di S.F.
Le linee di indirizzo erano state approvate lo scorso 18 aprile in giunta e ora il lavoro è stato completato. C’è la preadozione del ‘nuovo’ documento di programmazione delle attività commerciali – sotto il link per visionarlo – adottato in origine il 28 agosto del 2023 e, come noto, subito impugnato al Tar Umbria: ci sono integrazioni e modifiche sulle base degli input politici. Per ora non ha efficacia in quanto servirà l’ok del consiglio comunale.
APRILE 2024, SI AGGIORNA IL DPAC: LE LINEE DI INDIRIZZO
LA PREADOZIONE POST AGGIORNAMENTO: IL ‘NUOVO’ DPAC (.PDF)
IL CROLLO DEI NEGOZI IN CENTRO A TERNI
Si tratta del documento che, in sintesi, rappresenterà la disciplina sul commercio alla scala territoriale (di mezzo c’è anche il quadro strategico di valorizzazione). Ora ci sarà l’avvio della verifica di assoggettabilità a Vas, dopodiché tutti gli altri step amministrativi. Le indicazioni per le modifiche erano sette, tra le quali «l’inclusione della casistica delle aree libere dismesse quale criterio per l’applicazione delle esclusioni per interventi di rigenerazione urbana», la revisione della «norma di salvaguardia di piani o progetti approvati o procedimenti avviati» e le «verifiche sulla applicabilità e coerenza tra norme edilizie urbanistiche e
commerciale». Tutto discusso in sede di tavolo di concertazione con i soggetti interessati, associazioni di categoria comprese. C’è una certezza: «Si conferma il trend di decrescita demografica della città e le difficoltà dei settori produttivi e commerciali. Risulta invece interessante la crescita dei flussi turistici, che anche nel territorio ternano, possono determinare una significativa modifica della geografia dei consumatori».
NOVEMBRE 2023, IMPUGNATO AL TAR IL DOCUMENTO
AGOSTO 2023, SI ADOTTA IL DPAC: IL CONFRONTO IN COMMISSIONE
DICEMBRE 2023, IL DPAC ‘BLOCCA’ UN PROGETTO A MARATTA
Le modifiche normative intervenute nel contempo – a spiegarlo bene nel documento istruttorio è il responsabile del procedimento, vale a dire il dirigente allo sviluppo economico Paolo Grigioni – tendono a «rafforzare i motivi imperativi di interesse generale e a declinarli in criteri localizzativi e limitativi di talune tipologie commerciali che il Comune può utilizzare nel proprio documento di programmazione commerciale ove ricorrano esigenze ambientali, paesaggistiche, di viabilità, di congestione (ovvero insufficienza) di servizi al cittadino, pur nel rispetto del principio della libera concorrenza». Ci sono novità nell’ambito delle norme di attuazione (capitolo 1o) per «valorizzare e promuovere azioni migliorative ambientali e infrastrutturali in taluni interventi di nuovi insediamenti commerciali in determinate aree». Aggiornati inoltre i dati statistici, demografici, economici ed ambientali rispetto al 2023. In definitiva è stato dunque ridefinito il capitolo dedicato alla Nta che, così, declina in modo specifico i criteri generali (capitolo 9 del Dpac). Invariata la suddivisione delle zone secondo le varie vocazioni (residenziali, commerciali, produttive, industriali e artigianali) ed i criteri localizzativi che tendono «a limitare fenomeni di eccessiva localizzazione di grandi superfici commerciali (ad es. nella zona di Maratta-Sabbione) a discapito di aree storicamente vocate al commercio, come ad il centro storico della città». Vedremo se tali novità porteranno alla ‘pace’ con chi – i casi sono diversi – ha alzato subito la voce per l’impossibilità di sviluppare i propri progetti.
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