di S.F.
Il Comune di Terni manifesta la volontà di alienare la rete di proprietà appartenente all’Atem in sede di gara. È l’ultima novità legata alla complessa vicenda in merito alla procedura per il gas naturale d’ambito: il documento, firmato in giornata dal dirigente Federico Nanurelli, è stato aggiunto in fretta e furia all’ordine del giorno del consiglio comunale di venerdì 20 dicembre.
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Bene, cosa è successo in parole ‘povere’? Il tema è la concessione in gestione della rete del gas e il Comune ha dato riscontro – servirà l’ok dell’assise ovviamente – di voler alienare la sua rete attraverso una specifica dichiarazione denominata Dars. In questa fase si tratta di una volontà non vincolante. Bene, perché allora è necessario procedere in questo modo? Semplice, è uno step propedeutico a definire il valore di alienazione da parte di Arera. L’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente chiuderà il cerchio sul valore da inserire a base di gara e, a quel punto, il Comune dovrà decidere se confermare o meno l’input di alienare. E solo in quella fase diventerà vincolante.
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Una storia molto lunga e tortuosa. D’altronde basti pensare che nel febbraio 2019 l’ente – essendo capoluogo di provincia – aveva convocato gli enti locali appartenenti all’Atem per illustrare una delibera del dicembre 2018: è allora che il Comune individuò Terni Reti come stazione appaltante della gara. Da allora di acqua sotto i ponti – tralasciamo tutti i tecnicismi ed i vari atti approvati durante l’era Latini – ne è passata un be po’ considerando la complessità della vicenda.
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L’11 novembre scorso la società dell’amministratore unico Alessandro Campi ha trasmesso al Comune lo stato di avanzamento della predisposizione della documentazione di gara per la concessione della gestione della rete gas d’ambito. Con una serie di dettagli. Come ad esempio la definizione del vir (il valore industriale residuo) e le tempistiche legate alla pubblicazione dei documenti e lo svolgimento della gara fino al subentro (24 mesi di stima). Terni Reti deve inviare ad Arera la consistenza delle reti dei singoli Comuni per consentire ad Arera le relative verifiche. Ed ecco il perché l’Autorità chiede se c’è o meno la volontà di alienare. Questione di calcoli.
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Arriviamo alle cifre, la cosa più comprensibile della vicenda. Cosa succede con la vendita della rete per il Comune? «Il valore vir di alienazione – vene specificato – spettante a Terni Reti alla data presunta di subentro del 1 gennaio 2028, per i cespiti di proprietà, è stimabile in circa 21,6-22,2 milioni. Il valore del debito residuo (quota capitale) del mutuo trentennale sottoscritto da Terni Reti per l’acquisizione delle reti e impianti del gas a luglio 2007, alla data di presunta di alienazione delle reti gas (31/12/2027) è previsto pari ad 15,13 milioni di euro ampiamente coperto dal valore di realizzo derivante dalla vendita dei cespiti».
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In caso di mantenimento invece il corrispettivo per Terni Reti è stimabile in circa 750/760 mila euro annui. Ma ci sono alcune considerazioni: «Tale valore si ridurrà negli anni in ragione del progressivo invecchiamento dei cespiti e dipenderà dal tasso di remunerazione degli investimenti fissato da Arera (attualmente pari per il 2024 al 6,5%); ai corrispettivi a favore di Terni Reti Srl dovranno essere aggiunti quelli previsti a favore del Comune, in esito alla gara secondo l’offerta economica dell’aggiudicatario, stimabili in circa 400-500 mila euro/annui». Risultato? «In tale ipotesi il totale dei corrispettivi previsti a favore del Comune di Terni e di Terni Reti non sono sufficienti a remunerare il debito residuo determinando una certa perdita su base annua per la Società Terni Reti». Venerdì, salvo sorprese, se ne parlerà in consiglio.