Fere, errori ed illusioni Realtà serie C vicina

Come contro il Parma, alla prima difficoltà la Ternana si è sciolta. C’è chi ancora ci crede alla salvezza, ma a questo punto serve il ‘collasso’ delle concorrenti

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Bandecchi al momento di lasciare lo stadio

«Sai che ti dico? Che noi i playout li faremo, fidati». Con queste parole Luigi De Canio, prima di lasciare lo stadio, ha salutato il giornalista de Il Corriere dello Sport Tullio Calzone. Uno scambio amichevole sul match, sui motivi della sconfitta e del perché la Ternana non sia riuscita a bloccare la potenza fisica del Palermo. E soprattutto sulla fiducia rimasta dopo che, di fatto, resta solo l’aritmetica per condannare in maniera definitiva le ‘Fere’. Il trainer lucano ancora ne ha, evidentemente, ma è davvero difficile – eufemismo – capire come e perché i rossoverdi possano sperare di salvare la pelle. Specie dopo i soliti, clamorosi errori difensivi, offensivi e di concentrazione che ancora una volta hanno messo in evidenza l’insufficiente consistenza della squadra in questo campionato.

Michele Rigione, male l’ex Cesena

INUTILE IL RISVEGLIO DELL’ULTIMO QUARTO D’ORA

Zero alibi Nell’ultimo mese in casa Ternana si è parlato spesso di arbitri. Per carità, ci sta anche questo, ed in effetti la classe di ‘fischietti’ della Can B anche quest’anno ha mostrato una certa mediocrità: peccato che l’ormai certa – non ce ne vogliano gli ottimisti e i fiduciosi, poi tutti contenti ovviamente in caso di inaspettata permanenza nel torneo cadetto – retrocessione, aritmetica a parte, nasca da ben altre motivazioni. Ci sarà tempo per parlarne e in buona misura già lo si è fatto. Purtroppo dall’epica affermazione di Perugia i rossoverdi sono andati in tilt, crollando sia nella tenuta mentale che in quella prettamente tecnica.

LUIGI DE CANIO E L’AMAREZZA PER GLI ERRORI DEI SUOI

Luca Tremolada e Mattia Finotto

Palermo come Parma Leitmotiv simile per avvio e sviluppo del match. Anche contro i rosanero è stata la Ternana a iniziare con piglio più deciso e incisivo – leggasi palo di Piovaccari, ma in generale l’approccio è stato buono – per poi crollare alla prima difficoltà. Vale a dire la ‘dormita’ di Rigione (sarà sempre l’ex Cesena protagonista in negativo nel raddoppio del centravanti siciliano, lo tiene in gioco) sulla progressione di La Gumina per lo 0-1 dei ragazzi di Stellone: da quel momento flop rossoverde pressoché totale fino al quarto d’ora conclusivo, quando la stanchezza – in aggiunta al senso di appagamento – degli ospiti ha consentito all’undici di De Canio di rientrare in partita con quindici minuti nella metà campo rosanero. Troppo poco. Nel mezzo? Facile gestione del Palermo, nemmeno in giornata scintillante al di là delle prodezze dei singoli, e match in ghiaccio.

IL RACCONTO FOTOGRAFICO DI ALBERTO MIRIMAO

Stefano Bandecchi, contestazione per lui

L’uscita di Bandecchi tra parole ‘colorite’ e inviti di varia natura – già nel pregara, post colloquio con Bleve, Carretta e Orlando sul terreno di gioco, un paio di tifosi gli avevano urlato di essere «peggio di Longarini» – ha chiuso un pomeriggio dove l’imprenditore livornese è stata la persona maggiormente presa di mira dal pubblico. Inutile dire che Bandecchi sapeva già a cosa andava incontro: «Secondo voi mi fa piacere venire e farmi dare del coglione», aveva  dichiarato nel giorno delle scuse e della presa di coscienza sul disastro compiuto. Un batacazo che ha cominciato a prendere – a livello di proclami –  il 15 giugno: «Terni proseguirà insieme a noi quel percorso, cammino, quella strada che abbiamo iniziato in quel di Fondi e che vuole esprimere un calcio italiano fatto da italiani che entro un paio di anni vorrebbero giocare in serie A e non tornare più indietro». Risultato? Non solo niente due anni per la A, ma addirittura passo indietro immediato. L’opposto di ciò che era stato ‘sparato’. Lecito attendersi a questo punto una conferenza stampa post Avellino – comunque vada – per dare delucidazioni su passato, presente e futuro. La società sta già lavorando – la cacciata improvvisa del ds Evangelisti ne è un segnale – in tal senso.

LE PAROLE DI MATTIA FINOTTO, VIDEO

Lo striscione per Marcello Pardi

Finotto, il gol e il tiro impreciso E pensare che la Ternana ha avuto anche la chance di pareggiarla – incredibile la mancata realizzazione di Trajkovski nell’azione precedente – la partita. Peccato che Finotto, dopo un superbo aggancio e il movimento a rientrare, abbia fallito la parte fondamentale: «Se avessimo giocato altri 5-10 minuti forse ci saremmo riusciti, mi sembravano morti a livello fisico. Purtroppo è andata così. C’è stata almeno una buona reazione d’orgoglio e l’aritmetica non ci condanna, pensiamo alla Pro Vercelli. L’errore? Ho stoppato al volo, ho evitato Aalesami e poi ho perso di vista la porta, l’ho ‘strozzata’ ed è andata fuori». In tutto ciò i rossoverdi hanno toccato quota 73 in quanto a marcature incassate, per una media di 1.825: già battuta quella della nefasta annata 1992-1993 (anche in caso di porta inviolata con Pro Vercelli e Avellino), la peggiore resta (per poco) quella del campionato 1947-1948.

Andrea Signorini

PEGGIOR DIFESA IN B DAL 1947-1948: CON ALTRE 5 RETI INCASSATE SAREBBE RECORD NEGATIVO DI SEMPRE IN B

Perché salvezza utopica Scontri diretti a sfavore con Virtus Entella (0/6 con i liguri) e Ascoli, cinque punti di svantaggio dall’Avellino, necessità che alle concorrenti vada più o meno tutto storto e una sensazione generale – parole di rito a parte – di ‘collasso’ post derby. Ecco perché è davvero complicato aver fiducia in un miracolo bis, ma già lo era in precedenza. Figuriamoci ora. L’aritmetica per ora tiene a galla la Ternana e allora vedremo se De Canio avrà ragione. La piazza ci spera, seppur a fatica.

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