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Home » Terni, la Uilm all’Ast: «Adesso i programmi»

Terni, la Uilm all’Ast: «Adesso i programmi»

di Marco Torricelli
12 Dicembre 2015
in Ast, Economia, Imprese, In evidenza, Lavoro
Tempo di lettura: 5 minuti di lettura
La ThyssenKrupp Ast

La ThyssenKrupp Ast

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di M.T.

La ricreazione è finita. Le acciaierie sono state ‘messe in sicurezza’ – anche e soprattutto con pesanti sacrifici dei lavoratori – e allora «adesso è il momento di tirare una riga e ricominciare a ragionare ed a recitare ciascuno il ruolo che gli compete». Il segretario della Uilm di Terni, Nicola Pasini, dopo aver metabolizzato i dati snocciolati dall’ad di ThyssenKruppAst, Lucia Morselli, si siede, si mette comodo e poi parla.

Nicola Pasini
Nicola Pasini

Le rassicurazioni «L’incontro con l’ad di Ast – è la premessa di Pasini – ci consegna una situazione dell’azienda sicuramente più rassicurante sotto il profilo delle potenziali certezze di continuità del ciclo produttivo, anche se le rassicurazioni riguardo la redditività che garantirebbe per i prossimi anni i livelli occupazionali, come ben sappiamo sono vincolate a diversi fattori indipendenti anche dalla bontà delle azioni e strategie commerciali che si intende mettere in campo».

I numeri Ad umbriaOn, che ovviamente ha chiesto di poter leggere il bilancio, la ThyssenKrupp Ast ha fatto sapere che «la segreteria dell’ad non lo ha ancora inoltrato». E siccome umbriaOn ci crede, si resta in attesa che lo faccia. Ma siccome chi lo ha visto conferma gli 11 milioni di utile ‘ante imposte’ e gli 8 di passivo finale (contro i 128 del 2014) e parla di «circa 90 milioni, dei quali 30 riguardano il trasferimento della Linea 6 e un nuovo laminatoio, altri 30 milioni sono stati destinati all’Interconnector che garantisce il trasporto di energia elettrica e, dei restanti, una parte consistente andrà a formazione, innovazione, ricerca e sviluppo». Questo deve essere.

La gestione Tanto che quello che il segretario della Uilm definisce «il sostanziale, anche se non formale pareggio di bilancio di quest’anno, rende merito alla dottoressa Morselli, e solo a lei, di aver saputo raccogliere i cocci di una pluriennale gestione ‘allegra’, più volte sottolineata dalla Uilm in tempi non sospetti, che fondamentalmente rischiava di pregiudicare irrimediabilmente le sorti del sito siderurgico e del territorio. La gestione plenipotenziaria dell’ad probabilmente, alla luce dei fatti, è stata la risposta più adeguata alla necessità di vero ‘privatismo industriale’ di cui un’azienda articolata e complessa come la nostra necessitava».

Il direttivo della Uilm
Il direttivo della Uilm

La ripartenza Tanto che, per fare il punto della situazione – «ed ecco perché non me la sentivo, prima, di aggiungere il giudizio della Uilm a quello di altri», dice Pasini – nella giornata di venerdì si è riunito il direttivo del sindacato: «Con l’obiettivo, partendo dai dati e dalle affermazioni fatte dal management dell’azienda, di iniziare a parlare di futuro, perché credo sia quello che sta più a cuore a chi, dentro quella fabbrica ci lavora».

«Ristrutturazione terminata» Perché Lucia Morselli, spiega Nicola Pasini, «ha detto chiaramente che per lei la fase di ristrutturazione di Ast è terminata e allora noi chiediamo che adesso si cominci a parlare di come affrontare il domani, iniziando da quello che si intende fare dentro lo stabilimento, facendo una ricognizione di ciò che complessivamente si è sacrificato sull’altare del giusto apparente obbiettivo di messa in sicurezza delle produzioni di Ast».

Lucia Morselli
Lucia Morselli

La credibilità E qui la disamina di Pasini entra nel vivo: «Come sindacato in generale credo che una bella dose di credibilità sia stata ceduta, per non aver saputo mantenere un giusto equilibrio tra i vari proclami e dichiarazioni fatti dal 3 dicembre dello scorso anno in poi, con un’azione efficace e non strumentale che consentisse ai lavoratori di non subire in qualche modo un clima di eterna incertezza e paura che buona parte del management ha instaurato, forse per occultare molte nefandezze del passato e salire sul carro del potente di turno». Ma ora «i manager non potranno più nascondersi dietro Lucia Morselli e raccontare che ‘comanda solo lei’. Noi pretendiamo, da oggi, maggiore apertura al dialogo, ma loro dovranno fare la loro parte».

Il personale Chi ha avuto meno opportunità, per salire su quel carro, è stato certamente chi, invece, lavora negli uffici o nei reparti: «Quella ristrutturazione, che adesso è ufficialmente terminata – dice il segretario della Uilm – l‘hanno pagata essenzialmente loro, gli operai e gli impiegati, durante un anno nel corso del quale le professionalità sono state sacrificate, il ricorso agli straordinari è stato massiccio e, spesso, gli stessi rapporti interpersonali sono stati messi in discussione. Ma adesso basta. L’azienda sta bene? Ne siamo felici, perché il clima può deve cambiare».

Le ‘ditte esterne’ Sicuramente, dice ancora Pasini, «aver lasciato giustamente libertà di azione all’ad sul fronte del risanamento economico non esime nessuno dalla responsabilità di non aver evidenziato che il sacrificio di molti lavoratori delle cosiddette ‘ditte terze’ non è avvenuto per colpa dell’Ast, ma di un sistema imprenditoriale e di chi lo rappresenta che non è riuscito a far capire alla committente che forse non tutto il sistema era marcio e che probabilmente la discontinuità è un sano principio in alcune situazioni, ma non un valore assoluto».

Le associazioni datoriali Il tema è stato sollevato anche in altre occasioni, ma Nicola Pasini torna a mettere in risalto come «le associazioni datoriali abbiano brillato per l’assenza da ogni discussione di merito e di metodo, mentre aziende a loro facenti riferimento venivano messe alla porta senza soluzione di continuità. Mentre non si è riusciti a cavare un ragno dal buco nemmeno facendo ricorso alla Direzione territoriale del lavoro, ma questo è un problema che chiama in causa anche noi, come segreterie territoriali dei sindacati di categoria».

L’autocritica Perché nel ragionamento di Nicola Pasini c’è spazio anche per l’autocritica: «Per tutto l’anno – dice – abbiamo lasciato il peso della gestione dell’accordo sulle spalle della Rsu, che ha lavorato in condizioni di assoluta precarietà e, spesso, dovendo anche fare i conti con fenomeni incomprensibili, tra ‘fughe in avanti’ e sospetti di inciucio con la direzione. Ora dobbiamo, tutti, dare il massimo del sostegno a questa Rsu, alla quale mi sento di dire grazie per come ha condotto la cosa».

Fase nuova Se, dice il segretario della Uilm, «come tutti auspichiamo le azioni consolidate e preventivate sul fronte commerciale e produttivo si coniugheranno con una fase di mercato favorevole, ritengo sia necessario aprire una fase nuova di interlocuzione vera e non supinamente collaborazionista con l’azienda. Una fase che superi l’emergenza, rimetta al centro il ruolo che i lavoratori svolgono all’interno della stessa e ripristini un giusto livello di rivendicazione anche salariale e di riconoscimento professionale». Ma non solo.

Le produzioni «Dobbiamo pretendere – conclude Pasini – che Lucia Morselli ci faccia sapere quali sono le prospettive per la Società delle fucine e per le produzioni di titanio; quale strategia c’è per il Tubificio; ma soprattutto se il percorso che si ipotizza per l’Ast è riferito ad una permanenza nella galassia ThyssenKrupp oppure no. Senza nessuna preclusione da parte nostra, ma anche senza finzioni da parte sua». Gli altri sindacati la pensano come la Uilm? «Questo è quello che pensiamo noi e il direttivo di venerdì si è espresso all’unanimità. Gli altri non lo so».

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