Rimpasto Terni, Cini per Bordoni ma sul resto è stallo

Il sindaco tiene il punto e con Fratelli d’Italia – che reclama un altro assessore – è stallo totale. Nuovo incontro nei prossimi giorni

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Altro faccia a faccia venerdì pomeriggio – questa volta con i vertici regionali (ad eccezione della Lega) dei partiti – fra la maggioranza e il sindaco di Terni Leonardo Latini, dopo le dimissioni dell’assessore Leonardo Bordoni (Lega). All’ordine del giorno, la futura composizione dell’esecutivo comunale, dopo che in precedenza il primo cittadino aveva affermato come intendesse redistribuire le deleghe di Bordoni fra gli assessori in carica, senza nuovi ingressi, anche per dare un segnale sul fronte del contenimento dei ‘costi della politica’. Posizione parzialmente modificatasi – e logicamente – con il quasi certo ingresso di un leghista (il nome è quello dell’ex responsabile comunale, consigliere e presidente di commissione Federico Cini) al posto del collega di partito dimessosi.

Il muro contro muro

A fronte della richiesta perentoria ribadita da Fratelli d’Italia – presenti il coordinatore provinciale Paolo Alunni Pistoli e il senatore Franco Zaffini -, ovvero quella di un ulteriore assessore (Maurizio Cecconelli è l’opzione) oltre ai due già presenti nell’esecutivo di palazzo Spada, il sindaco avrebbe tenuto il punto, restando sulla propria posizione: per un leghista che esce, ne entra un altro e stop. Così il braccio di ferro, o muro contro muro che dir si voglia, registra uno  stallo totale. Anche per questo maggioranza e primo cittadino si rivedranno nei prossimi giorni. E, se le cose dovessero restare così, il punto di caduta – per il partito della Meloni – potrebbe essere rappresentato dalla presidenza della commissione che Cini lascerà una volta assessore, probabilmente alcune deleghe (come quella alla sicurezza) che verranno redistribuite nel loro insieme (fra cui la ‘pesante’ urbanistica). Della vice sindacatura, in capo all’indipendente Andrea Giuli, non si sarebbe invece parlato, ma che si vada a ragionare anche lì non può essere escluso, in linea di principio.

Alla finestra, fino a un certo punto

Al tavolo c’erano anche Forza Italia – con il coordinatore provinciale Sergio Bruschini, il parlamentare Raffaele Nevi e il coordinatore regionale (e sindaco di Perugia) Andrea Romizi – che resterà con gli assessori attualmente in carica, forse con qualche delega in più. Infine i civici – rappresentati dal consigliere Michele Rossi, il coordinatore locale Giovanni Ceccotti e quello regionale (ed ex presidente del consiglio comunale di Perugia) Nilo Arcudi. Per loro c’è sempre in ballo la promessa di ‘spazio’ fatta dal primo cittadino dopo la sua elezione, ma la senzazione è che il turno non sia ancora arrivato.

Il ruolo di ‘Perugia’

Nota a margine: ovviamente a nessuno è sfuggito che – in ragione dei ruoli che ricoprono in seno ai propri partiti/movimenti – il sindaco di Perugia e l’ex presidente dell’assemblea di palazzo dei Priori fossero a Terni per ragionare del futuro della giunta ‘rossoverde’. Questione da orticaria per i campanilisti della politica. Più accettabile per chi sa che il futuro della giunta Latini – almeno stavolta – non si giocherà altrove.

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