Di Girolamo sospeso dall’Ordine dei medici

Terni, nuova tegola per il sindaco – che è anche dottore – agli arresti domiciliari: non potrà esercitare la professione. Ricorso al Riesame ancora più decisivo

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A quasi una settimana da quando è finito agli arresti domiciliari, per il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo arriva un’altra brutta notizia: l’Ordine provinciale dei medici – il sindaco è anche dottore ed ha continuato ad esercitare la professione anche durante il mandato amministrativo – ha disposto la sua sospensione. 

INDAGINE ‘SPADA’, LA STORIA

Decisione obbligata Gli esperti parlano di una decisione, di fatto obbligatoria: «A fronte di un provvedimento restrittivo nei confronti di un nostro iscritto – spiegano – scatta immediatamente la sospensione dall’attività lavorativa, per tutta la durata della carcerazione. Sia che si tratti di restrizione domiciliare (il caso del sindaco di Terni; ndr) o in istituto di pena o in ambito ospedaliero. Ma, come Ente dello stato, per procedere alla sospensione stessa, abbiamo la necessità della notifica ufficiale del provvedimento dagli organi competenti» e chiariscono che non si tratta di «un atto disciplinare puro, bensì un atto dovuto».

IL PROCURATORE: «IMPOSSIBILE FARE IN FRETTA»

‘Riesame’ decisivo Ecco, quindi, che assume una valenza ancora maggiore il ricorso al tribunale della Libertà che Di Girolamo ha presentato: l’esito, a questo punto, più che determinare il futuro dell’amministrazione comunale sarà decisivo per la sua stessa vita professionale. Tornare in libertà, per Di Girolamo, significherebbe poter tornare a fare il medico. 

Bucari, Stessa strada del ricorso al ‘Riesame’ – peraltro – ha deciso di percorrere anche Stefano Bucari che, rimesso in libertà due giorni dopo l’arresto, punta a vedersi revocata anche la misura che gli impedisce di svolgere l’attività di assessore. Le decisioni del Riesame potrebbero giungere entro la seconda metà di maggio.

Dirigenti, funzionari e tecnico Il gip, intanto, non ha ancora reso note le decisioni in merito ai quattro dipendenti comunali interrogati venerdì in tribunale: il dirigente Renato Pierdonati, i funzionari Federico Nannurelli e Paolo Neri ed il tecnico Claudio Brugia. Per i primi due, anche in seguito all’interrogatorio, il pm ha confermato la richiesta di ‘sospensione dall’esercizio dei pubblici uffici ricoperti in seno al Comune’. Per gli altri, invece, l’accusa non ha inteso ribadire la richiesta.

Gli indagati L’indagine ‘Spada’ – incentrata sulla definizione e l’affidamento di tutta una serie di appalti comunali a diverse cooperative del territorio – vede indagate, allo stato, quasi quaranta persone fra amministratori, dipendenti pubblici ed esponenti delle coop. Sequestri e perquisizioni erano scattati lo scorso novembre per mano della squadra Mobile di Terni e del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza. Quasi sei mesi dopo, quando tutti si attendevano la conclusione delle indagini preliminari, sono arrivati invece gli arresti del sindaco e dell’assessore ai lavori pubblici del Comune di Terni.

TERNI IN PRIMA PAGINA: C’È MOTIVO PER GIOIRE?

Il ‘precedente’ Una vicenda non molto diversa, dal punto di vista delle contestazioni e dello schema investigativo, è quella relativa allo smaltimento del percolato dell’ex discarica comunale di Valle. In questo caso sono venti le persone indagate – quasi tutti amministratori pubblici – e l’udienza preliminare, fissata per il 10 maggio di fronte al gip Federico Bona Galvagno – lo stesso dell’operazione ‘Spada’ – si preannuncia interessante e non priva di sorprese.

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