Covid Umbria, trovati sei nuovi positivi all’ospedale di Terni

Il dato dopo due giorni a ‘zero contagi’. La Regione: «Ha funzionato il sistema di monitoraggio interno del ‘Santa Maria’». Calano ancora gli attuali positivi ed i ricoveri

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Sei nuovi casi di Covid-19 in Umbria nelle ultime 24 ore, tutti individuati fra pazienti e personale interno ed esterno dell’azienda ospedaliera di Terni: «Sono stati individuati – riferisce la Regione – grazie al sistema di monitoraggio messo a punto dall’amministrazione regionale che ha permesso, nell’ospedale di Terni, attraverso l’applicazione della procedura di sorveglianza su pazienti e operatori in entrata e in uscita, di individuare i sei nuovi casi positivi per i quali è stato subito disposto l’isolamento e dei quali sono subito stati ricostruiti i contatti».

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON
SEI NUOVI POSITIVI ALL’OSPEDALE DI TERNI

Dati Covid Umbria alle ore 8 del 5 maggio

Positivi, dall’inizio e attuali

Alle ore 8 di martedì sono pertanto 1.400 in tutto le persone – numero che comprende anche guarigioni e decessi – risultate positive al virus dall’inizio dell’emergenza. Gli attuali positivi scendono invece di altre dieci unità: al momento sono 220.

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Guarigioni e decessi

Le guarigioni salgono a 1.110 (+16), i clinicamente guariti sono 44 (-5) ed i decessi in Umbria legati al Covid-19 sono invariati (70).

PARCHI A PERUGIA, QUASI TUTTO BENE

Ricoveri

Scendono ancora i ricoveri di persone positive: 67 con un decremento di 2 unità. Di questi, 11 – altri 2 in meno – sono nelle terapie intensive degli ospedali umbri.

Isolamenti e tamponi

Alle ore 8 di martedì ci sono 753 persone (+6) in isolamento domiciliare e sempre alla stessa data risultano 16.477 (+321) persone uscite dalla misura. Nelle ultime 24 ore i tamponi sono tornati su livelli discreti: 904 per un totale di 39.998.

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Test sierologici nei laboratori privati: il protocollo

La Regione ha definito un documento per l’attività delle strutture private: «Il test per rilevare la positività – viene messo in evidenza – al virus dovrà essere eseguito previa prescrizione di un medico e l’esecuzione dell’esame deve avvenire nel rispetto di rigidi protocolli di sicurezza e protezione, definiti dal laboratorio, per evitare la diffusione del contagio. Inoltre, deve essere raccolto il consenso informato del soggetto all’esecuzione del test e alla trasmissione dei risultati ai Servizi dell’Azienda sanitaria locale ai fini del controllo epidemiologico e di sanità pubblica. L’informazione al soggetto al quale viene effettuato l’esame deve specificare le caratteristiche del test e le finalità, nonché i limiti e il significato dei risultati dell’esame e la necessità di isolamento in caso di test positivo. In caso di positività (sia per IgM, che per IgG, che per IgM+IgG), si deve invitare il soggetto a rientrare al proprio domicilio e quindi a mantenere l’isolamento, anche dai propri familiari, mentre il laboratorio che ha effettuato il test sierologico deve immediatamente segnalare il caso positivo al Servizio di Igiene e sanità Pubblica competente per i provvedimenti del caso; la tracciabilità della prestazione deve essere garantita anche per i test sierologici rapidi in immuno-cromatografia. Inoltre è richiesto un referto firmato, contenente le specifiche del test utilizzato. L’esito dell’esame, sia positivo che negativo, deve essere comunicato all’Azienda Sanitaria tramite inserimento nei sistemi informatici regionali di biosorveglianza». Il documento prevede la costituzione di un Comitato per il controllo e monitoraggio dell’attuazione di tutte le disposizioni e dei risultati dei dati elaborati dal sistema di sorveglianza; inoltre sarà soggetto a rivalutazione in relazione all’ evoluzione degli scenari epidemiologici e delle conoscenze scientifiche e in base all’esito del monitoraggio».

Regione-sindacati, siglato accordo risorse salario accessorio

Semaforo verde per l’accordo siglato con i sindacati del comparto e della dirigenza sanitaria per l’assegnazione e utilizzo delle risorse salario accessorio per la gestione dell’emergenza covid-19: «Si tratta di un accordo significativo – le parole dell’assessore Luca Coletto – che vuole essere anche un riconoscimento morale verso tutti gli operatori sanitari che in questa fase di emergenza si è esposto a rischi e ha affrontato con sacrificio momenti di lavoro che hanno richiesto energia e professionalità fuori dall’ordinario, ma vuole essere anche una testimonianza del lavoro svolto da tutti gli operatori che ha permesso alla sanità dell’Umbria di essere un modello anche nell’emergenza Covid». In seguito all’accordo il compenso sarà diviso in tre fasce – 45, 25, 20 euro – stabilite in base all’impegno prestato nell’emergenza. «Per questo progetto – viene sottolineato – produttività la Regione ha stanziato risorse proprie pari a 10 milioni 253 mila euro, altri oltre 937 mila euro serviranno a coprire l’estensione dell’indennità per malattie infettive e 670 mila euro copriranno l’indennità di lavoro straordinario. L’accordo prevede inoltre, l’attivazione di tavoli separati per l’attribuzione di risorse residue pari a altri 2 milioni di euro derivanti dal decreto Salva Italia».

Terni, mercato Foro Boario: le regole

L’ordinanza firmata dal sindaco Leonardo Latini in vista di mercoledì impone di «transennare il proprio banco o il proprio veicolo destinato alla vendita impedendo gli accessi laterali; assicurarsi di accogliere per le contrattazioni un numero di clienti tale da garantire una distanza di sicurezza interpersonale di almeno 1 metro; essere dotato di dispositivi di sicurezza per se e per i propri dipendenti (guanti monouso e mascherine di protezione), oltrechè di prodotti idonei alla sanificazione di mani e strumentazioni o attrezzature di qualsiasi tipo; consentire alla clientela di toccare la merce posta in vendita solo se provvista di guanti monouso, mettendoli a disposizione della stessa assieme a prodotti igienizzanti per le mani; igienizzare i banchi e le merci secondo le disposizioni di riferimento e comunque adottando al riguardo ogni conseguente cautela; posizionare mastelle destinate alla raccolta ed allo smaltimento di guanti monouso e delle mascherine di protezione. L’accesso all’area mercatale è consentito solamente con l’utilizzo di mascherina di protezione, fatte salve le esclusioni stabilite ai sensi delle vigenti disposizioni».

IL PRIMO GIORNO DELLA ‘FASE 2’ A TERNI – GALLERY

Orvieto, da giovedì riapertura cimiteri

Il sindaco Roberta Tardani ha firmato l’ordinanza per la riapertura dei cimiteri: l’apertura al pubblico è prevista dal lunedì al sabato (9-12 e 16-18), più domenica e festivi dalle 9 alle 12. Permanenza massima limitata a trenta minuti con obbligo di indossare la mascherina e utilizzo di guanti monouso in caso di impiego di attrezzature e materiale di uso comune.

Accesso ai cimiteri di Narni e Amelia

Fino al 17 maggio sarà possibile entrare nei cimiteri comunali di Narni con le modalità stabilite dall’ordinanza del sindaco Francesco de Rebotti. I cimiteri saranno aperti dal martedì alla domenica dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18. Il lunedì i cimiteri resteranno chiusi per consentire esclusivamente le attività di sanificazione degli spazi e delle attrezzature comuni, di tumulazione o inumazione e di esumazione o estumulazione. Nell’ordinanza si stabilisce inoltre che sono consentite le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione dei congiunti, fino ad un massimo di quindici persone, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. Le operazioni di tumulazione o inumazione, dovranno avvenire alla presenza di un massimo di cinque familiari, parenti o congiunti, purché sia possibile rispettare tra di essi la distanza minima di un metro, degli operatori delle imprese di onoranze funebri e degli operatori cimiteriali. Anche tutti gli operatori dovranno essere dotati di adeguati dispositivi di protezione. Per tutti vige l’obbligo di accesso con mascherina e guanti o gel igienizzante, salvo impedimenti da dimostrare con specifico certificato medico. Il personale di controllo è autorizzato a pretendere l’impiego dei dispositivi di protezione individuali e a sollecitare le persone per favorire l’uscita dopo massimo 30 minuti dall’ingresso, al fine di evitare il rischio di creare assembramenti e di dare a tutti l’opportunità di accedere. Nella disposizione del sindaco si invitano i visitatori a dotarsi di contenitore o innaffiatoio personale per l’acqua dei fiori. Ove si dovessero utilizzare i contenitori ordinariamente disponibili presso i cimiteri, è fatto obbligo di utilizzare guanti o gel igienizzante. Circa il Comune di Amelia, invece, nel cimitero principale gli ingressi sono consentiti dalle 8 alle 12 e dalle 16 alle 20. Nelle frazioni invece solo dalle 8 alle 12. L’accesso è contingentato con un numero massimo di persone a seconda della struttura. Al cimitero di Amelia al massimo 60 persone, in quello di Fornole 30, Porchiano 20, Collicello Montecampano, Macchie, Foce e Sambucetole 15. Solo al cimitero di Amelia si ricorre agli ingressi in ordine alfabetico per diradare il numero di visitatori in contemporanea: dalla A alla M nei giorni dispari, dalla N alla Z nei giorni pari. L’accesso ai cimiteri è comunque consentito ad una sola persona per nucleo familiare, salvo necessità di accompagnamento per persona non autosufficiente. La permanenza massima all’interno è di 30 minuti. Vige l’obbligo di distanziamento di un metro e di utilizzo di mascherina e guanti o, in mancanza di questi ultimi, di sanificazione delle mani con appositi gel posti all’ingresso. I funerali infine possono essere celebrati solo al di fuori degli orari di apertura al pubblico.

PERUGIA, RIAPERTURE ‘A METÀ’ PER PARCHI E BAR

«Rilanciare le Province, passaggio fondamentale»

«Il dopo coronavirus renderà indispensabile rivedere molte cose nel nostro paese per far ripartire l’Italia e creare condizioni stabili e certe per il futuro sviluppo economico, occupazionale e socio-culturale. In questo contesto appare ormai evidente che vi sia una convergenza sulla necessità di rilanciare con decisione il ruolo delle Province». Lo afferma in una nota il presidente della Provincia di Terni e presidente Upi Umbria, Giampiero Lattanzi, intervenendo sulla questione Province rilanciata da un servizio della trasmissione Rai Report e dopo l’approvazione dei bilanci consolidati da parte dell’amministrazione ternana. «Quando si parla, giustamente, di sanità di territorio – afferma Lattanzi – bisogna allora estendere il concetto anche a temi quali le istituzioni e i governi di territorio, affinché i cittadini abbiano sicuri ed efficaci punti di riferimento e le attività economiche interlocutori istituzionali e amministrativi rapidi, sburocratizzati ed efficienti. Finalmente – il presidente della Provincia di Terni – si sta prendendo coscienza degli errori fatti in passato e si sta diffondendo nelle classi politiche la consapevolezza dell’assoluta necessità di ridare alle Province italiane ruoli e assetti stabili e risorse certe. Il servizio mandato in onda ieri sera da Report – rimarca – ha confermato da un lato gli sbagli, e le relative ammissioni, dall’altro un ormai comune riconoscimento del fatto che le Province debbano tornare ad essere uno dei pilastri istituzionali e costituzionali della nostra nazione. È un’esigenza, questa, che non ha né obiettivi populisti, né tantomeno speculativi, ma solo finalità di servizio al territorio, ai cittadini e alle imprese. La Provincia di area vasta – aggiunge ancora il presidente Lattanzi – è un elemento istituzionale e amministrativo imprescindibile per un corretto funzionamento del sistema Italia. Altri paesi a noi vicini lo hanno capito da tempo ed hanno attuato riforme in questo senso. È giunto il momento di accelerare anche in Italia».

‘FASE 2’, PIÙ OMBRE CHE LUCI

Deruta, il sindaco Toniaccini e l’appello per ospedale Pantalla

«L’Ospedale di Pantalla deve tornare al suo pieno funzionamento. La comunità della Media Valle del Tevere ha fatto la sua parte e in fase di emergenza sanitaria ha compreso la necessità di destinare la struttura ai malati Covid-19. Ma ora è tempo di ripensare, insieme agli altri sindaci della Media Valle del Tevere, al futuro di questo ospedale, coinvolgendo la Regione dell’Umbria, cui chiediamo risposte certe». A parlare è il sindaco di Deruta, Michele Toniaccini, che rilancia il tema: «Il futuro di questo ospedale non può che essere quello di un suo potenziamento, ripristinando tutti i reparti che in esso erano presenti prima del covid-19, compresi i macchinari a elevata tecnologia che necessitano di essere immediatamente riattivati. Sarò in prima linea a tutela dell’ospedale di Pantalla, dei suoi medici, del personale sanitario, dei pazienti e dei nostri cittadini».

San Venanzo: niente Lotto, Superenalotto e giochi

Il sindaco Marsilio Marinelli, con una specifica ordinanza, ha disposto la chiusura di tutte le tipologie di giochi nei pubblici esercizi e nelle tabaccherie. «Riguarda quelle attività che comportino lo stanziamento del giocatore all’interno dell’esercizio, come Lotto, Superenalotto, slot machines ed altri. Consentito, dall’ordinanza, invece il gioco del ‘gratta e vinci’ con espressa prescrizione che una volta acquistato il biglietto, l’operazione del grattare non può essere fatta all’interno dell’esercizio, né nelle immediate vicinanze». Il primo cittadino sottolinea di aver deciso così «in primo luogo perché resta assolutamente prioritario  evitare ogni possibile ipotesi di assembramento e partecipare ai giochi on line può avere questo risultato ed inoltre non sembra che questa dei giochi possa essere considerata una priorità. Quando ripartirà tutto, ripartiranno anche i giochi online».

Settore costruzioni, la Cisl: «Costituzione di comitati per la sicurezza»

Emanuele Petrini della Filca Cisl Umbria, in merito alla ‘fase due’, sottolinea che «questo settore, che nel tempo è stato volano di sviluppo per l’intera economia umbra: bene quindi che anche nelle nostra regione si sia visto ripartire una delle leve strategiche dell’intera economia. Questo settore purtroppo negli anni soprattutto dopo il 2007/2008, è caduto progressivamente in crisi, arrivando a consolidare una perdita di oltre il 50% dei volumi produttivi e occupazionali. A peggiorare questa situazione si è aggiunto il covid-19. Prima di tutto la salute e la sicurezza dei lavoratori». Proposta la costituzione di comitati per la sicurezza territoriali ed aziendali, con il coinvolgimento dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls e Rlst) per vigilare e sorvegliare sul rispetto delle norme anticontagio. «Oltre alla partita della sicurezza – prosegue Petrini – c’è tutta la questione dello sviluppo del settore, che deve essere riformato e sviluppato. Prima di tutto è necessario dare una risposta concreta e rapida all’area colpita dal sisma del 2016, adattando il modello di ricostruzione post-sisma del 1997 alle esigenze attuali». La Filca lancia dunque l’idea di ricostituire un tavolo regionale delle costruzioni. Tra le priorità indicate anche «il riformare gli enti appaltanti e coinvolgere attivamente gli enti bilaterali».

Articolo in aggiornamento

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