Terni, riconosciuto debito fuori bilancio da mezzo milione

Riguarda un’istanza presentata nel 2018 dalla Corso del Popolo S.p.A. per maggiori oneri di costruzione: l’Osl dà il via libera per l’ammissione alla massa passiva

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di S.F.

Debito fuori bilancio da 513 mila 262 euro e ammissione alla massa passiva – da ricordare che, per chi accetterà, sarà liquidato il 60% della cifra per via della procedura semplificata – per un credito vantato nei confronti del Comune di Terni. Tutto certificato dal’Organo straordinario di liquidazione ad oltre un anno dall’istanza: a beneficiarne sarà la Corso del Popolo S.p.A. e la storia fa riferimento all’ormai annosa questione legata al convenzione di concessione firmata il 7 luglio del 2005 dall’allora dirigente Aldo Tarquini e Aldo Serafini, in quest’ultimo caso per il concessionario. In particolar modo fa riferimento al V° atto aggiuntivo approvato nel maggio 2015. Storia lunga e tecnica.

CONVENZIONE 2005, MANCANZA DI EQUILIBRIO ECONOMICO-FINANZIARIO: TAVOLO TECNICO

La motivazione

L’istanza è firmata dal legale rappresentante della Corso del Popolo, l’ingegnere Massimo Fiori: la richiesta in realtà era di 782 mila 964 euro e quindi l’Organo della presidente Giulia Collosi ha dato il via libera parziale. Motivo? Il debito fuori bilancio legato ai maggiori oneri di costruzione per 453 mila 835 euro, riconosciuto da un decreto ingiuntivo del 31 ottobre 2017 (tribunale). A ciò si aggiungono 52 mila 819 euro di interessi. C’è invece il ‘no’ per il rimborso Imu e la tassa relativa al consorzio Tevere-Nera.

ATC-CORSO DEL POPOLO: CONTRATTO RISOLTO. IL NODO PARCHEGGI

Cosa prevedeva la convenzione

Come detto tutto parte da una convenzione del 2005 che prevedeva accordi sia tra Comune e la società (costituita da Todini Costruzioni Generali S.p.A. ed Ediltevere S.p.A.), sia tra quest’ultima e la Atc parcheggi srl in subconcessione. Il documento poneva il focus su «interventi di completamento di corso del Popolo in attuazione del piano particolareggiato di zona» e nel contratto il concessionario si impegnava a realizzare un edificio da destinare ad uffici pubblici, la passerella pedonale sul fiume Nera, lo spostamento e relativo interramento di via Guglielmi, verde pubblico con impianti, opere di arredo urbano, pista ciclabile e un parcheggio per 1036 posti auto per il quale la Corso del Popolo sarebbe rimasta titolare – operazione di project financing – del diritto di gestione e sfruttamento economico in via esclusiva per trent’anni. Poi ci furono diversi atti aggiuntivi e tra questi c’è il V°: in estrema sintesi – eufemismo – si tratta di un accordo definito per la modalità di erogazione del maggior onere a – costi di costruzione per l’opera pubblica, fu approvata una variante – carico del concedente per 535 mila euro.

LO SCHEMA DEL V° AGGIUNTIVO APPROVATO NEL 2015 – DOCUMENTO

Il dirigente Marco Fattore fa parte del tavolo tecnico

La domanda di arbitrato respinta e il tavolo tecnico

Un iter che si trascina da 14 anni ormai. E che di recente ha visto la Corso del Popolo rifarsi sotto per – come già accaduto in passato – lamentare la mancanza di equilibrio economico-finanziario per il Pef del project financing, chiedendo il ripristino e, oltretutto, presentando una diffida lo scorso 31 dicembre. Mica facile per il Comune: pressing aumentato il 15 marzo 2019 con la presentazione di una domanda di arbitrato contro palazzo Spada. L’amministrazione l’ha respinta ad aprile e a luglio – parti concordi – è stato deciso di istituire un tavolo tecnico per parlare della questione: ne fanno parte il dirigente Marco Fattore ed i funzionari Walter Giammari e Piero Giorgini.

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