Nuovo stadio Terni: ‘sì’ unanime in consiglio. Dubbi sull’iter

Dopo rinvii e polemiche lunga discussione per parlare del progetto Liberati-clinica privata: ‘timori’ per la partita da giocare in Regione a Perugia

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Rinvii, polemiche e tensioni politiche, poi la tanto attesa discussione in consiglio comunale – richiesto un appuntamento straordinario ad hoc – sullo studio di fattibilità per la realizzazione del nuovo stadio della Ternana in combinata con la clinica privata da 200 posti letto, la metà dei quali convenzionati con il sistema sanitario regionale, e la generale riqualificazione dell’area: mercoledì pomeriggio si è sviluppato il confronto su due punti, entrambi riguardanti il ‘Liberati’. Più di qualcuno ha manifestato dubbi sull’effettiva utilità delle chiacchiere odierne – una lunga serie di opinioni e poco altro – e soprattutto timori per la ‘partita’ in Regione a Perugia. Come noto è nel capoluogo che si decide la storia al netto dell’iter propedeutico in corso a palazzo Spada.

IL RINVIO DELLO SCORSO 12 APRILE

Il sindaco in apertura 

In apertura è stato il primo cittadino ad intervenire sul tema: «Il 23 febbraio è iniziato l’iter e il Comune punta molto sul progetto. Ho avuto modo di confrontarmi spesso su queste tematiche ed un’azion di ampissimo respiro, va ad innestarsi nel discorso ‘Città dello sport’: costituirebbe un polo attrattivo unico nel suo genere. Dieci ettari sono già interessati dai lavori per il palaTerni, altrettanti ne sarebbero disponibili per un intervento avvincente dal punto di vista urbanistico. Sapete che lo scopo principale per la nostra città resta quello di avere un ospedale nuovo, può attrarre nuove eccellenze. Ciò non vuol dire che a livello sussidiario non possa essere un elemento importante la clinica privata parzialmente convenzionata. Vuol dire anche nuovi posti di lavoro e non pochi. È necessario un riequilibrio territoriale. La procedura è nuova e ha degli aspetti di criticità da scontare, non si rintracciano casi analoghi e questo comporta un quantum di difficoltà ulteriore: ciò non ci deve spaventare. Un progetto per il bene di tutti e specie dei ternani che verranno, da seguire senza personalismi. Nessuno vuol fare nulla contro legge, ma la novità dell’opera pubblica così strutturata ci può consentire di essere dei pionieri». Alle 16 un buon numero di tifosi rossoverdi si è ritrovato per un presidio di fronte al Comune per ribadire il loro sostegno al progetto: al termine della manifestazione Latini, Salvati e Devid Maggiora (Lega) sono scesi per scambiarci due parole e salutarli.

L’ORDINE DEL CONSIGLIO: IL PUNTO 4 SPOSTATO AL 2 (SEMPRE SUL TEMA STADIO)

L’iter

La procedura

L’assessore ai lavori pubblici ha quindi preso la parola per riepilogare l’iter in mano al Comune per la dichiarazione di pubblico interesse: «Procedura del tutto nuova e mai utilizzata. Velocizzando l’iter autorizzativo c’è maggior impegno da parte dell’amministrazione: la conferenza di servizi preliminare si concluderà il 26 aprile e ci sarà la determina di approvazione, nonché la predisposizione della delibera da inviare al consiglio. Se qualche ente non risponde vale il silenzio-assenso: entusiasmo da parte dei dirigenti comunali e degli enti, molti pareri sono pervenuti ed è stato fatto anche un tavolo in prefettura sul tema. Ogni parere presenta prescrizioni ed osservazioni utili alla redazione – ha concluso – del progetto definitivo da parte del soggetto proponente. Entro metà maggio andremo ad approvare in consiglio l’interesse pubblico». Nulla di nuovo sotto al sole.

AREA TERNANELLO, CLINICA E OTAR: PERCORSO COMPLICATO

Il nodo accreditamento

Sponda minoranza il primo ad intervenire è stato Alessandro Gentiletti (Senso Civico): «Bene che si lavori velocemente per concludere l’iter. Ciò che non possiamo non fare è sottrarci alle responsabilità politiche: troppo neutro il discorso del sindaco, la città ci chiede di manifestare i nostri obiettivi e quello che si vuol fare. Non si può rischiare di prendere in giro una città già sofferente. Chi decide e ha il potere è la maggioranza, chi ha vinto le elezioni. La sanità pubblica è da valorizzare e ha la priorità, su questo concordo con Latini. Deve essere l’amministrazione a dare concretezza a questa aspirazione, faccia sentire la sua voce». Per la Lega è Sergio Armillei a chiarire: «La Lega è favorevole al progetto. Una nuova clinica a Terni è motivo di riequilibrio tra il territorio ternano e quello perugino. Ci sono solo vantaggi. Toglierebbe posti letto al Santa Maria? Niente di più falso, c’è il limite del 3,7% per milione di abitanti e attualmente tutti i posti letto sono assegnati a strutture già esistenti. Fino al 2018 gli accreditamenti sono stati rinnovati tacitamenti senza verifiche, con la nuova amministrazione regionale nel 2019 è stato reistituito l’Otar. Chiediamo che i rappresentanti di Terni siano inseriti come stakeholder per il lavoro sul piano sanitario regionale. A Perugia si fanno riunioni per il nuovo ‘Curi’, va bene tutto. Nessuno però ci impedisca di fare il nostro stadio». Quindi si è esposto Emanuele Fiorini (Forza Centro): «Nessuno dei consiglieri è contrario al nuovo stadio, tutti favorevoli. Però c’è da sottolineare che non vanno presi per i fondelli i cittadini: siete stati costretti a presentare una richiesta di seduta straordinaria dopo i rinvii. Da ternano e tifoso lo stadio lo pretendo. Il punto centrale è un altro: Bandecchi ha detto che costruisce se gli danno la convenzione e nasce un problema. L’assessore Coletto ha specificato che non c’è alcun accreditamento automatico e se la struttura non è attiva non può esserci questo passaggio. Bisogna sciogliere questo nodo, altrimenti si parla del nulla».

Prosegue il confronto: chiacchiere e demagogia

Francesco Filipponi (capogruppo Pd): «Siamo assolutamente favorevoli, con alcune osservazioni in merito alle norme. I pareri che si stanno acquisendo sono sul progetto preliminare e siamo d’accordo al completamento dell’area che ospita il Liberati: la passata amministrazione ha voluto fermamente il palaTerni. Rispetto al piano economico-finanziario è opportuno fare alcune considerazioni, come la delibera di giunta 1245 con il quale sono stati prorogati i finanziamenti alle cinque cliniche private in provincia di Perugia. Serve un riequibrio dei posti in convenzione. L’Otar (Organismo tecnico di accreditamento regionale)? Nel 2018 con un atto della giunta regionale fu stabilito di proseguire. Ok alla realizzazione di una clinica nel rispetto delle procedure. Prima della conferenza dei servizi decisoria non ci possono essere interpretazioni, su questo iter non c’è chiarezza al momento». Segue Marco Cozza (Lega): «Non sono tifoso e non ho mai visto una partita allo stadio. Ora abbiamo di fronte un imprenditore che ha già dimostrato di amare questa città, specie all’inizio della pandemia con ‘Terni col cuore’. Si tratterebbe di realizzare una clinica molto importante. Vogliamo perseguire questo progetto: se si può fare, dovrà essere fatto». Per Uniti per Terni ha parlato Valdimiro Orsini: «Ritengo che Bandecchi abbia dimostrato tutta la sua sensibilità rispetto alle problematiche sociali di Terni. C’è volontà comune per fare quest’opera, arricchisce la città: l’interesse pubblico c’è tutto ma non conosciamo bene il progetto e serve ciò per esprimere un voto. C’è chi forza la mano per speculazione politica e non c’è bisogno. Ribadisco che prima di tutto va rinforzata la sanità pubblica. La clinica privata la va a completare e non c’è alcuna contrarietà». Per Michele Rossi (Terni Civica) è «importante chiarire la fattibilità dal punto di vista giuridico, c’è un iter che deve essere seguito alla lettera. Da ciò che si apprende la convenzione non può essere rilasciata a priori. Interroghiamoci tutti su ciò che deve fare la politica: rassicurare il presidente Bandecchi ed i tifosi, ma anche la città sul fatto che nessuno potrà impedire il raggiungimento dell’obiettivo se si procede con il giusto iter. Un’irripetibile occasione di sviluppo economico. La clinica non è un inceneritore e questa è una bellissima sfida, da sostenere in modo corale». Quindi Paola Pincardini (UpT): «Si sta confondendo l’entusiasmo per i risultati sportivi con il progetto, spero si realizzi. Oggi stiamo facendo solo chiacchiere e demagogia, ma siamo degli amministratori: non dobbiamo esprimere opinioni ma votare in concreto e oggi non siamo in condizioni di farlo. La raccolta firme? Non serve in funzione dell’iter. Stiamo parlando di teoria e a me piace essere pratica. Stiamo monopolizzando un consiglio solo per far vedere che se ne parla. Vogliamo fatti e non chiacchiere».

L’utilità del consiglio

A chiedere la parola anche l’assessore allo sport Elena Proietti: «Il consiglio di oggi è più una manifestazione d’intenti verso la riqualificazione di un impianto sportivo. Ricordo che gli stadi di proprietà in Italia sono cinque: ci tengo a sottolineare che mi sembra che da parte del Comune ci sia una volontà forte nel procedere velocemente, stiamo facendo la nostra». Luca Simonetti (M5S) si è rivolto al sindaco per rassicurarlo: «Quando si pone a difesa della sanità pubblica e per un nuovo ospedale, da parte nostra non riceverà mai attacchi strumentali. Il calcio in questo caso ha portato consapevolezza del fatto che è necessario potenziare la sanità ternana. Il divario con il nord della regione è sempre più evidente. Quando ci dite che l’iter va a gonfie vele è ok, i potenziali nemici di questo progetto siedono sui banchi della Regione. Questa partita si gioca a Perugia, quelli che daranno il via libero sono là e sono del suo stesso partito. Avete ampia maggioranza di fare ciò che volete. I colpevoli sono quelli che hanno i numeri e non li usano. Il 27 aprile è calendarizzata in Regione la mozione a firma M5S che parla di questo tema, la prima vera partita è quella». Subito dopo ha parlato Doriana Musacchi (Gruppo Misto): «Ci sarà turismo sanitario e sono soldi per la città, non dimentichiamolo. Non credo nel pessimismo per la clinica. Non è il momento della propaganda ma della concretezza». Quindi Lucia Dominici (FI): «Noi non abbiamo mai evitato questo argomento ed è opportuno fugare ogni dubbio. Il progetto non può che essere sostenuto, è un vettore di sviluppo e attrazione». Per Fdi è il capogruppo Maurizio Cecconelli ad esporsi: «Un parlarci addosso, una passerella fine a sé stessa. Non ero favorevolissimo a questo consiglio. Coro unanime, la parte spigolosa è la legata alla clinica: siamo a favore. Ora siamo tutti d’accordo, ma paradossalmente potremmo avere degli antagonisti a Perugia da chi avrà gli strumenti per decidere. Magari non ci sarà l’accordo in quel caso perché si devono togliere dei numeri a Perugia. Una battaglia per la città che deve essere trasversale. L’impegno dell’amministrazione c’è. Il mio timore è che diventi un boomerang voler forzare le procedure per quel che concerne la clinica». Paolo Angeletti (Terni Immagina) ha esordito dicendo di non «capire il motivo del consiglio straordinario, non c’è ragione per dissentire; che cosa stiamo discutendo? L’unico spunto interessante è ciò che è stato detto sulla partita in Regione». Anche Federico Pasculli (M5S) ha voluto dire la sua: «Non mi è piaciuto il fatto di voler legare questa discussione al tema del nuovo ospedale. Il progetto punta tutto sulla sostenibilità della clinica e sui posti convenzionati. Se ne doveva parlare prima per evitare polemiche». Federico Brizi (capogruppo Lega) si è inserito nel discorso per spiegare il motivo della richiesta di convocazione del consiglio: «Negli ultimi giorni si erano alzate polemiche ingiustificate e strumentali nei confronti della maggioranza, era doveroso ribadire la nostra posizione favorevole. La costruzione dello stadio è patrimonio per l’intera regione pensando anche ai posti di lavoro e all’indotto. E non ci risulta che la Regione abbia manifestato intenzioni contrarie rispetto alla realizzazione del progetto». Segue Comunardo Tobia (M5S): «Felici che la Lega sia a favore, però vi dovete mettere d’accordo. In Comune dicono una cosa e in Regione un’altra: si può dare l’accreditamento prima della costruzione della clinica privata? Il sindaco dice di sì, Coletto invece no. Non è del tutto chiaro il progetto». Anna Maria Leonelli (UpT): «Uno spot pubblicitario e poco altro il consiglio di oggi. Non avendo esaurito l’iter burocratico non ci si può esprimere, non sappiamo se verranno concesse alcune cose. Non possiamo dire che tutto va bene».

Il pressing di Fiorini senza effetto

Alle 18.25 c’è ancora chi deve parlare. Un consigliere è Federico Cini (Lega): «Io sono un tifoso di Terni, sembra populista ma vuol dire qualcosa. La discussione è stata proficua, trattata con punti di vista diversi. Bisogna ragionare sul progetto, inquadrato in un contesto di sviluppo per la città e duraturo. Questo progetto ci consente di ampliare il nostro orizzonte e discutere di riequilibrio territoriale: stiamo facendo ciò che possiamo, prendendoci le nostre responsabilità. Un’operazione che richiederà molti sforzi, ma possibile». Alle 18.38 il primo punto (non prevista la votazione) va in soffitta dopo tre ore. Ma Fiorini chiede di intervenire: «Ok, siamo tutti dalla stessa parte. Ma vorrei dalla parte del sindaco o dell’assessore Salvati lumi sulle procedure per la convenzione. Almeno si chiarisce». Niente Latini-bis e si va all’atto della Musacchi.

Secondo step: polemica e approvazione

L’esponente del Gruppo Misto ha esposto l’atto di indirizzo – al centro delle polemiche nell’ultimo mese per i ‘famosi‘ rinvii – emendato sempre sulla procedura per lo stadio: «Non è né superato né inutile, ha lo scopo di tenere uniti i politici e la cittadinanza su un tema sportivo e socio-economico». Ed ecco la polemica tra Gentiletti, Francesco Maria Ferranti e Fiorini sul non intervento di Latini e la richiesta del consigliere di Senso Civico: «Se il sindaco vuole può intervenire, ma non può chiederlo con un ordine dei lavori, la formula non è corretta», le parole del presidente del consiglio comunale. «Noi ci asteniamo, ma è un atto di pura propaganda politica di nessuna utilità. I progetti si portano avanti nel rispetto delle procedure», ha ribadito la Pincardini per il gruppo (UpT). Voto favorevole di Lega, Terni Civica, Pd, FdI e M5S, astenuto anche Senso Civico. Risultato: 28 e 4 astensioni. «Un atto di indirizzo che allo stato è inutile, che purtroppo non dice nulla. La città non merita di essere presa in giro. Non merita parole vuote ma decise e ferme. Merita fatti concreti. Mi sono astenuto per questo, perché come cittadini – il commento di Gentiletti – abbiamo bisogno che la politica si assuma le sue responsabilità e non prenda in giro le aspettative e i sogni dei ternani, temporeggiando e approvando atti che in concreto non portano nulla».

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