Terni, variante Cospea: ‘tensione’ su esproprio per nuova viabilità

Giovedì il sopralluogo della I commissione in vista dell’adozione: critiche dal comitato di quartiere e non solo. Chiesti approfondimenti sull’esproprio a Carlini

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di S.F.

L’adozione della variante parziale al piano attuativo per Cospea alta e l’adeguamento alle nuove disposizioni per il Prg a contenuto complesso che, in estrema sintesi, prevede l’eliminazione del passaggio a livello esistente, la realizzazione del sottopasso carrabile/ciclopedonale e lo ‘spostamento’ di parte della volumetria residenziale con soppressione della già prevista superficie per attività commerciali da 5.000 metri cubi. Per ora l’atto non si vota e la sensazione  è che dopo il sopralluogo odierna della I commissione non avverrà a breve: sollevati problemi non solo dal comitato di quartiere composto da Marcello Giovannetti, Alessandro Ciabacchini e Andrea Sterlini, ma anche da chi è intervenuto in loco – Piero Maroni – per difendere le ragioni del suo cliente. Vale a dire il presidente della fondazione Carit Luigi Carlini. Sì, perché è lui il proprietario dell’area da espropriare in zona. Più volte tirato in ballo il Tar, il Tribunale amministrativo regionale. La situazione è da sistemare.

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Il sopralluogo e la tensione sull’esproprio 

Insieme ai consiglieri e al comitato di quartiere si sono presentati a Cospea alta l’assessore Federico Cini, il dirigente all’urbanistica Claudio Bedini, il Rup del procedimento Antonino Cuzzucoli e Maroni: nell’iter rientra anche l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio per un terreno agricolo di Carlini (non edificabile) e il 61enne architetto si è fatto avanti – e non poco – per chiarire subito la questione. D’altronde senza prendere quel pezzo non si procede. «Chiediamo un approfondimento su come funzionerà la strada e cosa comporterà per la nostra area», ha voluto puntualizzare. «Fateci vedere. Non vogliamo creare problemi – ha aggiunto -, anzi, l’intenzione è risolvere il problema senza che vengano toccati interessi. Vogliamo vedere i disegni ‘esecutivi’». Finita qua? Nemmeno per sogno. Quando ci si è spostati direttamente all’altezza del passaggio a livello da rimuovere è scattata la fase dello ‘studio’ su carta di fronte alla zona coinvolta per l’esproprio (c’è anche il fattore economico da considerare, l’offerta è ritenuta bassa): minuti di tête-à-tête tra Maroni, Del Pinto (il progettista della variante, le ditte coinvolte sono la società Immobiliare Petrollini & Co. Srl, la ITAL C.E.I.A. Srl. e la G.P. Ideoplast Srl) , Bedini e Cuzzucoli su questioni tecniche. «Per me esiste già un progetto approvato e potremmo dire ‘fate quello’. Le cose vanno viste con serietà». Ed è in questa circostanza che è saltato fuori il Tar. Non tanto a mo’ di minaccia quanto si possibilità.

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La variante

Le opere non terminate: altre critiche

Un pomeriggio caldo e non solo per i 31 gradi al momento del sopralluogo. Anche il comitato di quartiere ha ribadito a Cini, Bedini e Cuzzucoli che qualcosa non convince: «L’urbanizzazione non ci risulta – ad esporsi è stato Sterlini, il segretario, mentre Giovannetti è il presidente – che sia stata completata come prevedeva la convenzione scaduta nel 2016 e poi prorogata al 2019. Ad esempio non c’è il verde, non c’è l’impianto di irrigazione e molto altro. Ora è tutto tagliato bene, fino a pochi giorni fa non era così. Viene la commissione e, casualità, sono venuti a sistemare». In tal senso è stato inviato in giornata un documento riepilogativo con tutte le criticità e le mancanze rispetto al piano originario del 2008. «Il passaggio a livello è insostenibile per noi, trenta volte al giorno si abbassano le sbarre. Più aumentano i residenti e più crescono i disagi», ha aggiunto tirando in ballo anche lo sviluppo dell’area con il Cospea Village. «Melasecche ci disse che tutte le opere sarebbero state concluse entro il 2019». Beh, non è proprio andata così. «Melasecche ha promesso tante cose, ma ora non c’è più qui», la risposta del consigliere Valdimiro Orsini.

Ciò che è previsto

Il riepilogo di Cuzzucoli

Tutto ciò è avvenuto dopo il riepilogo iniziale da parte del Rup Cuzzucoli: «La nuova viabilità sarà sotto la ferrovia esistente e ci consentirà – ha ricordato – di chiudere il passaggio a livello. La larghezza sarà tale per poter accedere con tutti i mezzi pubblici e di soccorso». Ci saranno due corsie, pista ciclabile (a spese della ditta) e altezza di 5,5 metri. Per quel che concerne la variante al Prg a contenuto complesso non ci sarà nessun aumento di cubature, ma solo ‘spalmature’». A questo punto è Del Pinto che ha preso la parola: «In realtà c’è una riduzione di 5.000 mc». Con passaggio da complessivi 123.750 a 118.750 mc; le volumetrie totali residenziali sono di 116.310 mc, i restanti 2.440 per i servizi.

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Pressing sulla convenzione

Sponda politica Patrizia Braghiroli (architetto anche li, FdI) è tornare a pressare sulla convenzione e la validità: «Scaduta nel 2019, è un punto critico». Cuzzucoli ha quindi ricordato che nel 2019 fu firmato un atto d’obbligo ‘ponte’ per proseguire il rapporto: «Ci sarà una convenzione nuova», ha garantito ai consiglieri. Le perplessità tuttavia restano ed infatti in consiglio è stato votato un nuovo rinvio per l’adozione. La proposta originaria partita dalla direzione urbanistica è dello scorso 9 luglio. Si prosegue con gli approfondimenti tecnici.

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