di S.F.
Pubblico interesse del progetto, soppressione dei posteggi esistenti per «l’impossibilità di attuare» la delibera della giunta Latini del 10 settembre 2021 e revoca – non decadenza – delle sei concessioni attuali. Sparisce dunque il mercato. C’è il via libera dell’esecutivo Bandecchi in merito a largo Cairoli, uno dei lavori inseriti all’interno del Piano periferie per un valore di 1 milione 950 mila euro. Messa nera su bianco anche la possibilità di «eventuale indennizzo» per gli operatori commerciali. D’altronde ci sono da trovare le risorse. L’atto coinvolge tre assessori e altrettanti dirigenti.
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Si ‘taglia’ sulle concessioni
In sostanza, come era emerso nelle scorse settimane, viene ‘cancellata’ l’idea dell’esecutivo Latini in merito al trasferimento dei sei operatori commerciali nel fabbricato lungo corso Vecchio. Dopodiché sono partite le attività di ricerca e scavo su largo Cairoli – a proposito, all’interno, oltre alla vegetazione, ci sono anche un ombrello e bottiglie di birra, tanto per non farsi mancare nulla – con tutto ciò che ne è conseguito: «La realizzazione del progetto risulta incompatibile con la presenza degli operatori del commercio su area pubblica e pertanto l’attuazione di tale progetto comporta necessariamente la delocalizzazione dei sei operatori». Rifiutata la chance del mercato di largo Manni, si passa al ‘taglio’ delle concessioni valide fino al 31 dicembre 2032. A firmare sono Stefania Renzi, Giovanni Maggi, Marco Iapadre (assessori a commercio, lavori pubblici e urbanistica), Grazia Marcucci, Piero Giorgini e Claudio Bedini (dirigenti a sviluppo economico, lavori pubblici e pianificazione territoriale/edilizia privata).
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Il parco ed i resti
In occasione del primo question time dell’era Bandecchi, Iapadre aveva specificato che, oltre al parco, in largo Cairoli «ci saranno dei lucernari per poter visualizzare i reperti, quelli di maggiore interesse verranno collocati in superficie. Verrà realizzata un’area porticato in corrispondenza del chiostro e un sistema perimetrale di siepi sull’area dell’ex chiesa di Santa Teresa. In sostanza, in superficie si potrà avere la percezione di quello che si trova nel sottosuolo, come memoria storica della città». Da ricordare che, oltre un anno fa, emersero le prime scoperte – noto che nel sottosuolo c’era – dell’antico monastero carmelitano dei Santi Giuseppe e Teresa. A lavorare sul progetto ci ha pensato la direzioni lavori pubblici, anche per realizzare un «efficace sistema di protezione dei resti archeologici nel rispetto delle prescrizioni della soprintendenza».

Gli indennizzi
Attive dunque le direzioni coinvolte – in particolar modo le attività finanziarie – nel valutare gli estremi «per la corresponsione di un eventuale indennizzo per la revoca della concessione». Non prima della definizione da parte dei lavori pubblici e dell’urbanistica «delle eventuali risorse da poter utilizzare». Partita complessa da chiudere. Se ne parlerà ancora.