Covid-19 Umbria: i casi superano quota 100

Terzo guarito. Sono 107 le positività e 32 le persone ricoverate: 11 in terapia intensiva. In totale i soggetti in isolamento sono 1.704

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C’è un nuovo guarito in Umbria, sale così a tre il numero delle persone che hanno superato la malattia provocata dal virus Covid- 19: lo comunica sabato mattina l’assessore regionale alla salute, Luca Coletto. La persona era ricoverata all’ospedale di Perugia ed è stata dichiarata guarita dai medici, all’esito dei tamponi negativi al coronavirus.

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107 positivi

Dai dati aggiornati alla mezzanotte di venerdì 13 marzo, 107 persone in Umbria risultano positive – 59 nella provincia di Perugia e 48 in quella di Terni – sono ricoverati in 32, di cui 19 nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Perugia e 13 in quello di Terni. Dei 32 ricoverati, 11 sono in terapia intensiva, 6 nell’ospedale di Perugia e 5 in quello di Terni. Rispetto al precedente bilancio – alla mezzanotte di giovedì 12 marzo – sono stati registrati 31 casi in più: l’incremento maggiore finora, in una singola giornata.

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Terni città

Al primo pomeriggio di sabato risultano 24 le persone positive al Covid-19 nel territorio comunale di Terni, per i quali il sindaco ha emesso specifica ordinanza di isolamento domiciliare coattivo. A queste si aggiunge una persona residente in città ma con domicilio in un comune limitrofo. Ai 15 casi già emersi in precedenza, se ne sono così aggiunti altri 9.

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Isolamento fiduciario e tamponi

Le persone in osservazione sono 1.734: di queste, 1.206 sono nella provincia di Perugia e 528 in quella di Terni. Nel complesso entro le ore 24 del 13 marzo sono stati eseguiti 748 tamponi. Sempre alla stessa data risultano 300 soggetti usciti dall’isolamento di cui 194 nella provincia di Perugia e 106 in quella di Terni.

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Primi casi a San Giustino e Magione

Anche nel perugino ci sono nuove positività. Una di queste riguarda San Giustino, come comunicato dal sindaco Paolo Fratini con un video su facebook: «Anche il nostro territorio non è indenne, c’è il primo caso. Voglio rassicurare tutti, sono stati attuati i protocolli di quarantena previsti: è un momento difficile e di emergenza nazionale, ricordo di rimanere nelle abitazioni e di limitare gli spostamenti. Tuteliamo la salute di tutti, insieme ce la faremo». Stesso discorso per Magione: «Purtroppo – le parole del sindaco Giacomo Chiodini – è arrivato il primo caso di contagio. Era un evento atteso e l’amministrazione comunale vi arriva preparata. Già da stasera è aperto il Centro operativo di protezione civile (Coc). Oltre al personale comunale e sanitario, possiamo contare sulla professionalità dei nostri volontari della Misericordia Magione, parte attiva nel Coc».

L’appello: «Riaprire le sedi chiuse»

Una lettera indirizzata a Poste Italiane per chiedere la riapertura delle sedi chiuse sul territorio umbro: a firmarla sono la presidente della Regione Donatella Tesei, i prefetti di Perugia e Terni Claudio Sgaraglia ed Emilio Dario Sensi, il presidente di Anci Umbria Francesco De Rebotti e il coordinatore dei piccoli Comuni Federico Gori: «La rimodulazione/chiusura di alcuni uffici postali, a seguito del Covid 19, soprattutto in aree interne e periferiche del nostro territorio regionale, sta creando forti disagi ai cittadini e alle nostre comunità. Anci Umbria ha raccolto diverse segnalazioni da parte dei sindaci, evidenziando come la chiusura abbia determinato un impatto negativo sui territori. Pur comprendendo la situazione che, peraltro, è complessa per tutti, a partire dai cittadini, tuttavia si ricorda che il servizio rientra fra quelli essenziali. Gli uffici postali sono un presidio che erogano servizi di primaria necessità. Non solo. In un momento di grandissimo disagio come quello attuale, con l’emergenza sanitaria in corso, la chiusura provoca un ulteriore grave danno all’intera comunità. Occorre anche pensare a quei centri in cui vivono soprattutto anziani che utilizzano gli uffici postali per il pagamento delle utenze o per il prelievo di contanti. E’ bene ricordare anche che il taglio delle corse dei bus ha isolato alcuni territori, rendendo impossibile per alcune persone persino riscuotere la pensione. Inoltre, in alcuni piccoli centri, non ci sono sportelli bancari e dunque, gli uffici postali sono l’unico strumento per talune operazioni. Proprio il decreto ministeriale, cui Poste Italiane fa riferimento nell’assunzione di tale decisione, vieta spostamenti e assembramenti. Ma la chiusura di alcuni uffici determina necessariamente un afflusso di persone concentrato in altre sedi, a loro volta interessate da provvedimenti di forte riduzione degli orari di apertura, aggiungendo in tal modo disagio al disagio. Con la presente, Anci Umbria chiede l’immediata riapertura di quegli uffici arbitrariamente chiusi, per mantenere un servizio essenziale di pubblica utilità e, in ogni caso, la possibilità di valutare e concordare insieme ogni decisione, nel rispetto dei ruoli di ciascuno».

Rsu ospedale Perugia: «Tutelare il personale»

Tutelare ancor più i dipendenti dai rischi di contagio del virus Covid-19. È quanto la rappresentanza sindacale unitaria (rsu) dell’azienda ospedaliera di Perugia, per bocca del suo coordinatore Claudio Capanni, chiede alla direzione della struttura. Nel dettaglio, i lavoratori chiedono «la sospensione dei ricoveri programmati, delle prestazioni ambulatoriali e diagnostico-strumentali differibili e la sospensione totale dell’attività libero professionale intramoenia, così come stabilito con l’ordinanza della presidente dell giunta regionale dell’Umbria del 26 febbraio 2020; che vengano adottate, a integrazione di quanto già predisposto e comunicato dalla direzione a tutti i dipendenti, la tempestiva sanificazione degli uffici, la distribuzione continua al personale dei presidi previsti (mascherine, guanti monouso, disinfettanti a parete nei corridoi e da scrivani nelle sale d’attesa dell’area amministrativa), l’individuazione, all’interno delle aree di attesa comuni e all’interno degli uffici stessi, di aree di rispetto, percorsi e tutto ciò in grado di assicurare il pieno rispetto della distanza di sicurezza; di attivarsi tempestivamente affinché ciascuna direzione presenti un piano ferie che consenta la fruizione a turnazione delle stesse, da parte dei dipendenti, con lo scopo di limitare al minimo indispensabile la coesistenza nello stesso ufficio di più persone, assicurando comunque la funzionalità del servizio; di attivare forme lavorative agili (smart working) come previsto dal decreto dell’11 marzo scorso». Nella lettera inviata ai vertici dell’azienda ospedaliera di Perugia, il coordinatore della rsu Claudio Capanni chiede anche di «limitare gli accessi in ospedale attraverso un unico ingresso, con monitoraggio dei flussi in entrata. Gli ingressi, al di là del triage già adottato verso il paziente sospetto, devono essere subordinati, come già avviene da tempo nelle aree aeroportuali, alla verifica dell’assenza di febbre o di altri indicatori di potenziali patologie del virus che, in caso di sussistenza, determinerebbero l’adozione di percorsi dedicati, così da prevenire il diffondersi incontrollato della patologia sospetta come purtroppo, in assenza di queste misure, al momento potrebbe verificarsi. In mancanza di risposte – conclude Capanni -, a tutela della salute dei lavoratori, ci sentiamo legittimati ad agire ai sensi di legge, secondo la normativa vigente in materia di responsabilità del datore di lavoro».

Sanificazioni ad Orvieto e San Gemini, parchi chiusi ad Amelia

E intanto prosegue l’attività di sanificazione nelle strade di molti comuni umbri: dopo l’annuncio di Perugia e Terni, anche Orvieto e San Gemini hanno preso provvedimenti. Nella città della Rupe l’intervento verrà svolto domenica nel centro storico, lunedì nei centri abitati di Orvieto Scalo, Sferracavallo e Ciconia, e a partire sempre da lunedì nelle frazioni del territorio comunale. Dal pomeriggio di sabato è invece prevista la sanificazione delle attrezzature dei parchi gioco. A San Gemini si è già provveduto alla sanificazione di tutti gli uffici comunali, per tutelare i dipendenti, mentre il lavaggio delle vie e delle piazze cittadine inizierà martedì a partire dalle 6,30 del mattine. Si comincerà dal centro storico, per proseguire nelle vie dei quartieri periferici. «Prima della loro riapertura – spiega il sindaco Luciano Clementella -, l’attenzione dell’amministrazione comunale sarà rivolta alle scuole, agli asili, alla palestra, alle aree gioco. Si procederà anche qui a sanificare tutti gli ambienti e ad effettuare una pulizia di fondo delle dotazioni scolastiche. Un particolare ringraziamento al gruppo di San Gemini della Croce Rossa Italiana e ai volontari della Protezione civile comunale». Ad Amelia, infine, il sindaco Laura Pernazza, come già deciso da alcuni colleghi in altre parti dell’Umbria, ha disposto alla chiusura dei giardini pubblici e di tutti i cimiteri.

Donazioni all’ospedale di Perugia

Aderendo alle già numerose richieste di donazioni ricevute in questi giorni da parte di aziende, enti, associazioni e privati cittadini, la direzione dello azienda ospedaliera di Perugia ha predisposto una procedura amministrativa di raccolta fondi per l’emergenza coronavirus. Nello specifico si tratta di compilare un documento scaricabile dal sito ufficiale dell’ospedale da inoltrare via email alla direzione generale. Le somme raccolte – informa una nota dell’ospedale – saranno utilizzate per l’acquisto di apparecchiature, farmaci e presidi necessari per arginare la diffusione della malattia, sulla base di interventi prioritari individuati e coordinati dalla direzione aziendale. L’ospedale, nel rispetto della massima trasparenza, fin d’ora si impegna già nella prima fase di raccolta fondi a comunicare l’entità delle somme incamerate e il loro effettivo  utilizzo. Il commissario straordinario Antonio Onnis, che ha ricevuto telefonicamente disponibilità alla donazione da parte di aziende umbre, intende fin d’ora  ringraziare quanti aderiranno all’iniziativa.

Aggiornamenti a seguire

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