San Gemini, i cittadini a confronto col sindaco

Terni, botta e risposta con Leonardo Grimani sulla sicurezza delle scuole e l’utilizzo dell’ex consorzio agrario. Delusione per l’assenza di Fabio Paparelli

Condividi questo articolo su

San Gemini, di questi tempi, è una specie di polveriera: non bastassero le polemiche politiche, le fortissime tensioni nella maggioranza dopo lo strappo dell’ex vice sindaco Mimma Trotti sul bilancio, con il suo mancato appoggio e la conseguente defenestrazione da parte del sindaco Grimani, nella giornata di venerdì è andata in scena la protesta di un centinaio di cittadini, che si sono confrontati con il sindaco sul tema della sicurezza delle scuole e della scelta relativa alla destinazione dell’ex consorzio agrario a centro commerciale e direzionale.

PARLANO I CITTADINI – IL VIDEO

Lettera a Paparelli I genitori di alcuni studenti delle scuole di San Gemini, in una lettera che avrebbero voluto consegnare al vicepresidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli – atteso a San Gemini per un convegno su formazione e sviluppo ma assente perché impegnato altrove – scrivono che «dopo il terremoto di Amatrice, come molti altri genitori, ci siamo mossi per essere informati sullo stato di ‘salute’ degli edifici scolastici sangeminesi e abbiamo riscontrato gravi criticità relativamente alla scuola ‘Volta’ di San Gemini, situata in un ex convento del 1200. Dopo tre richieste di accesso agli atti abbiamo acquisito due verifiche di vulnerabilità sismica, che rivelavano l’esistenza di varie problematiche/carenze strutturali. Preoccupati per i nostri ragazzi, ci siamo attivati subito con il dirigente scolastico, la professoressa Antonella Rivelli, e con il sindaco Leonardo Grimani che ha dichiarato, insieme all’ufficio tecnico, di non essere stato a conoscenza sino a quel momento di tale relazione o per lo meno dei suoi contenuti».

PARLA IL SINDACO – IL VIDEO

Relazioni contrastanti I genitori hanno quindi immediatamente «chiesto la chiusura dell’edificio, ma il sindaco basandosi su un controllo visivo e speditivo dell’ingegner Angeletti, non l’ha ritenuta necessaria. Attraverso altre richieste di accesso agli atti abbiamo recepito un’altra relazione relativa soltanto alla zona pilastri che smentiva il pericolo di ‘crollo senza preavviso per carichi verticali’. Relazioni contrastanti, la cui totale contrapposizione giustificata con il cambiamento dei parametri di riferimento presi in considerazione, forse vale la pena di essere approfondita con studi ed analisi».

I collegamenti Non si sono arresi e «supportati anche dall’ingegner Bova, nostro incaricato di parte, per il cui compenso i genitori si sono auto tassati per più di 3 mila euro, abbiamo preteso ulteriori studi sullo stato dell’edificio. L’ingegner Angeletti, incaricato comunale, a fine novembre ci relazionava: ‘È soddisfacente il comportamento scatolare dell’edificio, per la presenza di collegamenti al primo livello’, mentre riteneva necessario fare dei collegamenti negli archi del teatro sottostante alla scuola poiché troppo ampi. Come si fa a dare per scontata l’esistenza dei collegamenti se nella relazione del 2003 c’era scritto che non c’erano?».

Palestra chiusa L’ingegner Angeletti «evidenziava invece gravi criticità nella struttura adibita a palestra, dove i pilastri di copertura sono semplicemente poggiati sul resto della struttura. Questa situazione ha portato alla chiusura della palestra e ad oggi, nonostante le varie promesse dell’amministrazione, risulta chiusa con grave danno per le società sportive che la utilizzavano, ma soprattutto per gli studenti che si sono ritrovati senza un luogo da utilizzare per le lezioni di educazione fisica».

I lavori L’ingegner Angeletti e l’ingegner Bova, di concerto con l’amministrazione, «hanno concordato di far fare una rilevazione con attrezzature specifiche e ben tarate eseguita da una società accertatrice che ha evidenziato la mancanza del cordolo di collegamento al primo livello e un rischio molto alto di distacco intonaci, in tutta la zona di passaggio per l’accesso alla scuola, area nella quale transitano giornalmente circa 150 ragazzi. La stessa società ha relazionato la necessità di intraprendere azioni urgenti. Ad un incontro tenutosi in Comune, a febbraio, presenti gli amministratori, i genitori, i tecnici di parte e la vice preside, ci veniva detto che il rischio era ancora accettabile, che i lavori da fare erano minimi e che anche l’impegno di spesa era modesto tant’è che il Comune metteva a disposizione metà della cifra ottenuta dall’alienazione di un immobile pari cioè a 54 mila euro».

Anna Maria Camilli e Leonardo Ceccarelli, commercianti

«Nulla di fatto» Da febbraio ad oggi «nulla è stato fatto, neanche un intervento minimo quale predisporre ad esempio un fornice per creare un passaggio in sicurezza per i nostri ragazzi e per tutti i cittadini che transitano in quell’area. Anzi, qualcosa è stato fatto a nostra insaputa: l’indice di vulnerabilità sismica, che nella relazione in nostro possesso risultava essere 1,2, è passato a 0,026. Ad oggi sappiamo che il Comune è in attesa di un progetto di miglioramento sismico, poiché non è possibile parlare di adeguamento sismico relativamente alla struttura del 1200, e che oltre ai 54 mila euro inizialmente previsti, l’ente dovrebbe accendere un mutuo di 150 mila euro per i lavori della scuola che, evidentemente, non sono così minimi come inizialmente detto».

Anna Paola Tabarrini, comitato genitori

Lo stallo «Ora ci troviamo in una situazione di stallo. Non abbiamo un canale interlocutorio con il Comune che è preso da altre problematiche quali vicende politiche. Intanto i nostri ragazzi continuano ad andare nello stesso edificio scolastico con indice di vulnerabilità pari allo 0,026 ed alto rischio distacco intonaco, lesione su corridoio dovuta alla separazione di due pareti in prossimità della torre campanaria e altre verifiche non ancora effettuate e senza poter utilizzare la palestra. Il nostro sogno è quello di avere un nuovo edificio scolastico, cosa peraltro promessa da diversi amministratori succedutisi negli anni. I nostri ragazzi hanno diritto di studiare e praticare sport in tutta sicurezza».

Commercianti in crisi Allo stesso modo i rappresentanti dell’associazione commercianti e artigiani di San Gemini, anche loro in piazza, hanno voluto evidenziare lo stato di difficoltà degli esercenti del borgo: «Non si fa nulla per sostenere il commercio e quindi il turismo, per tenere vivo il nostro paese – affermano -. La vicenda dell’ex consorzio agrario rischia di far morire i pochi negozi rimasti nel centro storico, come già avvenuto in altri comuni della zona. Questa struttura, una volta adibita a centro commerciale, graverà ancora di più sulla già difficile realtà dei piccoli esercenti del borgo».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli