Terni Reti, si va verso l’estinzione del derivato Collar: trovata l’intesa

Pronta l’informativa per il consiglio comunale: la società e Intesa Sanpaolo trovano la quadra. Beneficio da oltre 8,5 milioni per la partecipata e tensione finanziaria più lontana

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di S.F.

La storia è nota, complessa e di un certo peso – eufemismo – per una delle partecipate principali del Comune. Si parla di Terni Reti e della sottoscrizione con l’allora Banca delle Marche – era il 30 luglio 2007, poi è diventata Bper – per lo strumento finanziario derivato ‘Collar’, utile a coprire il mutuo trentennale fino al 2038 per l’acquisto di impianti e reti del gas metano dal valore di 29 milioni 750 mila euro: su questo fronte si registra una novità non di poco conto, vale a dire l’informativa della società sulla proposta di transazione per chiudere il contenzioso bonariamente. Palla alla III commissione e al consiglio comunale.

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IL PIANO INDUSTRIALE 2022/2024 DI TERNI RETI – DOCUMENTO

Al centro l’Au Alessandro Campi

Le tappe dal 2020

La vicenda è molto tecnica e di difficile comprensione per non addetti ai lavori. Due certezze per iniziare: la contabilizzazione del derivato è stata la principale causa di valore negativo per il patrimonio netto di Terni Reti fino all’esercizio 2021 e nel 2020 la società partecipata – amministratore unico Carlo Alberto Befani all’epoca – ha avviato il contenzioso con Bper per chiedere la nullità dell’Irs (Interest rate swap) Collar in essere e la risoluzione del contratto. Sviluppi? Pressoché nulla perché la controversia è pendente nei confronti di Intesa Sanpaolo (cessionaria del rapporto) ed è in fase istruttoria, con prossima udienza fissata per il 21 novembre. La svolta c’è stata a partire dallo scorso febbraio – con Stefano Stellati al vertice – quando le parti in causa hanno deciso di tentare la composizione bonaria della vertenza. Missione riuscita dopo mesi di lavoro e il 6 ottobre – Alessandro Campi a capo – Terni Reti ha informato il Comune del punto d’intesa raggiunto con la banca. Intesa aveva già dato riscontro sostanzialmente positivo alla proposta transattiva della società datata 26 maggio 2023.

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Stefano Stellati

Le cifre in ballo e il beneficio per Terni Reti

Da giugno in avanti Terni Reti ha ottenuto soprattutto l’esclusione di banca Bper dalla negoziazione e lo stop alla  richiesta di destinare una parte dell’importo transattivo a riduzione del debito residuo del finanziamento. In più si è registrato il semaforo verde del fondo nazionale di risoluzione di banca d’Italia: via libera a determinate condizioni, come ad esempio il riconoscimento alla società partecipata del Comune di un importo da 7,3 milioni di euro e l’estinzione del derivato ad esclusivo costo a carico di Intesa Sanpaolo. In tutto ciò il valore complessivo del contenzioso è fissato a quota 14,3 milioni. Da qui nasce il conteggio del beneficio per Terni Reti nel chiudere così la partita: 8,6 milioni di euro, pari al 60% del valore della causa.

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Bandecchi con la dirigente Marcucci

Le conseguenze e la tensione finanziaria

Bene, ma che succede in caso di accordo transattivo approvato? Spicca in particolar modo la possibilità di posticipare la previsione di tensione finanziaria aziendale prevista allo stato attuale per luglio 2024, «in attesa della definizione dei crediti attualmente oggetto di contenzioso con Umbria Distribuzione Gas e del riequilibrio economico e finanziario del canone vigente». Poi il «parziale pagamento da parte di Terni Reti dei debiti ad oggi maturati verso il Comune di Terni», «l’eventuale costituzione di un apposito fondo a copertura delle rideterminazioni del canone concessorio della rete Gas nell’ambito della pendente istanza di revisione contrattuale» e il poter «valutare eventuali condizioni contrattuali migliorative del finanziamento sottoscritto nel 2007». Tutto ciò rientrerà nel nuovo piano industriale della società 2024-2027, da presentare – almeno questo è l’obiettivo – all’amministrazione non oltre dicembre.

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I pareri, c’è anche Oliva

Non mancano i pareri esterni, step propedeutico prima dell’approvazione in consiglio comunale. C’è una curiosità su questo fronte: tra i professionisti coinvolti c’è il legale amministrativista Franco Oliva, il difensore di Stefano Bandecchi nell’ambito del ricorso al Tar Umbria del sindaco contro la Provincia di Terni per le surroghe dei consiglieri. La valutazione viene ritenuta positiva per una serie di ragioni, come ad esempio il fatto che tra le condizioni c’è «la chiusura del derivato senza ulteriori esborsi per la società». Inoltre «l’accordo transattivo determinerebbe la chiusura di un contratto che, in considerazione della mancata previsione dell’attività di consulenza a monte della stipulazione dell’operazione e della violazione della normativa settoriale che, come già esposto nell’atto di citazione che ha dato luogo al giudizio presso il tribunale di Terni, mostra evidenti rilievi di illegittimità in relazione alla normativa vigente». E non chiudere una transizione palesemente vantaggiosa – lo dice la Corte dei conti – costituisce danno erariale. D’accordo anche gli avvocati Luca Zamagni e Matteo Acciari, nonché il consulente tecnico Enzo Faro. Vedremo come andrà in III commissione prima ed in consiglio poi. Da sottolineare che ai consiglieri verrà sottoposta solo l’informativa, dopodiché seguiranno i successivi step per l’approvazione dell’accordo. Firmano la dirigente alle attività finanziarie nonché responsabile del procedimento Grazia Marcucci ed il sindaco Stefano Bandecchi: starà a lui – o suo delegato – parlarne alla prossima assemblea ordinaria dei soci per la specifica deliberazione.

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