Sottopasso Cospea Terni, variante ok. «Tempi? Due anni»

Nuovo scontro in I commissione sulle opere incomplete, il nuovo schema di convenzione ed i lavori. Poi l’approvazione. Focus sulla viabilità e l’eliminazione del passaggio a livello

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di S.F.

Cospea Alta

‘Avvisi’ di possibili problematiche con la Corte dei conti, ‘minacce’ di esposti, ulteriori chiarimenti, un paio di passaggi con toni decisamente accesi e due ore di ulteriore confronti dopo le precedenti puntate a palazzo Spada e direttamente sul posto per il sopralluogo. Fatto sta che a distanza di mesi dall’avvio dell’iter è arrivato il via libera in I commissione per la variante parziale al piano attuativo e al Prg – parte operativa – per Cospea Alta, con contestuale semaforo verde per il nuovo schema di convenzione tra Comune e Immobiliare Petrollini & Co. srl, Ital C.E.I.A. srl e G.P. Ideoplast: cinque favorevoli, due contrari ed un astenuto, ora si passa in consiglio. Dove è difficile attendersi che tutto si risolva in una manciata di minuti. Il mirino, come noto, è soprattutto sull’eliminazione del passaggio a livello con sviluppo del sottopasso di collegamento per favorire la viabilità. Tempistiche? L’articolo 10 è chiaro: «L’ultimazione dei lavori relativi alle opere di urbanizzazione dell’intero intervento comprensivo anche del completamento delle opere relative alla convenzione 36162/2005, dovrà avvenire prima della presentazione della segnalazione certificata di agibilità degli edifici previsti e non potrà superare, comunque, il termine massimo di anni due dalla stipula». Certo, poi sarà da vedere se andrà così visto il precedente.

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Cini, l’interesse pubblico e la tutela

L’estenuante confronto è iniziato poco dopo le 9 in sala consiliare. Tutto risolto dopo gli ultimi dibattiti ed il sopralluogo? Tutt’altro. Cini ha ribadito un paio di concetti in avvio dopo che l’ultima modifica alla proposta è arrivata in extremis, lunedì 15 novembre: «Ci sono state correzioni per la strada di accesso alla proprietà di Luigi Carlini e, per quel che concerne l’articolo 10, di un refuso. Inoltre c’è l’obbligo di completare le opere di urbanizzazione per il verde. Ricordo che tutto ruota intorno al grande interesse pubblico che c’è per l’eliminazione del passaggio a livello. Il Comune incasserà da Rfi oltre mezzo milione di euro (fino a 670 mila) e la ditta attuatrice avrà due anni di tempo per l’ultimazione». Ma non dall’approvazione in consiglio, bensì dalla stipula della convenzione. «In questo modo ci sentiamo tutelati giuridicamente e fattivamente, crediamo che possa andare in questo modo».

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Pococacio e Fiorini

Pococacio subito scatenata: «Approssimativi»

Tra i consiglieri di minoranza le perplessità restano. La più preparata è l’esponente de M5S che, in circa dieci minuti di intervento, ha elencato tutte le problematiche già citate nella precedente commissione: «Prima proposta a luglio, poi un’altra ad ottobre ed ora la terza di questa settimana, ma senza che ci avete inviato le tavole. Dove sono gli allegati? Ci sono delle modifiche, sarà il caso di sentire la Regione per la verifica di assoggettabilità a Via (valutazione impatto ambientale) e avere il parere della commissione comunale edilizia? L’atto è cambiato tre volte. Inoltre c’è la riduzione delle aree di interesse comune». Poi ecco il vero tema di scontro che, più volte, sarà tirato in ballo: «Perché non avete recuperato le somme dovute dopo la scadenza della convenzione originaria nel giugno 2019? Infine non c’è il quadro economico aggiornato. Andare avanti in in questo modo approssimativo non va bene, non dà garanzie. Per noi è impossibile valutare, anche perché l’atto di indirizzo della giunta parlava di nuova proposta e questa invece è una variante». La pentastellata ha posto una pregiudiziale sul prosieguo dei lavori: sarà bocciata con cinque voti contrari e tre favorevoli.

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Fiorini ‘carica’, Filipponi ‘avvisa’

Anche Emanuela Fiorini del Gruppo Misto ha puntato sullo stesso aspetto: «Una convenzione bilaterale non può essere modificata con l’atto d’obbligo unilaterale del 2019 da parte della ditta privata. Ci sono un elenco di opere incompiute e non è stato applicato l’articolo 11 della convenzione per le inadempienze». Francesco Filipponi, capogruppo Pd, segue su questo filone: «Se ne parla per la quinta volta e sulla reiterazione dell’atto d’obbligo del 2019 non si conosce la soluzione. Ricordo che l’avvocatura del Comune ha parlato di presunta illegittimità in tal senso e la situazione non è stata sanata. Quantomeno c’è un profilo da Corte dei conti. Il Comune avrebbe dovuto eseguire i lavori in danno nei confronti delle ditte. Il 10 novembre gli stessi uffici comunali scrivono che ci sono lavori non completati e che la convenzione non è stata rispettata. Non abbiamo gli elaborati grafici per la modifica all’accesso privato di Carlini», ha aggiunto.

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Cuzzucoli, Bedini, Cozza e Cini

Cini ed i bastoni tra le ruote. Bedini e la fidejussione

Con l’assessore all’urbanistica in aula ci sono il dirigente Claudio Bedini e il Rup del procedimento, Antonino Cuzzucoli: «Andiamo avanti – la replica di Cini – perché l’interesse pubblico è sovrano, la realizzazione del sottopasso è urgente. Ciò che vedo è il solito tentativo di mettere i bastoni tra le ruote e far passare il messaggio che questa amministrazione sta facendo una nefandezza. Non occorre nessun altro parere perché l’opera rimane quella, c’è solo una piccola modifica che non cambia la strategicità». C’è anche la battuta su Fiorini: «Se questo è l’effetto che le fa studiare, non lo faccia. Le problematiche di natura amministrativa non ne vediamo. L’atto d’obbligo del 2019 era per impegnarsi alla realizzazione delle opere ed è legittimo. Qui nessuno vuol nascondere nulla». A livello tecnico Bedini ha chiarito una questione: «Se scade la convenzione il Comune deve cercare di far proseguire gli impegni dei privati coinvolti, le garanzie fidejussorie ci sono. Abbiamo chiesto di completare il 100% degli interventi proprio nelle more di concludere l’iter per la variante. Sottoscrivo tutto ciò che è stato fatto. Parere Regione nuovo? No, perché le modifiche non sono rilevanti e non riguardano la Vas (la Pococacio aveva parlato della Via)». Cuzzucoli ha puntualizzato ulteriormente: «La proposta di luglio era identica, l’unica novità è il passo carrabile del privato spostato di qualche metro. Nell’ultima, di pochi giorni fa, la modifica della convenzione è legato al fatto del completamento delle opere, abbiamo dato riscontro a cittadini e commissari introducendo un qualcosa in più su questo aspetto in merito alle particelle di verde pubblico. Di fatto è stata ‘blindata’ la realizzazione».

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Rossi, Filipponi e Dominici

«State facendo come ‘quelli di prima’». Le ‘minaccette’ di esposto

Il consigliere M5S non ha mollato: «La convenzione è decaduta nel giugno 2019 e poi c’è stato l’atto unilaterale d’obbligo del privato. Perché non si è fatta la verifica in quel momento? L’articolo 11 non è stato rispettato. State facendo ciò che facevano ‘quelli di prima’. Sono trascorsi due anni e non governavo io, non ci fate la predica sul fatto che non ci sia interesse a fare il sottopasso da parte nostra. Basta dire ‘quanto siamo bravi’, i ritardi sono per causa vostra. Procedere con proroghe non va bene, i problemi si devono risolvere in modo più chiaro». Concetto ribadito da Fiorini: «Attaccarsi alle belle parole è insignificante». Secondo giro anche per Filipponi: «Cini dice che sostanzialmente riguarda il sottovia. Però nello schema di convenzione sono indicate almeno altre cinque previsioni, come il trasferimento di volumetria per 5 mila metri cubi e la riduzione della superficie destinata ad interesse comune nella Umi 11. E le strutture sportive? Completate?». Cini è costretto a rialzarsi e rispondere: «L’interesse collettivo è avere massima velocità e tranquillità per Cospea Alta, ma ciò non vuol dire che non si devono chiarire gli aspetti. I metri cubi del quale parlate non sono standard pubblici. L’articolo 11? L’applicazione avrebbe portato alla realizzazione del sottopasso dall’altro lato – verso San Valentino – con grave danno per i cittadini. Le ‘minaccette’ di esposto non ci interessano». Al solito Paolo Angeletti (Terni Immagina) è il più sintetico: «Ok al sottopasso, d’accordo. Ma tutto questo giro era necessario? Non si poteva scorporare dal resto delle opere?». Bedini replicherà con un no. Poco dopo le 11 si vota: cinque favorevoli, un astenuto (Leonelli) e due contrari. Faticoso via libera, ora palla al consiglio.

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