7. In tutto le non ammissioni sono 35 a causa di domande incomplete, inviate fuori termine o prive della condizione di emergenza abitativa. Firma la presidente del gruppo di lavoro, che è la stessa Accardo. A collaborare con lei la PO – nonché responsabile del procedimento – Erminia Bonini, Rossano Iannoni (rappresentante sindacale), l’avvocato Niccolò Bicchi (esperto in materia giuridico-amministrativa) e Beatrice Arcangeli, membro designato da Ater. Le istanze in realtà sono state 45, ma con 3 doppioni.

La reazione

Fra le famiglie escluse ci sono quelle di Federico, che è coniugato ed ha tre figli di cui uno disabile grave, e Francesca, che di figli ne ha due, una in tenera età ed un’altra maggiorenne ma gravata da problemi psichiatrici e ora assistita del Serd. «Noi – dicono – siamo stati esclusi e faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità perché la casa ci venga data. A partire dal ricorso al Presidente della Repubblica. Alla luce dei requisiti richiesti, di quelli che abbiamo fornito e documentato, delle nostre situazioni familiari – afferma Federico, che non lavora più da quando ha avuto problemi di salute -, ci siamo fatti l’idea che il Comune abbia inteso penalizzarci per aver portato avanti la protesta con presìdi sotto palazzo Spada e manifestazioni. Che avevano il solo scopo di portare l’attenzione sul disagio che ci troviamo a vivere da anni. E al quale nessuno, ancora oggi, ha saputo dare una risposta. Vorremmo incontrare il sindaco Bandecchi per esternare a lui la nostra condizioni e trovare una soluzione. Siamo convinti che sarebbe in grado. Prima – concludono – siamo stati esclusi per l’articolo 29, poi per la mancanza di un documento, insomma alla fine uno motivo è stato trovato».

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