Crisi commercio centro Terni: «C’è rischio desertificazione, che vuol fare il Comune?»

L’input del consigliere Orsini per l’amministrazione: «La nave affonda, tante serrande abbassate». L’esempio Chieti per gli affitti

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Terni, le tante serrande abbassate in centro e la crisi del commercio. Il macrotema è contenuto in un’interrogazione a firma Valdimiro Orsini, consigliere comunale del gruppo Misto (Azione per Terni) a palazzo Spada.

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Orsini parte da una serie di considerazioni: «Gli esercizi commerciali – scrive nell’atto – rappresentano uno dei punti di forza dell’economia cittadina sia per il flusso economico che ogni anno generano, sia perché nel centro storico e nei quartieri sono parte integrante del tessuto urbano e sociale; le serrande abbassate, non sono una questione di orario, di giorno o di stagione, ma sono abbassate perché i commercianti non ce la fanno piu di fronte all’aumento dei costi dell’energia, degli affitti, delle tasse e dei tributi locali, della concorrenza dei grandi centri commerciali e dell’e-commerce; i negozi, soprattutto le piccole botteghe, fanno parte integrante dell’identità della nostra citta e sono un presidio che assicurala la cura e la pulizia delle vie e delle piazze. Sono, soprattutto, un fondamentale luogo di incontro che garantisce un punto di riferimento per chi vive in solitudine. Il venir meno di queste attività genera una catena di degrado urbano che mette a rischio la sicurezza dei cittadini».

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La desertificazione e la richiesta sulle tasse locali

Si giunge alle considerazioni: «La crisi degli esercizi di vicinato è la crisi di un’intera comunità, è la messa in discussione di uno stile di vita e la scomparsa di un servizio primario per i cittadini. Occorre arginare – prosegue Orsini – it rischio di desertificazione di alcune vie e quartieri della città; occorre un ruolo di maggiore consapevolezza sui temi dell’importanza del commercio di vicinato; urgente una inversione di rotta da parte delle istituzioni tutte. Serve imbastire, di concerto con le organizzazioni di categoria una programmazione a tutto tondo verso il mondo del piccolo commercio e soprattutto, in modo immediato, andare ad abbassare le tasse e le tariffe locali. Il Comune dovrebbe aprire un tavolo sulla crisi del commercio coinvolgendo le associazioni di categoria per concordare strategie di rilancio con gli strumenti adeguati».

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Affitti, Imu

Diverse amministrazioni – aggiunge il consigliere di Azione – hanno istituito nel «proprio bilancio un fondo per sostenere la riqualificazione degli esercizi commerciali, per il rilancio dei centri di vicinato introducendo flessibilità nelle destinazioni d’uso e tagliando gli oneri urbanistici per ristrutturazioni e recuperi, studiando anche la possibilità di destinare quote di oneri dei grandi centri commerciali a sostegno del vicinato. Alcuni Comuni hanno stipulato un patto con i proprietari degli immobili per ridurre gli affitti dei negozi, con una riduzione dell’Imu e di altre tasse locali a fronte dell’impegno a calmierare gli affitti. II Comune di Chieti, tra i primi Comuni Italiani, ha aderito al progetto ‘affitto rinegoziato’ sottoscritto da associazioni, Comune e Confidi. Chi aderisce al progetto potrà ottenere locali commerciali in affitto ad un prezzo al metro quadro molto favorevole, grazie all’impegno del proprietario a fare uno sconto del 20% a fronte del vantaggio di ottenere liquidità immediata del costo dell’affitto per una durata di due anni, rinunciando alla previsione di ulteriori garanzie (ad esempio fideiussione o deposito cauzionale, grazie ad un finanziamento agevolato concesso dalle banche e garantito da Confidi». Da qui la richiesta all’amministrazione comunale per conoscere «quali azioni e quali programmi di attrazione e supporto intende mettere in campo per aiutare e quindi garantire la continuità di questi ‘centri di presidio’ di cui la città non può fare a meno. La nave affonda serve un piano strategico per il commercio».

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