Variante Globo Terni: accordo su area archeologica, ma non c’è il numero legale

Ripreso il confronto a palazzo Spada: Rossi toglie il badge e non vota, FI non c’è e salta l’approvazione in commissione. Ancora scontro politico, maretta in maggioranza

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di S.F.

C’è l’accordo a tre e anche la lettera d’impegni, bene. Ma c’è un problema all’interno della maggioranza e che succede? Si arriva al voto – che si fa uguale – senza il numero legale e dunque ancora impasse. Variante urbanistica Mare Blu Spa a Maratta per la nuova casa Globo, a Terni è ripresa la discussione per il via libera del consiglio comunale: la proposta ‘aggiornata’ è di aprile ed ora è tornata sui banchi di palazzo Spada. Il nodo dell’area archeologica resta ancora in piedi. Se ne è parlato giovedì mattina in I commissione.

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Bedini, Cini e Cecconelli schierati

L’accordo trovato: «Impegno preciso, non faraonico»

In aula per parlarne si ripresentano l’assessore all’urbanistica Federico Cini, il collega alla cultura Maurizio Cecconelli e il dirigente Claudio Bedini. Tutti speranzosi di poter chiudere la pratica giovedì mattina dopo mesi di confronti, sopralluoghi e bagarre politica: «La variante – ha ribadito l’ingegnere classe 1994 – serve ad unire due terreni edificabili distanziati da una piccola area verde. In più c’è la sistemazione viaria». Tutto noto. E le novità? «Il Comune ha attenzione per l’area archeologica e dunque c’è stata un’interlocuzione con il proponente (la Mare Blu) sulle criticità emerse. Due i passaggi: c’è la disponibilità dei proprietari della zona sottoposta a vincolo – ha spiegato Cini – per la cessione al Comune utile ad un percorso di valorizzazione e con la ditta Mare Blu dialogo per il recupero. L’impegno è preciso, ma non faraonico». Di cosa si tratta? La proposta della società abruzzese è «di recuperarla dal punto di vista ambientale con la messa in sicurezza e poi renderla sfruttabile. Contestualmente c’è l’ok al posizionamento della segnaletica e delle staccionate. La variante resta quella già discussa. In definitiva la portiamo avanti ma ora c’è un impegno firmato dell’impresa e di mezzo c’è la concessione dell’area archeologica. Possiamo renderla funzionale». Non tutti saranno convinti.

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Rossi toglie il badge al momento del voto: sarà decisivo

Bagarre politica

Tutto liscio? Nemmeno per idea. Lo si capisce dal primo intervento di Valentina Pococacio del M5S: «Avevamo iniziato il discorso sulla proposta di febbraio e ora mi ritrovo questa. Non ho gli allegati e pongo la pregiudiziale per la sospensione del punto». L’unico a favore è Alessandro Gentiletti di Senso Civico: bocciata. «Si tratta dello stesso e identico iter già discusso», la replica di Patrizia Braghiroli di FdI. Cini allora inizia ad aumentare i giri: «Spero che quanto detto dai consiglieri di minoranza sia una dimenticanza, di questo protocollo si è già parlato ed è stata aggiunta solo una mezza riga rispetto all’origjnario. Non c’è nulla da nascondere». Si va avanti così per decine di minuti, d’altronde la questione è giocoforza anche politica: «Ad aprile ho inviato – ha insistito la Pococacio – una serie di questioni e dagli uffici non è arrivato nulla, zero risposte». E su questo tema è Gentiletti a porre la seconda pregiudiziale di giornata: «Non è ostruzionismo e non si tratta di voler far spendere di più ai cittadini come dice il presidente di commissione Marco Cozza. Demagogia da parte sua». Anche Michele Rossi (Terni Civica) appoggia la Pococacio: «Ciò che dice è vero, anche a me non hanno risposto». Si comincia a capire che la strada è in salita. Sarà stoppata con quattro voti contrari.

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L’area interessata. Dietro si vede la torre di Colleluna

Domande e annuncio di non voto

L’esponente pentastellata non molla e parte con una serie di domande su convenzione originaria, piano economico-finanziario, occupazione (da ricordare che sono stati promessi 80 posti) e Confartigianato. Poi si stoppa perché manca il numero legale. Pausa e si riprende quando è tutto ok. Il tono a questo punto si alza: «Da tutto ciò abbiamo ottenuto quattro cartelli ed una staccionata – ha proseguito la Pococacio – dall’impresa», l’attacco. Per Gentiletti invece «la lettera di impegno rischia di essere uno specchietto per le allodole». Anche Rossi tiene il punto: «Resto contro la strada da costruire sopra l’area con destinazione a parco archeologico, si sarebbe potuto ottenere molto di più dal privato e non sono soddisfatto. Ma è il primo passo per una pratica che era troppo avanti e l’accordo di oggi non era neanche dovuto. Solo pensare di far attraversare l’area con una strada per un edificio commerciale ha dell’assurdo». Quindi? «Non parteciperò al voto pur apprezzando alcuni aspetti, tolgo il badge». Di nuovo la Pococacio che, questa volta, ha chiesto a Cini quali impegi della convenzione originaria sono ancora validi. E soprattutto garanzie sulla lettera di impegni.

Il progetto

Contrattacco Cini e Cecconelli

L’assessore all’urbanistica assorbe e poi replica: «Ho dubbi sulla vostra volontà di colloquio costruttivo, non regge visto come vi state comportando. Parliamo nel merito: la variante urbanistica non c’entra nulla con ciò che state dicendo, le osservazioni sull’area archeologica sì. La lettera d’impegno? Se il privato non la rispetta non vale niente e non vado di certo a schiaffeggiare l’amministratore della Mare Blu a Martinsicuro. Ma l’azienda è seria e si sono proposti. Giusto fugare ogni dubbio perché i cittadini non vengano presi in giro. L’iter è ancora in corso e loro hanno manifestato disponibilità. E gli elaborati sono tecnici, la scelta politica riguarda la variante nel suo complesso. E ribadiso che senza variante la ditta potrebbe già domani iniziare a costruire i fabbricati». Come detto in aula c’era anche Cecconelli: «L’area archeologica c’è da oltre vent’anni, il tema è se e quando valorizzarlo. I reali rischi per questa zona sono assolutamente ridotti, ma mettiamo in atto tutele. La cartellonistica? Immaginare di farlo ora quando non c’è nulla è sbagliato, c’è l’impegno per il futuro».

Valentina Pococacio

Il tentativo di convincimento a vuoto

Sono quasi le 12 ed in maggioranza ci si inizia a guardare intorno perché Rossi ha annunciato che toglierà il badge al momento del voto. Conseguenza? Niente numero legale. Cini gli si avvicina per parlarci un attimo, ma non è aria. Di Forza Italia non c’è nessuno e Cozza non può che prendere atto. «Il vantaggio di questa variante? Il parcheggio con strada su area sottoposta a vincolo, gli posti 80 promessi restano comunque». La votazione parte comunque: i favorevoli sono solo Cozza, Braghiroli e Francesco Pocaforza (Lega), Rossi e Pococacio non partecipano. Perplessità tra la maggioranza, breve dialogo ed esito negativo: non c’è il numero legale. Ci vorrà un’altra convocazione.

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