di F.T.
L’amministrazione della cultura, a Terni, passa da un ‘liberal’ ad un esponente della destra sociale, anche se di ideologico – come in molte delle vicende politiche locali – c’è davvero poco. Questione infatti di potere, e Fratelli d’Italia – chissà il dominus (obtorto collo per qualcuno) Franco Zaffini quali spettri avrà evocato per vincere la sfida, forse quelli fatali a De Augustinis nella sua Spoleto – fa semplicemente il pieno.
Perché
Intanto il partito dei ‘meloniani’ ottiene l’allontanamento dell’assessore Andrea Giuli dall’esecutivo di palazzo Spada – la carica di ‘vice’ andrà a Benedetta Salvati -, mettendo al suo posto l’avvocato Maurizio Cecconelli. Che terrà le stesse deleghe del predecessore, ad eccezione di turismo ed eventi, entrambe pesanti e destinate ad un’altra esponente di Fratelli d’Italia in giunta, Elena Proietti. Infine FdI avrà pure la presidenza della I commissione consiliare permanente, lasciata da Federico Cini (Lega). Se non è un en plein questo, poco ci manca.
L’ultimo rimpasto?
Quest’ultimo – Cini – rimpiazzerà, sul piano politico ed anche su quello delle deleghe, salvo sorprese, l’ex assessore Leonardo Bordoni. Da questo, la Lega non avrebbe mai potuto prescindere. E gli altri? Il turno dei ‘civici’ in giunta, nonostante gli appelli al sindaco perché si affrancasse dalle logiche partitiche, non è ancora arrivato. Restano delle briciole, dei contentini in termini di incarichi o visibilità. Che servono comunque a tutti per andare avanti.
Parlerà
E il clima? Giuli, chissà, forse parlerà nei prossimi giorni: escludiamo a priori banalità. Intanto per il commiato si è affidato, coerentemente a stile e pensiero, ad una poesia postata sui social: ‘Congedo del viaggiatore cerimonioso’ di Giorgio Caproni. Fra l’altro nel consiglio di lunedì s’è dovuto pure digerire la ‘stoccata’ del consigliere leghista Paolo Cicchini («si è parlato di Kostabi come se fosse un Michelangelo rinato») a conferma della totale assenza di feeling fra i due.
Chi vince e chi perde
In giunta, comunque, c’è qualche muso lungo per il trattamento riservato all’ex titolare della cultura, poco vicesindaco, forse, ma molto assessore. Chi vince (FdI, Proietti, Salvati) s’è già detto. Chi pareggia (Lega, FI, civici) appare abbastanza chiaro. Chi perde è un po’ da capire. Latini – con Terni punto di caduta anche di equilibri extra cittadini – partiva da idee abbastanza diverse rispetto alle decisioni finali assunte. Nel mentre, si è ‘giocato’ anche un uomo di fiducia (calata forse negli ultimi tempi, anche prima che il rimpasto diventasse attualità). Realismo? Per un anonimo addetto ai lavori «è un rimpasto che sa di sipario. Senza bis». Ma contano i risultati, non le impressioni. E il partito di quelli che non intendono far cadere una virgola, d’ora in poi, sembra destinato ad ampliarsi.
Rimpasto Terni, Latini fra la sua volontà e quella della politica