Madre-omicida Terni, l’appello toglie 2 anni di carcere: da 16 a 14

La decisione della corte d’assise perugina nei confronti di Giorgia Guglielmi, la 29enne che abbandonò il figlio neonato in un parcheggio

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Da 16 a 14 anni di reclusione: la corte d’assise d’appello di Perugia, nella mattinata di mercoledì, ha parzialmente riformato la sentenza di primo grado emessa il 23 ottobre del 2019 nei confronti della 29enne ternana Giorgia Guglielmi, condannata per l’omicidio – volontario e aggravato per la procura ed il tribunale di Terni – del piccolo che aveva dato alla luce e abbandonato poche ore dopo la nascita, nel parcheggio del supermercato Eurospin di borgo Rivo. La morte era stata l’inevitabile conseguenza dell’assenza di qualsiasi minima cura e assistenza per un organismo così fragile. Era il 2 agosto del 2018. La madre era stata poi arrestata dalla polizia di Stato al termine di una breve indagine.

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Le motivazioni

La corte presieduta da Giancarlo Massei ha parzialmente accolto il punto di vista dei legali difensori della Guglielmi – gli avvocati Alessio Pressi e Attilio Biancifiori -, applicando lo ‘sconto’ che le motivazioni, il cui deposito è previsto entro i prossimi 90 giorni, chiariranno più precisamente. Le difese avevano chiesto la derubricazione dell’omicidio nel meno grave infanticidio e, in subordine, il riconoscimento dell’omicidio preterintenzionale e comunque un maggiore peso specifico per le attenuanti generiche. La lettura dei giudici dell’appello, con la decurtazione di 2 anni di reclusione, sarebbe incentrata su quest’ultimo aspetto, con conferma del reato di omicidio volontario aggravato dal rapporto di discendenza madre-piccolo.

Lo stato psicologico e il ‘vissuto’

In particolare i difensori della 29enne hanno rimarcato come, a loro giudizio e fra le altre cose, nella sentenza emessa con rito abbreviato dal gup di Terni, lo stesso non avesse adeguatamente tenuto conto delle risultanze della Ctu disposta dallo stesso tribunale – una perizia psichiatrica eseguita dal dottor Massimo Di Genio – che aveva evidenziato sì la capacità di intendere e di volere e quindi di stare in giudizio di Giorgia Guglielmi, ma anche un ‘vissuto’ problematico dal punto di vista personale, familiare e sociale. Con elementi di abbandono e di prostrazione psicologica ribaditi anche dalle assistenti sociali.

Ai domiciliari

Nessuna modifica invece per ciò che attiene le statuizioni civili – 30 mila euro – fissate in prima istanza dal tribunale di Terni nei confronti dell’ex compagno di Giorgia Guglielmi, padre del piccolo morto, parte civile attraverso l’avvocato Luca Leonardi. La donna è al momento ristretta presso una comunità di Morlupo (Roma), in regime di arresti domiciliari.

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