Terni, audizione da ‘quasi candidato’ a sindaco per Masselli

L’assessore al bilancio ha chiuso venerdì mattina la lunga serie di confronti sul Dup. Focus sulle partecipate ed il problema Taric. Il curioso scambio con Latini

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di S.F.

«Votiamo per la fiducia a Masselli». Si è conclusa con questa battuta del consigliere Michele Rossi l’audizione – breve se paragonata a quella di altri esponenti dell’esecutivo, Cini  – dell’assessore al bilancio del Comune di Terni sul documento unico di programmazione 2023/2025. Non a caso considerando che a tratti è stata quasi un’esposizione da candidato a sindaco della città. D’altronde in lizza lo è e nemmeno poco. Per il resto si vedrà. Nel mirino dei consiglieri di minoranza in particolar le società partecipate ed il patrimonio.

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Masselli

Le tematiche ed il rilancio

Masselli in circa dieci minuti ha fatto il punto sul Dup per ciò che concerne le sue deleghe: ciclo rifiuti, partecipate, risanamento finanziario dell’ente, interazione tra Osl ed amministrazione nella fase conclusiva del dissesto. La parte più scontata. Poi i passaggi più particolari, quasi a far capire che c’è voglia di iniziare a fare sul serio per la possibile candidatura a sindaco: «Più sicurezza urbana con la rete infrastrutturale ed una visione più smart della città utilizzando quelle reti di proprietà pubblica che possono essere vettori di ulteriori servizi. Come i 21.800 punti luce dell’illuminazione. Su riqualificazione urbana e decoro ritengo che si possa dare maggior decoro, anche con un utilizzo condiviso di luoghi e spazi di proprietà comunale». Citato anche il Pnrr e la necessità di potenziare l’ufficio tecnico per prendere più finanziamenti nell’ottica dei bandi. Finita qua? Negativo. «Lo sviluppo della città con nuovo modello che deve partire dall’amministrazione attraverso il potenziamento dell’attività progettuale e operativa di tutte le società partecipate del Comune». Spazio anche all’educazione ambientale, il senso civico e le persone con disabilità. In definitiva un’audizione a 360 gradi, magari anche un po’ oltre le sue deleghe.

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Latini, Brizi e Masselli

La città, l’aggregazione territoriale e le critiche

L’apice della strategia comunicativa di Masselli arriva nel finale: «Il tema più importante è il riposizionamento territoriale. Dobbiamo fare in modo di creare una politica di aggregazione territoriale tale per cui la città, tramite le imprese partecipate, possa giocare un nuovo ruolo regionale e di aggregatore per tutta l’Italia centrale». Non sono mancate le osservazioni dei consiglieri di minoranza: Tiziana De Angelis (Pd) ha chiesto lumi sulle idee da mettere in campo per lo sviluppo delle aree di nuova urbanizzazione. Federico Pasculli (M5S) ha puntato su altro: «Complimenti assessore, è riuscito ad imporre la sua visione sul sindaco in merito alle partecipate. In modo non corretto secondo noi, ma comanda chi vince. Nel 2018 nelle linee programmatiche si parlava di rafforzare il ruolo pubblico delle società e invece ora c’è Acea che controlla Asm». Cenno anche al problema Taric – sarà un tema caldo in campagna elettorale – a Collescipoli per il centro socio culturale (da 367 a 1.360 euro) e la «politica del recupero del dissesto in modo discriminato che ha portato a queste disfunzionalità». Paolo Angeletti (Terni Immagina) si è fatto avanti per chiedere della situazione attuale sul patrimonio comunale, mentre Michele Rossi (Terni Civica) è tornato sulla partecipazione ai pubblici: «Come giudica ad oggi questa capacità progettuale degli uffici?». Nel contempo scena curiosa: entra il sindaco Latini, rapido scambio con il presidente della III commissione Federico Brizi e stretta di mano con Masselli, più che sorridente nella circostanza. «Manca solo il rito della campanella», commenterà poi scherzando un consigliere.

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Pasculli e Simonetti

Mirino sulle partecipate

L’assessore al bilancio in replica ha spiegato che «le politiche di bilancio sono state viziate da una situazione finanziaria disastrata. Con grande fatica è stata rimessa in sesto ma c’è molta strada da fare, è necessaria una sinergia tra l’Osl e l’amministrazione. Per farlo abbiamo dovuto alienare il patrimonio che non serviva e valorizzare ciò che serve a fini istituzionali. In cinque anni dismissioni per 8,3 milioni di euro, tutto messo a disposizione dell’Organo straordinario di liquidazione. E le spese correnti sono ancora molto elevate». Come noto c’è il problema del Fal, il Fondo anticipazioni liquidità: «Preso nel 2014, dobbiamo onorarlo. Inciderà sui conti dell’ente per 2,7 milioni l’anno. Le partecipate? Cinque anni fa nessuno dei presenti aveva contezza della reale, drammatica situazione. Non sono d’accordo sulla visione catastrofica del nuovo assetto, ricordo che il Sii è controllato in maggioranza dal Comune tramite Asm». A chiudere il cerchio il commento sulle periferie: «Come si portano più vicine a noi? Molto si è fatto con i patti di collaborazione e tanto si dovrà fare, anche grazie al regolamento sulle antiche municipalità». Un’ora e tutti via per un caffé offerto da Masselli. In ogni caso, in un verso o nell’altro, il centrodestra la quadra dovrà trovarla e pure di corsa. Con Latini dato ancora per ‘favorito’ nonostante lo scontro con i consiglieri leghisti. In tutto ciò manca ancora l’approvazione in consiglio del bilancio di previsione 2023/2025 ed è un problema.

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