Ast, appalti e servizi: rivoluzione silenziosa

Terni, da gennaio persi circa 400 posti di lavoro nelle ditte dell’indotto e più di 800 in totale: senza clamori

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di M.T.

Una svolta. Magari definirla epocale è esagerato. Ma che dalle parti di viale Brin si stia ultimando una svolta, è un fatto. Il passaggio di gran parte delle lavorazioni – da ConsImec a Ternirisorse – che ThyssenKrupp Ast appalta all’esterno,  è praticamente cosa fatta. Non tutte, perché ci sono delle proroghe in corso, che potrebbero durare fino alla fine dell’anno e perché alcuni lavori resteranno appannaggio di imprese che facevano (fanno ancora?) parte del primo consorzio, ma il grosso dell’operazione è ormai concluso.

I dubbi Quello che aveva colpito, quando di questa eventualità si era iniziato a parlare, era stato che a determinare le scelte di Ast non ci fossero problemi di ‘qualità’ del lavoro svolto dalle ditte esterne, che tutto fosse legato a quella politica della riduzione dei costi che l’azienda continua a portare avanti. Con la chiara intenzione di ridisegnare completamente il proprio profilo.

I contratti Perché i contratti che legavano Ast a ConsImec erano più onerosi, per la multinazionale, rispetto a quelli che l’hanno portata ad affidarsi a Ternirisorse, visto che quest’ultimo consorzio applicherebbe un ‘tariffario’ decisamente più favorevole, potendo a sua volta contare su un contratto di lavoro più favorevole – quello dell’artigianato, decisamente meno oneroso di quello dell’industria, applicato da ConsImec – e che prevede ‘paghe’ più basse per i lavoratori.

Il personale Ma c’è un altro aspetto che – anche a causa delle pesanti ‘ricontrattazioni’ degli appalti operata da ThyssenKrupp Ast – non va trascurato: «Da gennaio ad oggi – dice Alessandro Rampiconi, della Cgil di Terni – il personale delle così dette ‘ditte terze’ (tutte aziende di piccole e medie dimensioni che lavorano per l’Ast; ndr) è diminuito di circa 400 unità ed il rischio che si corre e che questa operazione produca nuove fuoriuscite di addetti».

Gli occupati Facendo i conti ‘a spanne’, questo dato non fa che incrementare le perplessità su quanto sia effettivamente succedendo dentro le acciaierie ternane: in questi dieci mesi, tra un bonus e l’altro, tra un appalto perso e uno vinto, nel perimetro di ThyssenKrupp Ast si sono persi oltre 800 posti di lavoro. Ma ci sono anche alcune imprese che hanno visto pesantemente ridimensionato il proprio ruolo e messo fortemente a repentaglio il proprio orizzonte futuro.

Ast e appalti Tutta la storia è legata a quella questione-appalti che, a più riprese i sindacati hanno denunciato, chiedendo la stipula di un ‘protocollo’ con le imprese e sulla quale si registra un silenzio di tomba da parte di Confindustria che, però, fa trapelare un giudizio tagliente: «I sindacati non hanno mai formalizzato la richiesta con documenti ufficiali, limitandosi a fare dichiarazioni ai media». Rampiconi replica così: «Noi abbiamo proposto di aprire un tavolo di discussione in Prefettura proprio perché riteniamo che potrebbe essere la sede giusta nella quale tutte le parti possano esplicitare le proprie posizioni». Ma il tavolo non c’è.

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