Terni, Corso del Popolo vs Comune e Osl: si prosegue in tribunale

Atto di citazione della società dopo la parziale esclusione del credito vantato per la concessione 2005 e gli atti aggiuntivi. Ricavi parcheggio, resta il nodo

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di S.F.

Il tavolo tecnico – numerosi gli incontri svolti per trovare un accordo bonario – non è andato proprio a buon fine e ora si procede per altre vie. Lo scontro tra la Corso del Popolo S.p.A., il Comune di Terni e l’Organo straordinario di liquidazione vive un’altra puntata: la società del presidente Alessandro Mastrofini li ha citati in giudizio per la vicenda legata all’istanza – presentata nel giugno 2018 – di ammissione alla massa passiva da 782 mila euro, collegata alla concessione del 7 luglio 2005 ed gli atti aggiuntivi.

AGOSTO 2019, IL DEBITO FUORI BILANCIO DA OLTRE MEZZO MILIONE: LA STORIA

Il parcheggio di Corso del Popolo

Il doppio nodo

La Corso del Popolo S.p.A. si era vista riconoscere quale debito fuori bilancio dall’Osl – era il 26 agosto del 2019 – ‘solo’ 513 mila euro, con taglio della restante parte (oltre 250 mila euro, sono crediti maturati per Imu dal 2013 al 2017) e focus particolare sui maggiori oneri di costruzione in merito al rapporto concessorio per l’intervento di completamento in attuazione del piano particolareggiato. Questo è il tema che ha portato alla citazione in giudizio. C’è poi collegata la storia degli atti aggiuntivi per la costruzione del parcheggio multipiano – c’è il perenne nodo dei ricavi -, la costruzione del ‘Pentagono’ e le opere di urbanizzazione avviate con il project financing: la società nel corso del tempo si è più volte lamentata dello squilibrio del Piano economico finanziario e della necessità di ristabilirlo. Quindi la diffida, la domanda di arbitrato – ‘no’ del Comune – e il tavolo tecnico senza successo.

NOVEMBRE 2020: MANCA L’ACCORDO TRA LE PARTI
IL V° ATTO AGGIUNTIVO DEL SETTEMBRE 2015 (.PDF)

L’organo straordinario di liquidazione del Comune di Terni

In tribunale. Il parere dell’Osl

Lo scorso 14 maggio la Corso del Popolo S.p.A. si è mossa con un atto di citazione per vedere accertato – il riferimento è al provvedimento dell’Organo straordinario di liquidazione – il proprio credito e, all’effetto, disattesa, in parte qua, «poiché invalida e/o illegittima la delibera 221 del 26 agosto 2019», puntualizza l’Osl nell’atto di costituzione in giudizio firmato da Giulia Collosi, Eleonora Albano e Massimiliano Bardani. Il patrocinio è nelle mani dell’avvocatura comunale e le spese saranno coperte con le risorse di competenza del dissesto: «La legittimazione processuale dell’Osl è limitata alle azioni esecutive e non si estende a quelle di cognizione, tanto più in considerazione della natura sostanzialmente vincolata della decisione di esclusione, a fronte di un’attestazione negativa del responsabile del Servizio competente», viene specificato dall’Organo. Dall’ammissione alla massa passiva erano stati escluse anche le richieste per il rimborso Imu e la tassa Tevere-Nera. A completare l’attuale consiglio d’amministrazione della società sono i consiglieri Sergio Anibaldi, Gianni Ercolani, Paolo Michilli e Zeno Schio, mentre a livello di composizione il 55% è nelle mani della Hce Costruzioni S.p.A. con azioni dal valore di 660 mila euro.

La questione parcheggio e la perdita

Al 31 dicembre 2020 la Corso del Popolo S.p.A. – si legge nella nota integrativa al bilancio – evidenzia una perdita di 948.584 euro, «riconducibile, essenzialmente, alle insufficienti entrate del parcheggio in concessione che non consentono di coprire i costi della gestione corrente, l’ammortamento dell’impianto e gli oneri di natura finanziaria. Nel corso dell’esercizio si è concluso il tavolo tecnico con i rappresentanti del Comune di Terni, che ha recepito le proposte di ambo le parti per il riequilibrio del Pef, a fronte delle quali si dovrà esprimere la giunta comunale. Il contratto stipulato – viene specificato – nel 2019 con la Apcoa Parking Italia S.p.A., che prevede il trasferimento alla Corso del Popolo S.p.A. della totalità degli incassi derivanti dalla gestione del parcheggio al netto del canone di propria spettanza, non consente di raggiungere l’equilibrio economico e finanziario della società». La quadra ancora non c’è.

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