Fare il punto della situazione dopo i sei affidamenti – a proposito, palazzo Spada ha commesso un errore materiale nella determina originaria e ha dovuto rettificare le somme riguardanti la Limonta Sport S.p.A. e la Piconi Evidio – per la prosecuzione dei lavori e soprattutto riascoltare le lamentele del comitato di quartiere, da sempre in pressing per mettere fine ad una vicenda più che tortuosa. E arrivare così alla riapertura dell’area ad oltre nove anni dalla chiusura: sopralluogo congiunto di I e II commissione martedì mattina al parco Bruno Galigani di Cardeto, a Terni. Si è parlato anche di altre questioni inerenti la zona con particolari ‘stimoli’ per il dirigente ai lavori pubblici Piero Giorgini – apparso spazientito in un paio di occasioni – e l’assessore alla mobilità/polizia Locale Giovanna Scarcia. Come noto la nuova promessa dell’amministrazione è dare il semaforo verde entro il 2022. Vedremo.
VIDEO – IL SOPRALLUOGO DELLE COMMISSIONIMARZO, VIA LIBERA A SEI AFFIDAMENTI PER COMPLETARE I LAVORI
Il sopralluogo: input papere e troppo tennis
In un primo momento era stata indicata l’impossibilità di entrare dentro per il parco a causa dei lavori in corso. Invece dopo un rapido check tra Giorgini ed il direttore dei lavori Pierpaolo Longhi c’è stato il via libera: il confronto si è sviluppato su un documento di tre pagine consegnato dal presidente del comitato, Raffaele Mastrogiovanni, ad assessori e consiglieri con mirino sul parco, via Battisti e la viabilità di zona. A livello di contenuti l’input è stato di «togliere un campo da tennis esterno per spostare lo spazio per i bambini, sono troppi cinque» e «sostituire un campo esterno da tennis con uno per il padel». Non solo: tra le richieste c’è quella di trovare una soluzione per il centro anziani («nella casetta all’interno del ristorante oppure dove era una volta il bar»), una bat box per le zanzare a piazza Cuoco ed il non rimettere le papere o «altri pennuti» nel laghetto. Motivo? «Infestano l’ambiente». Su questi temi si è sviluppato un lungo dibattito con Giorgini, più volte sollecitato e, come detto, non troppo convinto di ciò che stava ascoltando. Specie sulla questione tennis: «Per qualsiasi modifica bisogna riandare al Coni per l’omologazione», ha specificato a Mastrogiovanni. Longhi dal canto suo ha sottolineato che si è in un momento di ‘sospensione’ con la Ventra per i pagamenti, mentre la Piconi Evidio ha avviato i suoi lavori da oltre 60 mila euro (rettificata la cifra, era di 82 mila euro nella determina originaria). Sempre Longhi ha chiarito che nell’immobile per l’area ristorazione c’è spazio anche per una piccola palestra. Il completamento – la garanzia ribadita – dell’intera riqualificazione potrà avvenire con i fondi del Pnrr.
SETTEMBRE 2020, LA CONSEGNA DEL CANTIERE
MAGGIO 2021: «SERVE PAZIENZA»
Via Battisti, viabilità e parcheggi
I nodi sono anche al di fuori del parco. E quindi Mastrogiovanni ha preso a parte – il vicesindaco Benedetta Salvati era già andata via, sul posto è rimasto anche il collega all’urbanistica Federico Cini – la Scarcia per trattare altre tematiche: il divieto di fermata davanti al tabaccaio di via Battisti, la questione parcheggi di fronte all’area Repsol della Regione (c’è una struttura abbandonata), gli agenti della polizia Locale «che non passano più», la velocità eccessiva dei mezzi, le piante secche e il progetto per un collegamento pedonale con la zona Bramante. L’avvocato di origini abruzzesi ha ascoltato con pazienza e poi, in sintesi, ha voluto far presente un paio di cose: «I dissuasori non si possono mettere. Stesso discorso per gli autovelox. Si può agire sugli attraversamenti pedonali». Eloquente la reazione quando gli è stato detto che l’unica soluzione per il problema parcheggi sarebbe quello di istituire un senso unico. Spazio anche alla viabilità: in questo caso Mastrogiovanni ha proposto una pista ciclabile per via Battisti oppure verso l’Orazio Nucula, una doppia rotatoria tra via Radice/Lambruschini e Battisti/Radice, il risanamento della pavimentazione del percorso alle spalle dell’Angeloni e la modifica di precedenze/stop in via Borsi. In loco anche la comandante della polizia Locale Gioconda Sassi.
2° LOTTO: ERRORE NELLE SOMME PER GLI AFFIDAMENTI, LA RETTIFICA
LE POLEMICHE PER IL 2° LOTTO
Lo sviluppo
«Saremo contenti quando finiranno i lavori, per fine anno sembra che vogliano riaprire», il commento di Mastrogiovanni dopo aver ascoltato i vari assessori e tecnici di palazzo Spada. Per tutte le richieste il comitato ha chiesto – lo aveva già fatto nell’audizione in commissione in Comune – la fattibilità, le soluzioni, i tempi di realizzazione ed i fondi di finanziamento. Capitolo affidamenti: l’importo della Limonta Sport S.p.A. passa da 14.402 a quota 35.540 euro. I venti mila euro di differenza sono quelli rettificati rispetto alla Piconi Evidio.
«Si chiuda quanto prima»
Il sopralluogo – il commento della presidente della II commissione Rita Pepegna di FdI – è dovuto al fatto che «i cittadini del quartire esprimono insoddisfazione in merito alla viabilità, alla mobilità e soprattutto all’andamento dei lavori del parco che interessano un arco temporale di ben dieci anni. Sottolineo la disponibilità degli assessori che hanno parteciparto ai lavori della commissione e che hanno ascoltato le esigenze dei cittadini; era presente il comitato dei residenti che ha elencato le criticità in un documento lasciato agli assessori. Confido nell’attenzione dei nostri amministratori in merito al quartiere di Cardeto. È nell’interesse di tutti che il quartiere sia ben organizzato e strutturato. Si tratta di uno dei quartieri fondamentali di Terni. Abbiamo appurato che le imprese stanno lavorando all’interno del parco e stanno portando avanti il progetto complessivo di valorizzazione e fruizione. Auspico che quanto prima si possa arrivare alla conclusione dei lavori e che almeno uno dei due casali possa essere utilizzato dal comitato del quartiere, per un uso sociale e di aggregazione». Per Alessandro Gentiletti (Senso Civico, il presidente della I commissione Marco Cozza era out) «purtroppo il progetto di Cardeto è mal impostato, con molte strutture, peraltro di difficile utilizzo, e ormai pochi spazi all’aperto. C’è oltretutto il rischio che qualche scheletro di cemento armato vada avanti ancora per anni. Mi auguro comunque che l’amministrazione chiuda quanto prima il cantiere ormai decennale e che vengano ascoltati i residenti, che anche oggi hanno dimostrato di essere mossi da autentico amore per il loro quartiere».