Futsal: game over Ternana Femminile

Termina l’avventura nella serie A delle ‘Ferelle’: niente iscrizione e saluti per tutti dopo appelli a vuoto e polemiche

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Le Ferelle di inizio 2019

L’unica speranza per i tifosi rossoverdi è che si tratti di un arrivederci e di un addio. Di certo non si può dire che sia la classica doccia gelata, anzi, lo scenario era prevedibile dopo la scadenza del termine per inviare la documentazione e in avvio di settimana è arrivata quella lettera firmata da Paolo Longoni (presidente della Co.vi.so.d, gli altri membri sono Barbara Briolini, Andrea Balelli, Michele Croce, Roberto Sparano, Davide Vitale e Massimo Romeo) che ha spento definitivamente il sogno di ‘rinascita’: la Ternana Femminile nel campionato di serie A 2019-2020 non sarà ai nastri di partenza. Non c’è più spazio per appelli o sos da lanciare. Si chiude il sipario dopo sette anni, due scudetti, una supercoppa e un bel po’ di calcettiste di valore mondiale che hanno gioito al palaDiVittorio.

IL COMUNE TUONA SULL’ULTIMA PROPRIETÀ: «FUORI LE GARANZIE, SCOPRIRE LE CARTE»

PAGAMENTI TAINA E MASCIA, UNA DELLE CAUSE

Ai lati Raffaele Basile e Bruno Bevilacqua

Non si torna indietro

Le ultime settimane sono state – mondo social più che altro, gli ‘attori’ principali sono rimasti in silenzio o quasi – un tourbillon di attacchi (di mezzo ci sono finiti l’assessore allo sport Elena Proietti, il presidente della Ternana Stefano Bandecchi, Bruno Bevilacqua e in qualche circostanza anche la famiglia Basile) richieste di far fronte comune e annunci vari: tutto a vuoto ed inutile, alla fine la società di via della Campania non ha passato lo scoglio Co.vi.so.d per motivazioni legate al mancato versamento della fidejussione, della disponibilità del palazzetto in via Di Vittorio e, cosa non di poco conto, la persistenza delle morosità (sancite dalla commissione accordi economici della Lnd) nei confronti di Maria Fontana Mascia e Tainã Santos (e qui riguarda il pre Bevilacqua). Troppe e pesanti le cause di esclusione. Evidentemente qualcosa nella gestione non è proprio filato liscio, al netto dei risultati sportivi che invece hanno regalato grandi soddisfazioni ai supporter delle ‘Ferelle’.

17 GIUGNO 2015, IL PRIMO STORICO SCUDETTO

26 SETTEMBRE 2015, LA VITTORIA DELLA SUPERCOPPA

Bruno Bevilacqua e Marco Shindler

L’ultimo anno 

Il primo anno di gestione di Bevilacqua equivale all’ultimo dell’esistenza societaria nella massima divisione femminile nazionale. Un 2018-2019 che di felice ha avuto ben poco e che ora raggiunge l’apice della delusione per chi ancora sperava in un sussulto – i 100 mila euro dell’imprenditore livornese non sono arrivati, d’altronde aveva garantito la sponsorizzazione a patto di avere un progetto stabile, forte e in grado di portare in dote un buon team – esterno, magari anche da Spoleto: la Ternana Femminile chiude il suo cammino al termine di una stagione con quattro allenatori (Marco Shindler, Daniele D’Orto, ‘Paca’ e Andrea Petricca), varie contestazioni al presidente, l’eliminazione immediata nella fase finale di coppa Italia e il mancato accesso alla finale scudetto. Male e non a caso. Senza contare gli ultimi ‘folli’ due mesi e il caos – a proposito, al Kick Off nulla è successo – sull’European Women’s Futsal Tournament con Terni rimasta a mani vuote. Per l’iscrizione – ha specificato la società di recente – servivano circa 20 mila euro, senza contare ciò che serviva (e la cifra era ben più cospicua) per il prosieguo dell’attività.

10 GIUGNO 2018, IL BIS TRICOLORE IN LOMBARDIA

Raffaele e Damiano Basile

Basile saluta. Il brand

Chi ha visto nascere e crescere la squadra è Damiano Basile. Il quale con una lunga nota saluta: «Dopo sette stagioni alla Ternana Femminile comunico che non farò più parte di questa società qualsiasi sia il suo futuro. Sono stato presente in ogni momento della storia delle Ferelle e seppur molti mi attribuiscono di esserne stato l’anima posso dire che la vera anima di questa grande realtà sono stati sempre i tifosi: senza stucchevole ridondanza e facili proclami, sono fiero di aver conosciuto il popolo rossoverde dalle sue viscere e di essere cresciuto come dirigente sportivo grazie alla città di Terni che mi ha reso grande. Ho vissuto questo ultimo anno da dipendente (il mio contratto è scaduto il 30 giugno) e nonostante la semifinale scudetto, mi sento di dire che si poteva fare di più perché il Dna da me sempre voluto per i colori rossoverdi è stato quello di puntare in cima perché come mi insegnò qualcuno non c’è gloria se non su di essa. Detto questo mi auguro che il marchio e il brand Ferelle possa continuare per il bene della città, delle famiglie ternane e dei tifosi perché ciò che si è creato negli anni è una realtà unica che in nessuna altra città si è mai visto. Non solo, lo sport femminile ha bisogno più che mai in questo momento di investimenti sulla fiducia perché il ritorno è pari a zero, ma la passione è infinita e questa non ha prezzo. Quello che è stato messo in atto a Terni non sarà mai più replicabile ne da me ne da nessuno in nessun’altra parte d’Italia perché i ternani sono unici, semplicemente per questo. In sette lunghi anni ho fatto chilometri, sacrifici e tanto altro, ma la cosa più bella è stata che non li ho fatti mai da solo. Mi giravo e avevo sempre delle persone con una sciarpa al collo, che cantavano, che tifavano, che imprecavano e mi facevano domande. Fratelli e sorelle, senza esagerare, una grande famiglia».

GIUGNO 2018, ARRIVA IL ‘PARTICOLARE’ BRUNO BEVILACQUA: CI SONO DUBBI

Le calcettiste accolte dai tifosi il 18 giugno 2015

La cronistoria e i protagonisti 

C’è spazio per un flashback: «Il mio grande rammarico rimarrà sempre quello dell’Europa perché aver portato, insieme a mio padre Terni e i suoi tifosi in Europa, è l’orgoglio più grande che io possa mai avere avuto da dirigente sportivo. Sono stato in silenzio tanto tempo proprio per questo motivo perché dopo la delusione di marzo non ho avuto più quell’entusiasmo di parlare e dare tutto me stesso fino infondo come ho sempre fatto, proprio per questo ritengo che non posso più dare il mio massimo a questa piazza. Me ne scuso, ma non voglio illudere i tifosi o chi farà risorgere il nome delle Ferelle: la Ternana Femminile fin dalla sua nascita ha tracciato una linea di innovazione in tutti i vari aspetti del nostro sport e le altre squadre l’hanno seguita, aggiungendo qualcosa o copiando e questo ha fatto crescere la nostra Serie A. Voglio però spendere due parole sull’ultimo mese e mezzo. Per capire esattamente come si è arrivati a questa situazione bisogna fare alcuni passi indietro. Partire in pratica dalla nascita delle Ferelle da quando il titolo venne portato da Renato Bartolini a Terni per far giocare la serie A e il Presidente Zadotti accolse l’idea aprendo le porte a quella che diventerà la Ternana Femminile. Tutto ciò venne fatto per due ragioni una sportiva ovvero ridare a Terni la serie A in uno sport indoor dopo il grande Clt e la pallamano e due per spingere mediaticamente e politicamente sulla creazione del nuovo palazzetto tramite appunto l’attività sportiva di alto livello. Tutto riuscì nell’anno del ritorno delle Fere in Serie B, l’atmosfera in città era magica e detto da me che non sono ternano fa capire ancora di più il grande ambiente. Tutto iniziò fin da subito a prendere il via a mille. Ricordo ancora quando il Presidente Zadotti ci venne a fare visita durante un allenamento fu un grande momento, sentivamo una grande responsabilità grazie anche al rispetto della famiglia Longarini che percepivamo seppur da lontano, ma sempre presente in tutto ciò che si faceva. Stavamo crescendo. Al derby, verso la fine della prima stagione, con il Perugia il Pala Di Vittorio scoppiava, fu vittoria e li capimmo che eravamo diventati grandi. Poi i play off con lo Statte di Taranto altre 800 persone l’aria era quasi rarefatta il 2-2 finale, dopo essere stati sotto 0-2 fa ancora venire i brividi. Ringrazio Simone Pierini che fu il primo a insegnarmi anche solo dove stava Piazza Tacito e tutte le giocatrici che mi hanno detto di si nell’indossare la maglia rossoverde e non perché come in tanti dicono io sia il numero uno dei direttori nel femminile, ma perché mi bastava tirare fuori una foto della tribuna del Pala Di Vittorio per convincerle. Abbiamo vinto il secondo scudetto tra mille difficoltà perché alcune promesse, molto simili ad alcune di oggi seppur fatte da persone diverse, non sono state mantenute. Quel gruppo ebbe le palle, ma quelle che nel calcio dei grandi sono definite veramente così, per vincere uno scudetto che a dicembre sembrava impossibile. Come noi nessuno mai, per questo motivo qua. Nessuna squadra ha vinto due scudetti da quando esiste la serie A. La Ternana Femminile sì. Ma ho scoperto proprio lì che l’amore della gente vale più di mille scudetti e coppe, non so cosa si prova a vincere da soli, senza un popolo, senza una Città e con tutta probabilità non lo saprò mai. Io ho avuto la fortuna di farlo anche con mio padre ed è per questo che magari da quando lui ha venduto questa società non mi sono più ritrovato lo stesso dirigente di sempre seppur abbia dato tutto e ottenuto il piacere, grazie a Bevilacqua e Daniele D’Orto, la formazione più forte della storia delle Ferelle. Un orgoglio importante per un dirigente sportivo parlare e vedere a ogni allenamenti un certo tipo di nomi, tutti insieme. Gli allenatori me li tengo stretti perché mi hanno sopportato tutti, sono un Direttore che si fa sentire e devo dirgli grazie da Pierini a Shindler con cui ho vinto tanto, da Pellegrini al grande Luciano fino a tutte le figure che fanno fatto parte dei vari staff sopra a tutti Arpinelli e Luconi. Due amici. Due persone stupende. Ringrazio Flavio Capotosti che dalla prima stagione all’ultima è stato il mio dirigente fedele, amico fidato e sempre disponibile. Ringrazio Matteo per ciò che ha fatto per il settore giovanile nei vari anni e Daniele all’inizio quando ancora non esisteva niente in giro per l’Italia. Non posso che ringraziare Anna, Federico, Tania, Gisberto e Maurizio (il primo in assoluto) che hanno fatto gli addetti stampa nei vari anni e sono stati un valido supporto oltre che delle spalle su cui appoggiarsi nei momenti più difficili o più belli a livello mediatico. Ringrazio ‘the voice’ Vincenzo Racioppa che dalla prima partita con Virtus Roma al Pala Di Vittorio ha portato qualcosa di unico in questo sport. Ringrazio Alessandro il primo fotografo della storia delle Ferelle e Luca amico fidato non che colui che ha immortalato tutte le vittorie della Ternana Femminile. Ringrazio tutti i magazzinieri che si sono avvicendati e i custodi del Di Vittorio ovvero Piero e Riccardo che tanto mi hanno sopportato in tutti questi anni con i miei puntigliosi sopralluoghi ed estemporanee visite. Ringrazio Monica della lavanderia costretta spesso agli straordinari. Ringrazio l’ufficio Sport e l’ufficio Anagrafe del Comune che hanno sempre capito l’importanza delle Ferelle per la cittadinanza. La fine di questa avventura non so da chi è stata voluta esattamente, ma sicuramente tutto il lavoro fatto in questi ultimi due mesi non ha prodotto un risultato concreto».

GIUGNO 2018, LA NOTA DI CESSIONE PER 243 MILA EURO

La premiazione (foto Divisione Calcio a 5) del giugno 2018

Il triste finale

Addio Ternana Femminile: «Il Comune nella persona dell’assessore Proietti e del sindaco Latini hanno lavorato sodo, ma nessuno li ha ascoltati non ottenendo così alcun risultato. Chi poteva non ha fatto, ma dove non ci sono colpe non ci sono neanche meriti. Se dare da bere agli assetati o dare da mangiare agli affamati è un caposaldo non solo della carità cristiana, ma anche di un senso di responsabilità civica, sociale e sportiva. I più grandi aiutano i più piccoli perché i grandi non sarebbero grandi senza i piccoli e gli uomini non sarebbero uomini senza le donne. Quattro finali in cinque anni, due scudetti, una supercoppa e sette qualificazioni ai play off. Non si può stare a grandi livelli senza grandi investimenti perché vincere una volta in Serie A può accadere a molti, vincere più di una volta a pochi, rimanere sempre in alto a quasi nessuno. In quel ‘quasi’ c’è la Ternana Femminile. Investire veramente significa questo, non saltuariamente e per caso, ma ciò che è servito per portare Terni e il rossoverde alla vittoria senza fermarsi mai, fino alla fine. Per questo bisogna solo ringraziare gli unici due che lo hanno fatto, non a chiacchiere o con promesse, ma con i propri soldi e di tasca propria, i due presidenti che ho avuto e ovviamente tutti gli sponsor (grandi e piccoli) che hanno sostenuto le Ferelle in queste sette stagioni. Chiudo questo messaggio dicendo che mi è dispiaciuto vedere in queste ultime due settimane i tifosi ternani uno contro l’altro, non mi avete insegnato questo visto che ho capito in tutti questi anni che sopra a qualsiasi cosa c’è l’essere Fere. A breve annuncerò il mio futuro. Saluto così quella che sarà per sempre la mia seconda casa ovvero l’Umbria che fin da bambino ha avuto un posto speciale nella mia vita e si sa…l’Umbria è solo rossoverde».

LA COMPOSIZIONE SOCIETARIA DOPO L’INGRESSO DI BEVILACQUA (LUGLIO 2018)

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