Terni, il Comune da due anni non riesce ad affidare la tesoreria: si va di 6° tentativo

Il 2023 inizia con la nuova procedura: in ballo il servizio quinquennale da valore stimato da 1 milione. Esborso massimo annuo di palazzo Spada pari a 76 mila euro

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di S.F.

La ‘saga’ della tesoreria – al netto dell’ormai arcinoto contenzioso in essere con Unicredit – prosegue per il Comune di Terni. D’altronde sono due anni che palazzo Spada non riesce ad affidare il servizio quinquennale da importo stimato di 996 mila euro e dunque il 2023 inizia con l’ennesimo tentativo, il sesto da inizio 2021: indetta la nuova gara per tentare di sbloccare il singolare impasse. Nel contempo il gruppo bancario con sede principale in Lombardia andrà giocoforza avanti quantomeno fino al 30 giugno 2023. Semmai ci sarà il cambio, avverrà con la nuova consiliatura.

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A sinistra il rup, Sandro Mariani

Le cifre in ballo

La palla resta in mano al responsabile unico del procedimento, il dottor Sandro Mariani della direzione attività finanziarie. È lui in particolar modo ad avere a che fare con la spinosa questione: l’affidamento del servizio ci sarà con una procedura aperta telematica con criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa sulla base del rapporto qualità/prezzo. Importo stimato vicino al milione di euro – sale a quasi 2,1 milioni considerando l’opzione proroga – e costo annuo onnicomprensivo a carico del Comune non superiore a 76 mila euro l’anno, escluso il canone e le commissioni. «Il costo è inferiore di poco a quello di  80 mila euro stimato dalla Regione Umbria» per la tesoreria, viene puntualizzato. A palazzo Donini sono riusciti a risolvere l’inghippo a stretto giro: lo scorso 23 novembre la dirigente Adalgisa Masciotti ha firmato l’aggiudicazione proprio a favore di Unicredit, con Monte dei Paschi di Siena ko. Ce la farà l’amministrazione nella sua probabile ultima fiche prima della conclusione della consiliatura?

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La dirigente Marcucci

L’appalto

In ballo c’è il «complesso delle operazioni riguardanti la gestione finanziaria dell’ente con riguardo, in particolare, alla riscossione delle entrate, al pagamento delle spese, alla custodia di titoli e valori ed agli adempimenti connessi previsti dalle disposizioni legislative, statutarie, regolamentari e convenzionali». L’imputazione di spesa per la procedura è da 380.600 euro, vale a dire i 76 mila euro per anno più 600 per il contributo all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Da ricordare che in origine il Comune aveva lanciato l’appalto con gratuità del servizio. Poi vedendo la situazione la cifra è salita man mano, da quota 45 mila fino al corrispettivo massimo attuale.

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